Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 9 - 15 novembre 1897

• 170 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI secutivo all'attuale sistema di relegazione in poche isole. Il Lucchini, nella citata relazione, analizza il sistema dell'assegnazione in differenti Comuni, già messa innanzi prima del -i88l e scrive: « Pur lodanclo la sollecitudine governativa intesa a togliere al domicilio coatto uno dei tanti inconvenienti cui da luogo, crediamo fermamente che il rimedio sarebbe ancor peggiore del male e renderebbe il provvedimento più assurdo ed eventualmente anche più dannoso di quello che esso ora si presenti. Infatti, se da un Iato sal'ebbe tolto il vizio di agglomerar gente presumibilmente dedita al mal fare ed il pericolo di più agevoli consociazioni criminose, dall'altro Iato non si farebbe elle provocare una maggior diffusione degli elementi ritenuti nocivi o resi tali dall'odiosa ed improvvida misura, mandati ad infettare tutte le coutrnde ciel H.egno, mentre od il confinamento seguirebbe in lontane provincie e la difficoltà cli troval'c lavoro per mancanza di conoscenza degli usi locali e clelle persone si combinerebbe con le maggiori opportunità a delinquere, od il confìnamento si eseguirebbe nella stessa provincia e l'agevolezza di mantenere le relazioni cogli antichi camerati e di rannodarne nuove si combinerebbe colla maggior diffidenza dei terrazzani, più facilmente informati sulle qualità morali dei novelli ospiti. « Inoltre, come notava un periodico, competente in materia, se ora la vigilanza non è soddisfacente, avendoli riuniti in poche isole, essa diverrebbe problematica cruando venissero disseminati sul coutinenté' e affidali alle scarse e poco numerose stazioni dei carabinieri già sopracarichc di altre incombenze e cli fronte alle difficoltà topografìche rurali » (1). Poichè la bontà delle istituzioni e delle rilorme non si dedLtce daila bontà cll'csse dimostrano astrattamente considerate, ma da quella che esse possono spiC'ga,·c nei fatti, non bisogna dimenticare, che se il nuovo progetto cli lcg·gc dispone, fra l'altrn, l'assegnazione del coatto vizioso e poltrone allo stabilimrnto di lavoro coll'obbligo della segregazione notturna, una simile clisposizione è destinata per un pezzo a rimanere lcltera morta, deficienti come si è nel nostro paese di lavoro pei carcerati e cli celle. Circa ali' emigrazione facoltativa, di cui all'articolo 16, del progetto, mentre costituirà per quelli che se ne serviranno o potranno servire una pena gravissima e contribuirà ad impoverire la patria nostra, di molti dei migliori suoi figli, chi sa, d'altro canto, se non troverà ostacolo nei governi stranieri non sempre pronti a ricevere gli individui rcpudiati da un altro stato. Il domicilio coatto, nemmeno coi rammendi proposti dall'onorevole Rudinì, si manifesta dunque idoneo a tutelare la .società dai delinquenti, ed essendo di notevole aggravio fìnanziario, inclina piuttosto a rendere meno agevole la persecuzione della criminalità fomentandone taluna delle cause. Innanzi di enumerare e di illustrare tutti gli altri torti che rimpetto alla civiltà, ha questo istituto, vano in confronto di quelli che sono suoi obbietti confessabili, poichè secondo si è asserito e si dimostrerà, fra gli obbietti non confessabili, Ila quello - e ci sembra principale - cli partire in guerra contro i partiti avanzati, col socialismo a capo-fila, per l'ordine e la logica del mio scritto, dirò quì dcli' inutilità maggiore, che il torvo istituto ha in paragone dell'accennato suo obbietto politico. l\on è mestieri d'una conoscenza profonda della storia e specie di quella del clirilto penale, per sapere che le pene riuscirono raramente a vincere un vizio ed un costume e in specie fallirono se dirette a combattere un'attività inspirantesi