Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 9 - 15 novembre 1897

RIYISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI veramente tipici sulle cose nostre, che sono 11tati emessi dai nostri cari alleati. Per caso ne venimmo a conoscenzae ne riproduciamo alcuni, che sono il migliore e più eloquente commento all'articolo dello Zotico ed una risposta perentoria agli amici della Triplice. È noto che la Franfurter Zeitung sia stata la prima a scagliarsi contro l'Italia all'indomanidell'articolo del Frassati proclamando finito il nostro prestigio militare dopo Adua e riconoscendo che le nostre condizionieconomiche ci al!ontanavano dalla Triplice. Mentre Re Umberto andava ad Homburg la bismarkiana . Zukunft di Berlino scriveva: La Ti-iplice non fu creata « per l'eternità; fu e resta il risultato di un bisogno mo. « mentaneo. Oggi è una larva. Per l'italiano il tedesco è « uno straniero, l' austriacu un odioso nemico; l'odio ita- « liano contro gli austriaci non si spegnerà mai, come « non si spegnerà quello dei magiari e degli czechi con- « tro i tedeschi. Vorremmo pro« prio che la Triplice « scendesse in <'ampo per rndere lo czeco combattere « contro un Russo, per vedere un italiano affratellarsi « sul medesimo campo con un austriaco.... » La Zukunft era s•ata giusta e veritiera nei suoi ?P· prezzamenti. Venne il Dr. Meyer - un deputato del Reichstag - e nel Deutsche Blatter, e nella Zukunft ad un tempo con un suo articolo rincarò la dose. Dopo aver provato che l'Italia è una nazione passiva; che la rottura colla Francia le era stata fatale; che l'aumento d' imp@rtazione e di esportazione tedesca non compensa la diminuzione francese conchiude con queste frasi che certamente saranno trovate insolenti dagli amici della Triplice: « Che cosa ci fa l'Italia nella Triplice 1 É una velleità in- « giustificabile.Non reca nessun contributo alle alleate, « non fa che uccidersi più presto ! ... » Finisce notando che le estremità del grosso mostro - l'Europa - sono morte o presso a morire; e queste estremità sono la Turchia, la Grecia, l'Italia e la Spagna. Possono immaginare i lettori della Rivista la indignazione d.eìnostri triplicisti se un francese, non in una importante Rivista come la Zukunft, ma in un giornale boulevardie1· avesse paragonato l'Italia alla Turchia 1 E non insistiamo più oltre su questi giudizi tedeschi, non riprodotti da alcun altro giornale perché. noo ce n' è proprio bisogno. LA RIVISTA. LA BANDIERA DI CAVALLOTTI .1JdEttore Sacchi. Alla vigilia della riapertura dei battenti di Montecitorio e nel momento, in cui il peggiore dei trasformi ,mi è sotto incubazione, e germogliante dalle impure sorgenti della paura. dello scetticismo e della corruzione, mi pare che nou debba riuscire inutile un po' di discussione a base di sincerità tra persone, che a Montecitorio si troveranno sugli stessi banchi. Mi rivolgo a te, o caro Sacchi, perchè son certo che appartieni alla falange non numerosa di coloro che l'opera propria non consacrano alle cospirazioni e alle insidie parlamrntari intese ad abbattere e modificard un ministero per arraffare un brandello di 1otere e senza preoccupazione alcuna della urgente necessità di sostituire non uomini sol.auto ma idee e metodi di governo nuovi a quelli, cbe sinora hanno fatto si misera prova ; e mi rivolgo a te, ancora, per l'amicizia personale antica che ci lega e che in parte è anche politica. Tu ed io, infatti, abbiamo comune la fede immutabile di Alberto Marionellasovranitànazionale, le cui conseguenze ed applicazioni illustrò bellamente nella Lega della democrazia colle sue br:llanti polemiche cun i vari rappresentanti dei partiti monarchici italiani. E c'è altra, tassativa indicazione che m'induce arivolgermi aie. Tu nel discorso breve, ma che voleva essere pratico e gravido di buoni risultati politici, che pronunziasti il 17 Giugno scorso credesti lanciare un appello, che dovrebbe servire di addentellato a futurn e più proficue lotte parlamentari. Ed ora, in questi tempi di profondo perturbamento morale e politico, parmi necessario esaminare la realizzabilità dell'idea. nell'appello contenuto affinchè non si abbiano a deplorare nuovi equivoci, nuove confusioni e nuovi disinganni a detrimento degli interessi vitali del nostro disgraziato paese. Dopo avere constatato eh~ la nostra vita politica è grama assai, sotto tutti gli aspetti, tu allora conchiudevi: < Si costituisca un partito di Governo che innalzi < per bandiera In, difesa degli umili, dei poveri, la « difesa deg:i interessati che sono sempre oppressi; < sorga un uomo che si metta a capo di un tale par- < tito e lasciata ogni illusione di alleanze con altri « partiti, sorgi tu 011,vallotti e sventola la bandiera < di queste nuove battaglie. (Movimenti in senso di- « verso). Ad ogni modo, sia egli o un altro che in- < tenda questa necessità, certo è che non vi sarà mai < fiducia verso il Parlamento, fin che si crederà che < Govèrno e maggioranze parlamentari sono non ad < altro destinati, che a tenere alti gl' interessi del!e < classi favorita, a dif,mdere quello, che ho già detto < e ripetuto, conchiudendo, altro non essere che in- « dirizzo di Governo conservatore. (Benissimo l Bravo! all'estrema sinistra) ». Potrei dimostrarti che sbagli affermando essere conservatore l'indirizzo del governo da alcuni anni in quà; e tu stesso ficcando lo viso al fondo, penetrando al di là della superficie, converrai che gli uom:ni nelle cui mani è passato da tempo, - sempre in malo modo - il potere sono i più incoscienti ed efficaci ed instancabili demolitori che la storia possa ricordare. Se mai potrebbero chiamarsi reazionari altrettanto incoscienti. Guarda un po' ai conservatori inglesi e saprai onestamente dirmi se ben mi appongo nel dissentire da te. Sia quel che si voglia l' indiriizo del governo: conservator·e, demolitore o reazionario tu vorresti mutarlo e invochi un nuovo programma ed un degno suo vessillifero: Oavallotti. Spero che vorrai

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