Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 9 - 15 novembre 1897

) ) RIVISTAPOPOLAllE DI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI ,to/9 perchè essa è un importante organo di difesa e più esattamente il maggiore istituto della difesa sociale interna. Da quì la numesosa affinità che essa ha con l'esercito, col maggiore organo, cioè, della difesa esterna. La Società, infatti, ba nemici esterni ed interni : contro i primi si premunisce coll'esercito e con l'armata; ai secondi oppone la Polizia e la Giustizia. Polizia ed Esercito quindi hanno lo scopo comune, sebbene non identico - epoure different.i sono la posiziòne, il trattamento e I' evoluzione di questi due istituti difensivi. La funzione della Polizia è preventiva e repressiva. La prima si occupa della vigilanza e delle informazioni su persone, uffici, istituti, luoghi pubblici o privati, opifici, riunioni, fatti e cose, feste, spettacoli etc. La seconda comprende tutti gli atti di polizia giudiziaria. (Rivista di polizia scientifica. Ottobre 1897). Luigi Einaudi: La psicologia di uno sciopero. Si occupa dello sciopero degli operai dell'industria laniera nel Biellese scoppiato il 6 Settembre 1897. A causa della sua lunghezza e della grande sua importanza ci riesce impossibile riassumere questo articolo dell'Einaudi, la cui lettura raccomandiamo a quanti desiderane conoscere le condizioni economiche, politiche e morali dei lavoratori italiani. Le notizie sulle piccolissime proprietà in alcune vallate del Biellese, sull'alcoolismo, sui salari, sulla vita di famiglia, sulla fortunata propaganda socialista etc. etc. suscitano il più vivo interesse. L'autore, noto per altre sue pregiate monografie d'indole economico-sociale e studioso delle istituzioni inglesi, chiude con questo augurio: « Biella fu detta la Manchester d'Italia; possano gli scioperi e l'agitazione operaia di questi anni essere l'inizio di una trasformazione grandiosa alla foggia inglese nei modi di discutere e risolvere le questioni fra capitale e lavoro! I grandi fenomeni storici si compiono solo attraverso a dolorosi attriti ed a lotte dilanianti; ma il loro avvento non è meno benefico solo perchè nati dalla lotta e dalla guerra interna e non invece dall'amore e dalla concordia ». (Riforma Sociale. 15 ottobre 1897). Juan Serrano Gomez: Appunti sulle Filippine.La Spagna non deve il possesso dell'arcipelago delle Filippine ai frati come ordinariamente si crede; nè la conquista fu pacifica come i frati van dicendo. Ciò che fecero le corporazioni religiose si fu di appropriarsi le terre migliori scovertii e conquistate dai naviganti e guerrieri imped~ndo colla loro intransigenza e col loro fanatismo che la conquista fosse effettiva in tutte le iso'e, così all'interno come sulle coste. Non la convinzione e la propaganda religiosa, ma l'apparato delJa forza e l'alleanza cogli indigeni contro i maomettani realizzarcno la conquista: gl' indigeni divennerò cristiani come avrebbel'J potuto divenire maomettani o buddisti. Nelle Filippine la guerra divenne lo stato normale e spesso fu guerra sceJlerata contro gli indigeni per sostenere la tirannia e l'avarizia dei frati; i quali stabilirono l'elemosina forzosa e non pensarono mai alla conve:.