Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 8 - 30 ottobre 1897

RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI 145 rio come per il progressista? Chi accetta, andando un po' al concreto, ad un tempo libertà cl' insegnamento, di fondazione cli scuole per i preti e libertà cli associazione e cli riunione, di stampa, di propaganda qualsivoglia pei socialisti? Dove sono coloro che non vogliono per loro l'aiuto dello Stato e servirsi dello Stato contro i loro avversari? Dove sono coloro che dallo Stato vogliono soltanto la repressione de' reati comuni, e senza che tra questi si ficchino reati che la nostra morale attuale e l'attuale civiltà non riconoscono per reati comuni; che dalla tutela legislativa vogliono soltanto un minimum, ben dimostrato caso per caso, come neces~ario per ovviare ad infamie, a massacri d' innocenti e di deboli? Dove sono coloro che vogliono praticamente la legge uguale per tutti, assolutamente tutti, dal Re allo spazzino; le spese giudiziarie così minime da essere solo un freno ad inutili litigi, praticamente gratuita la giustizia? che , vogliono la responsabilità personale del funzionario di fronte al cittadino, del funzionario esecutore anche quando ha ubbidito ad ordini dei superiori, salvo rivalsa da parte sua sul superiore? Che vogliono l'azione popolare, ovunque avvi procedimento di ufficio? che vogliono il referendum? Insomma che vogliono la libertà e sovranità del cittadino individuale? La8ciarlo raccogliere tutti i frutti del suo operato in bene o in male, i premii come le punizioni che la natura ripartisco? -k * * Ricordatemi a vostra mogli~ se Ella ricorda l' individuo visto due o tre volte in carn vostra. E baciatemi, quel sacripaute d'un ragazzo che ,e vorra un giorno il bene, come volle le pahte quando lo vidi io, lo raggiungerà e realizze1 à di certo. Aff.mo M. P.\:'i"T.U.EO:'i"I ~~~~ Laprotedsteaci ontribuenti Il nostro redattore Caesar ha commentato brevemente i disordini di Roma e con poche, ma eloquenti cifre, ne Ila dato la genesi. Quei disordini, costituiscono un caso sintomatico cl' importanza non comune e su cui si e.leveritornare, perchè si om·c a·cluna serie svariata cli osservazioni, che servono acl illustt·arc la vita italiana: la vita economica e la polilicn. Unn pr·ima osserrnzione; L'imposta e.lil'iechezza mobile, che ha somministrato l'occasione all'ultimo tumulto in un paese in cui la proprietà fomliar·ia e i consumi più necessari sono 1nssali tanto ferocemente quanto l'Italia, (lovrcbbc rappresentare, in principio una cosa giusta: dovreblJc rappresentare almeno quella speciale giustizia, che e' è 11cl sottoporre tulli ugualmente ad una clata sofferenza, acl un clato sacrilìzio. Ci. sarebbe un privilegio iniquo infame dei professionisti, dcgl' inclustriali, elci commercianti se essi soli non fossero sottopo~ti ad imposte, mentre la massa elci lavoratori paga col clazio di consumo più di quello che dovrebbe e i proprietari, oltre tante altre tasse elle su cli essi si ripercuotono, pagano l' imposta fondiaria rnrale ccl urbana. li privilegio sarebbe tanto più ingiusto in quanto chè è risaputo elle la ricchezza mobiliare supera già cruella immobiliare ed è in aumento continuo e considercYole almeno nei paesi la cui costituzione economica è sana e che p1·cscntano evidenti le caratteristiche clclla presente tasc della civiltà. Egli è cosi che in Prussia esistono imposte equivalenti alle nostre sulla riccltez;;;amob'ile ed esiste in Inghilterra la famosa income tax. Questa imposta sollevò al cli là clclla ì\Ianica vivissime proteste. Ora è divenuta la base salda clcl bilancio dello Stato; al bilancio assicura tutta l'elasticità necessaria e vi agisce eia elemento compensatore cli tutte le possibili oscillazioni: cresce con facilità eia un anno all'altro se nel bilancio e' è un defìcil imprcvvisto, se so,·ge un bisogno cui si cleve provvedere cli urgenza; climinuiscc con la stessa rapidità se cessa quel bisogno e se il bilancio non solo è in pareggio, ma presenta un avanzo, elle ha apparenza cli solidità e non sembra accidentale o transitorio. Di Re l\Iicla la mitologia narra elle, per castigo clegli Dei, lutto ciò che toccava si cangiava in oro; una fatalità :1ltrettanto terribile, pare che incomlm sul governo della monarchia italiana: tutto ciò elle esso tocca assume i caratteri della frode, clella corruzione e della violenza. Così è av,·enuto clcll'imposta cli ricchezza mobile, clivcnuta uno slrnmcnto cli tortura per il popolo italiano e non un equo mezzo per far contribuire al mantenimento dello Stato q11elle classi cli citLaclini e quei recidili che srugfiono alle altre imposte; perciò essa è clivenuta o(liosa più che le altre. L'imposta di ricchezza mobile è giustamente ocliata c1uale cspr-cssionc ciel più esoso fiscalismo per il suo metodo di accertamento, per la bassezza ciel rcclclito imponibile e per l'altezza clell'aliquota. Come, e percbè queste tre condizioni agiscano per proclmTe il noto risultato appare evidente dal confronto con le condizioni similari presso altri Stati. ,1 ° Il metodo cli accertamento. In Italia la misura clell'imposta è lasciala all'arbitrio, nl capriccio, talora alla clisonestà elci rapprcsc11tantc ciel Fisco. Non valgono le buone ragioni e gli elementi e.li prorn che il contribuente può addurre a sua difesa; giova poco il ricorso alla Commissione comunale, che clonehbe essere la sola competente clclla equità ciel sacrifìzio imposto al contribuente elci luogo, cli cui conosce le condizioni reali, pcrchè nella Commissione provinciale prevale l'elemento gol'crnativo, disposto sempre a(l annullare le c.leli])crazioni cli quella Comunale, con prevalenza eletliva e a clar ragione all'agente appellante. Altrove giudice dell'equità tlcll' imposta cui viene sottoposto il contribuente 11011 è il solo Fisco;

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