RIVISTA POPOLAl\E DI POLITICA LETTEim E SCIENZE SOClAU 175 alla piazza giacesse giomo e noLLe un infermo, che non può movcrsi e i passanli tirassero via senza raccoglierlo? E non è prccisamc11tc questa la condizione del sorclomuto non istruiLO? 'on è egli un malato guaribile tra sani, che cli lui non si curano? Un selvaggio Lra popolazione civile? Eppure ciò avviene in Itnlia. E guardate sLrana contraddizione della illuminata legislazione italiana ! Essa considera il sordomuto dalla nascita inabilitato di diritto (art. 340 cod. civ.); ma, se egli falla, è punito, pcrchè non gli vale l' impossibilità assoluta in cui si trova di conoscere le leggi. Essa ha stabilito l'obbligo dell'istruzione per tutli i citt~clini; ma ne J1a escluso il sordomuto; il quale, più che altri mai, di essere istruito ba bisogno per sottrarsi all'isolamento intellettuale e al disprezzo, di cui la società gli è spesso larga e per impedire che diventi pei malvagi uno strumento di malvagità. Un analfabeta può sviluppare la sua intelligenza, vivere come uomo; il sordomuto non jstruito, questo orfano della natura, non potrà fare altro che vegetare, essere sfruttato a vantaggio altrui, condurre una vita miserrima, orbata di ogni luce intellettuale e morale. Egli non vive : vegeta. Quanto è preferibile l'esistenza del selvaggio africano, il quale almeno vive fra pari e ad armi pari ! Doloroso a confessarlo! In qucsLo allevamento cli selvaggi nelle proprie città, ne' propr1 villaggi, l'Ilaliaj nostra Ila il primato in Europa. Nè vale a giustificazione addurre la legge del tempo, o la sua giovinezza , nazionale, o ragioni finanziarie. Qui si traLta cl' ignoranza crassa e colpevole, di neghitlosità, cli assenza assoluta di un concetto pedagogico e civil.c. E quel poco che lo Stato spende, spende male. La somma che il Governo destina ali' istruzione dei sordomuti è iscritta parte sul bilancio cieli' istruzione, parte su quello degli interni. Lo seri vcnLe, nel 1896, fece la proposta cll'cssa fosse raccolta tutta in quello dcli' Istruzione. Qui è affare di educazione; non di cusLodia, di ricoyero, di carilà. E nell'educazione elle c'entra la questura? Non è il ministro dcli' islruzionc pubblica il giudice competente riconosciuto dei migliori metodi educativi e dei nfodi di darvi attuazione? L'osservazione era di semplice buon senso. 11 Ministro Gianturco, timidamente , lo riconobbe e si disse pronto a ricevere tale somma dal collega clcgl' interni e a spenderla seconclo i dettami della scienza pedagogica. ì\'la il Ruilinì fece orecchio eia mercante, come lo fece per i gial'dini cl.i inltmzia, che, in parte, si ostina a mantenere iscl'itti Slù bi· lancio <lcl suo i\Iinistero. E clli paga comanda. Gl' lstituti sovvenzionati col denaro pl1bblico funzionano bene o male, s1condo il valore, la volontà e l'onestà clcllc persone che vi sono preposte. i\Ianca un controllo pubblico serio. 11 i\Jinistro 1wcseformale impegno alla Camera, nel 1896, in seguito ad un' intel'- rogazionc dcll'on. Rampol(li e mia, " di raccoglie1·c i « materiali per un inclil'izzo più uniformemente cdu- « cativo e istruttivo delle istituzioni; per togliere ,, l'cmorchia o, meglio, il clisorcli11c, che esiste, e IJl'C· « parare ,m definitivo gencrnlc coonlinamcuto tielle " scuole elci sorclomuli "· l'cl' mantenere l'impegno il i\Iinistro avl'cbbc dovuto chiamare ])l'esso cli sè una persona specialmente compctcnLc in materia (1), una Lesta moderna (e non ne mnncano in Italia), coll' i11crn·ico cl'imprimere ai vari istituti da lui direttamente o inclircttarncntc clipendenti e sostenuti col denaro pubblico, un indirizzo uniforme e corrisponclcntc alla scienza moderna. Invece, dopo un anno, l'on. Gianturco emanò una circolare, nella quale, secondo l'antico sistema condannato clai pedagogisti moderni d'ogni paese, mette insieme ciechi e sordomuti (mentre si tratta di due istruzioni essenzialmente diverse e per le quali occorrono metodi ancora più diversi) e domanda « di « poter conoscere in quali condizioni essi al presente « si trovano, al fine cli trarne norma per opportuni « provvedimenti, che valgano acl aiutare e stimolare « l'opera della privala carità a cui sif/alle istituzioni « rimangono e debbono rimanere principalmente a(fi- " date"· E il comodo principio ciel non te n'incaricare cretto a sistema cl.igoverno, a tutto danno dei poveri sordomuti e della moralità pubblica. ~Onde nessuna meraviglia che i confronti colle altre nazioni, anche solamente nei dati esteriori, riescano umilianti per noi. Si calcolano in Italia 3200 sordo• ·muti ncll' etàper l'istru::;ionc; ma soli 1400 la ricevono, per mancanza d' istituti ad hoc (2). Nel maggio '1896 un deputato prussiano mosse nella Camera rampogna al Governo, percllè, mentre nelle scuole e negli istituti prussiani si istruivano 4175 sordomuti, ancora 200 fossero privi lii tale beneficio; e la 1·ampogna ciel deputato aveva a fonclamento non la mancanza cl'istituti, ma la poca energia ciel Governo, il quale permeltcva che la ne~ligenza o il malinteso amore dei genitori non mandassero a scuola quei 2GO mutolini. In Francia, su 4000 sordomuti in età d'essere istruiti, solo un ·c1ecimo, per l'agioni varie, restano incolti. L'obbligo dell'istruzione pci sordomuti fu proclamato nclJoScl1leswigJ-Iolstein nel ·1805, in Danimarca nel -1817, nel regno di Sassonia nel 1873, Sassonia-Weimar nel -1874, 01dcnburg 1876, Norvegia '1883, Anllalt '18M, llrunswik -1894. l<'ervc una gara fra le nazioni civili a mettersi in regola con questo dovere solenne, elle è una conseguenza logica dell'obbligo dell'istruzione per tutti i cittaclini e della possibilità scientificamente e sperimentalmente dimostrata di dare la facoltà di parlare e colla parola l'educazione a 09 su '100 dei sordomuti, cioè a tutti quelli che non hanno un vizio anatomico incoi'-rcggibilc negli organi vocali. Non è <la confondc,·c, come pur troppo avviene, il so1·clomuto coli' idiota, col Cl'Ctino, coli' imbecille, cioè con quella categoria d'individui, elle sono affetti da Infermità mentale congenita o acquisita, la quale ha impedito lo S\'iluppo organico e funzionale del cervello; individui, che, su proposta fatta <faiSenatore Andrea (1) E. Scuri, Delle condi.::ioni dei sordomuti in Italia, Napoli 1893. (2) Secondo E. Raseri, Gli istituti e le scuole dei sordomuti in Italia, Roma 1880, i sordi o sordomuti italiani da istruire sarebbero 7000; quindi solo 1[5 o poco più sarebbero gl' istruiti,
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