ad una forte fede radicata in un grande bisogno. L'umanità si è sbizzarrita ad inventare le pene più (1) Loc. cii. pag. 66. feroci, ma l'uomo lla resistito anche quando l'azione minacciata e colpita non determinava in lui un piacere preponderante. La psicologia della pena ci porge una chiara e convlnccnte ragione del fatto. Tanto più la resistenza è stata maggiore e si è avverata la sconfitta finale della pena, quanto il motivo dell'atto era esteso ccl intenso e l'atto medesimo era, non anomalia individuale o ribellione isolata, ma ii prodotto spontaneo delle condizioni materiali e morali dell'epoca. L'onorevole Jludinì potrà pensare ciò che vuole del socialismo come quadro dell'avvenire e come critica dottrinaria elci fenomeni sociali e potrà, a norma elci suggerimenti ciel suo ingegno, della sua coltura, del suo carattere, della sua cduc.izionc, o degli interessi propri e dei. suoi rappresentali, reputai' conveniente di opporsi al movimento socialista, ma non potrà negare che il socialismo è l'espressione d'una infinita quantità cli esigenze insaziate dello spirito e del corpo, d'un malessere pro!ondo dell'organismo sociale, d'Lma rivolta a palesi ingiustiz_ie quotidiane, e riflette la necessità che un gran cambiamento nei rapporti interumani si compia. Che forza, sia pure minuscola, porterà contro il socialismo, così concepito nella sua verità, un provvedimento di polizia? La pena, ci ammaestra Romagnosi, ·deve valere qnale contro-spinta alla spinta elle determina l'uomo a preparare il maleficio. Dove esiste la proporzione fra l'incalzare delle cause onde nasce il socialismo e la controspinta del clomicilio coatto? Se i motivi sociali del socialismo, saranno tanto più gaglial'di elci llomicilio coatto e il socialismo farà il suo corso, i socialisti individualmente considerati non si asterranno dalla loro altivilà, per 1111 complesso di ragioni imparateci ciano studio della psicologia clell'apostolo e ciel - così eletto - clelinqucntc politico. La pc1·sccuzione, che appare più specialmente tale, quando, come nel nostro. caso non si ammanta nemmeno dei paludamenti cleUalegge comune, acuisce di frequenti, più elle non spenga, la passione politica cd è esca e non lreno a I delitto. Il progetto cli legge, che effettuato non sarà capace di raggiungere nè lo scopo buono nè lo scopo cattivo, sarà cespite invece delle più gravi lesioni alla libertà di tutti i cittadini, olfenclerà per i criteri che lo informano le conquiste più belle del dirilto, presterà il llestro alla clisparità di trattamento dei colpevoli, alla prepotenza ccl al sorpn1so, umiliel'à e clestituirà di prestigio la polizia, fornirà il pretesto di attacclli continui al governo da parte dei suoi oppositori. La commissione speciale, del 1895 che llo già ricordato proponeva che si desse al domicilio coatto il carattere vero e proprio di pena, quale in pratica, come scriveva la commissione stessa, ha realmente assunto. L'onorevole Rudini, invece nella relazione che fa precedere al progetto di legge, dice che vuole sia tolta al domicilio coatto « il carattere di pena, perchè colui al quale il clomicilio coatto, viene inflitto, non è accusato e giudicato per Lma tassativa disposizione di legge.» Sia che La si chiami pena, sia che non la si chiami, il domicilio coatto è, nei fatti, non solo una pena, ma una pena grave e le disquisizioni in proposito, sono le più bizantine. i\la se è una pena, perchè privare colui il quale vi può essere sottomesso di tutte quelle guarentigie che si sono ritenute necessarie aflincilè non altri elle il colpevole venga punito? Perchè si sott1·ac l'imputato alla pubblicità del giudizio; lo si fa giudicare non dai magistrati, ma da commissari straordinari; e si esclude l'intervento cl'un di tensore?

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