-sione degli infedeli e non ebbero altra missione che mantenere nella miseria gl' indigeni, discreditare ogni governo liberale, impedire ogni riforma e impedire sinanco che gli stessi indigeni apprendano la lingua spagnuola mercè la quale avrebbero potuto far conoscere le loro giuste doglianze. (La Administracion. Settembre). Le cascate del Niagara al servizio del!' lndustria. Vi è un accurata esposizione delle opere compiute e di quelle progettate per ottenere dalle Cascate del Niagara la più grande forza elettrica che sinora si c. nosca e che si spera trasmissibile ad oltre 300 chilometri. La spesa complessiva si calcoh in 25 milioni di lire e si conta avere a disposizione una forza di 450000 cavalli-vapore! L'anonimo scrittore dell'articolo così conclude : « Se rivolgiamo il peusiero ad abbracciare il complesso di quest'opera non possiamo trattenerci da un senso di schietta ammirazione per l'ardimento col quale fu intrapresa, per la larghezza di vedute e l'indomabile pertinacia con cui venne proseguita superando ost.acoli di ogni genere. Non si può asserire che ogni ostacolo sia rimosso, se non dal lato tecnico, certamente nei riguardi economici; ma se il cammino percorso è di per sè un serio e legittimo incoraggiamento, la migliore garanzia per l'avvenire del!' impresa risiede nel valora intellettuale, nella forza di volontà del gruppo di uomini cui ne sono affidate le sorti ». (Emporium Ottobre). (1) (lì Ogni numero di questa Rivista è splendidamente ilustrato. RECENSIONI. DEMOOR, ì\lASSART e VANDERVELDE: L'evolution régressiveen biologie et en sociologie. Paris. Felix Alcan., !897. p. 6. È un elegante volume -1'85° - delle Bibliotèque scientifi,queinter·nationale, scritto in collaborazione da sociologi e naturalisti. Gli autori procedono con la prudenza che si addice a veri scienziati nell'applicare le leggi della .biologia alla sociologia e nello stabilire le differenze. Non si può lodare abbastanza la chiarezza deJ:a esposizione e la buona scelta degli esempi per corroborare le loro vedute: il libro è un ottimo modello di metodo nelle ricerche scientifiche. Meglio che da un nostro riassunto, che potrebbe riuscire inesatto, quale siano i risultati delle indagini degli autori risulterà dalle loro conclusioni generali. « Ogni evoluzione è ad un tempo progressiva e regres• siva. Le trasformazioni degli organi e delle istituzioni sono sempre accompagnate. da regressione; così del pari le trasformazioni degli organismi e delle Società .... L'evoluzione regressiva non si opera in un ordine determinato e non costituisce affatto un ritorno verso lo Stato primitivo. Non è sempre vero che gli organi e le istituzioni più complesse e più fragili siano le più recenti e che scompaiono più facilmente e che di conseguenza la regressione avvenga sempre in senso inverso della progressione. L'evoluzione regressiva è irreversibile. L'evoluzione regressi va è cagionata dalla limitazione dei mezzi di sussistenza. In biologia essa ha per principali, se non per soli fattori, la lotta per l'esistenza fra gli organi e la lotta per la esistenza fra gli organismi. In sociologia, la selezione artificiale rappresenta una parte preponderante; la selezione naturale, una parte secondaria. Le cause occasionali dell'evoluzione regressiva sono l'inutilità della funzione, I' insufficienza della nutrizione e - in biologia soltanto - la mancanza di posto. Una istituzione o un organo, che hanno cessato di essere funzionali e perduto ogni utilità, diretta o indiretta, persistono intanto se l'uno o l'altro dei fattori dell'atrofia - variabilità o selezione - non agisce. » Tra le tante cose notevoli del libro notiamo ciò che dicono sulla degenerazione, sul modo d' intendere i ricorsi, sulla sopravvivenza di organi o istituzioni inutili, etc. Tra le sopravvivenze gli autori pongono la monarchia in Inghilterra. « Questa, essi dicono, costituisce un esempio « caratteristico di una istituzione, che ha perduto la sua « funzione senza cbe i suoi poteri siano stati formalmente « ristretti. Oggi, dice Bagehot, la Regina dovrebbe segnare « la sua propria condanna a morte se essa fosse pronun- « ziata dalle due Camere. » (p. 297 e 293). Ne tengano conto coloro che si sorprendono quando sentono che un

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