Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 9 - 15 novembre 1897

!62 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCfENZESOCIALI Francia e Russia da un lato, Austria e Germania dall'altro. La costituzione della Duplice se ha ferito i due imperatori centrali, non ha toccato menomamente l' Italia, eh' è tornata un el~mento importantissimo nell'equilibrio europeo, perchè in caw di guerra potrà far pendere la bilancia da un lato o dall'altro, e la cui alleanza, perciò, oggi è ricercata ed apprezzata più che pel passato, quando Austria e Germania ritenendosi abba~tanza forti per accoppare la Francia isolata, ci cons·deravano e trattavano come una quantità trascurabile. Il primo periodo della Triplice fu utile all'Italia, perchè la Francia ci minacciava collo spettro della questione romana; maggiormente, però. giovò alla ,Germania che dopo il 1871 sentivasi odiata e insidiata da tutti. Ma anche in questa prima fase, in cui potè esser.-:i utile, perchè ci fece prendere nella dovuta considerazione di grande potenza colla quale si dovevano fare i conti, ci ferì a sangue il contegno dell' Aust1·ia. Questa non solo ci umiliò negandoci la restituzione della visita in Roma; « ma « non voleva nemmeno accettare la clausola della « scamrievole gua1'entigia territoriale, che acc~ttò « rnlo quando si convenne, che non solo il trattato, « ma l'esistenza stessa del trattato doveva rimanere « segreta ! » Queste sono parole testuali del ·Frassati; ed è suo il punto esclamativo, che indica quanto burbanzosamente ci trattò sempre l' Imperatore d'Austria. É chiaro che i ministri del1' impero austriaco ci consideravano come si considera l'autre, la mantenuta, che si gode durante la notte, ma con cui si ha vergogna di confessare la relazione alla luce del giorno .... Tanta vergognosa umiliazione inflissero i servili ministri all'Italia! (1). Continua il Frassati: era conveniente per l'Italia di rinnovare la Triplice nel 1887? Il pericolo clericale non aveva più l'importanza di una volta ; non poteva, almeno, essere adoperato dai nemici esterni. Nel mantenere o nel modificare l'equilibrio nel Mediterraneo la 1'riplice non ci aveva giovato e non poteva giovarci perchè di esso non si occupava l'Alleanza; dunque la Triplice c'imponeva molti obblighi e ci era causa di danni senza procurarci alcun vantaggio. Era questo precisamente il pensiero di Robilant ministro per gli Esteri nel 1887 e lo manifestò in modo reci,o e dignitoso al conte De Lauoay nostro (J) Altre recentissime rivelazioni che un uomo autorevole ba pubblicato sull'l 1'ribuna aggravano la responsabilità dei governanti. Risulta dalle medesime che fu imposto da B'smark il viaggio dei Reali a Vienna, pur rnpendo che 'l'Imperatora d'Austria non avrebbe restituita la visita a Roma. Il nostr, alleato fu leale; i sovrani.... contarono sulla su'¼cavalleria! A tanta umiliazione tutti quanti si rassegnarono perchè credettero imminente una guerra colla Francia. ambasciatora a Berlino (dove faceva e fece sempre la figura di staffiere di corte e non di diplomatico), che lo sollecitava a rinnovarla ed a procurarsi un convegno con Bismark. Robilant fieramente dichiarn: « la triplice TALE E QU.\LE M~ T,A RINKOYERÒ MAI ». Egli non era affatto soddisfatto del contegno della Germania e considerava le assicurazioni sue come una vera canzonatura (ses assurances de bien vouloir sont un peu de l' eau bénite de Cour); e conchiu_deva che l'Italia « era stanca di « questa alleanza infeconda e che sarebbe sem- « pre improduttiva per essa ». La rinnovazione della Triplice, adunque, fu un grave error!l nel 1887; l'errore fu maggiore quando venne rinnovata nel 1891 per la seconda volta; peggio ancora se alla sua scadenza nel 1904 la si volesse continuare per un quarto periodo. Austria e Germania che si sentono minacciate hanno tutto l'interesse di continuarla; non ne ha alcuno invece l'Italia, che dovrebbe seguitare a raccoglierne disillusioni, danni e umiliazioni - e che abbiano interesse a continuarla le nostre alleate lo dice chiaramente il viaggio di Goluchowsky a Monza. D'ovremmo rimanere isolati ? Così non pensava il Di Robilant, che volle stringere accordi coll' Inghilterra e che li annodò infatti. Ciò afferma il Frassati; ma lo smentiscono autorevoli giornali inglesi, ed ai giornali inglesi è venuto a dare ragione l'on. Marchese Cappelli, che fu segretario del Di Robilant e che nella lettera al direttore della Nuova Antologia ( l O Novembre) dichiara non esservi stato che uu·entente cordiale. L'unione tra l'Italia e l'Inghilterra tanto indicata nel 1887, conclude il Fras 0 ati, s'impone adesso dopo la proclamazione dell'alleanza franco-russa. Questa seconda e nuova duplice rimarrebbe l'arbitra vera dell'equilibrio europeo. * * * Farò breviss:mo commento all'articolo del Frassati. Se il R. Fisco di Roma prepotentement-3 non aves$e sequestrato il Numero 5 del 3° anno della Rivista Popolare i suoi lettori saprebbero che gli apprezzamenti del suo Direttore On. Colajanni collimano perfettamente con quelli del Frassati sul valore e sul significato dell'Alleanza Franco-Russa. In quanto alla Triplice ed alla convenienza di rinnovarla alla sua scadenza non e' è il menomo disaccordo tra lo scrittore della Nuova Antologia e ciò che sempre è stato rnstenuto qui e in tutti i giornali democratici d'Italia. Ho da fare delle riserve sull'alleanza inglese. Questa sorgerà $p0ntanea in certe emergenze e quando i comuni ioteressi correranno qualche periccdo; ma non mi pare che tale alleanza sia da consigliare come sistema assoluto per la nostra po-

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