Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 8 - 30 ottobre 1897

RIVISTAPOPOLAREDI. POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI {59 Per riroediare sarebbe stato utile l'esperimento della libertà, anche limitato alla sola Sicilia ; ma non si è tentato e non c' é da sperare che lo tenti l'attuale ministero autoritario e protezionista. Noi vedremo quindi il ripetersi di agitazioni, oggi disorganizzate, ma che si andranno organizzando; ma rimanendo il protezionismo, le apparenti vittorie che otterranno i contadini non gioveranno a loro. Alla sua volta il governo dalla violenza protezionista in economia sarà trascinato alla violenza politica contro i lavoratori. Sicché l'emigrazione e la rassegnazione del contadino saranno le sole forze sopra cui potrà contare Io Stato perché si riequilibrino la offerta di lav.oro e la sce• mata capacità d'impiefì'O dell'agricoltura. È facile predire l'insuccesso di una politica di così corte vedute. (Giornale degli Economisti. Ottobre 1897). Prof. Angelo Main: La storia dell'usura nel mondo pagano e ~el cristianesimo. (1) Malgrado gli sforzi continui della Chiesa, l' usura nel medio evo estese l'azione divoratrice perché favorita da un complesso di fatti di ordine economico e politico. Le crociate· coli' esportazione del denaro 1~ resero più raro; e ne profittarono gli Ebrei, che taglieggiarono i crociati: sicché in pochi anni divennero padroni della metà dei fabbricati di Parigi e tennero i debitori in conto di schiavi. I concili, da quello di Westminster 1125 in poi, e vari editti di principi cristiani vietarono l'usura; ma non la soppressero. La Chie~a così cercò rìmedii mo· rali_ e r~ligiosi contro l'usura più efficaci (?) di quelli precomzzati dagli economisti nella libertà e nella concorrenza. L'u~ura si svilupp6 pure sotto il regime dei Comuni in It_ah~, nei quali cominciarono a prevalere gli abusi del ca· pitah~mo monetario, cÌle li condussero dai liheri l ordina· menti alle forme oligarcl1iche o al principato; perciò Dante sottopone l'usuraio a pena più grave dell'avaro. S. Antonio di Pùdova e S. Bernardino di Siem colla predicazione e promovendo adatte istituzioni cercarono infrenare l'usura nel periodo dei Comuni. Oggi l'usura ris'orge e la sociologia ha il dovere di studiarne le cau~e e i rimedi. La Chiesa cattolica da parte sul insorge a favore. dei deboli e raccomanda le Casse rurali. (Rivista internazionale cli scienze sociali e discipline ausiliarie, Settembre). Prof. Antonio Ri;;zuti : La scuola. Una scuo1a secondo gl' insegnameuti del De Sanctis non è cosa viva se non a patto che accanto ali' insegnamento ci stia la parte educativa, una ginnastica intellettuale e morale, che stimoli e metta in moto tutte le forze latenti dello spirito. li meno che un giovan~ poisa domandare alla Scuola é Io scibile, anzi lo s ibile é lui che deve trovarlo e conquistarlo, se vuole sia davvero cosa sua. La Scuola gli può dare gli ultimi risultati della scienza e se non fosse che questo, in verità, una scuola é di troppo: tanto vale pigliarli in un libro quei resultati. Cio che u1 giovane dee domandare alla Scuola ò di e~ser messo in grado che la scienza la cerchi e la trovi lui. Perciò la Scuola è un laboratorio dove tutti sono compagni nel lavoro, maestro e discepoll e il maestro non esponga solo e dimosiri, ma cerchi e osservi insieme con loro, sì che attori sieno tutti, e tutti sieno come un solo essere organico, animato dallo stesso spirito. Una scuola così fatLa non vale so!o ad educare l'intelligenza, ma ciò eh' è più, ti forma la Yolontà. Vi si apprende la seri<ltà dello scopo, la tena ·ità dei mezzi, la risolutezza ac<!ornpagnata con la disciplina e ron la pazienza; vi si apprende, innanzi tutto. ad essere uomo. La (1) ln due precedenti numeri della Rivi~ta l'autore aveva esaminato l'mmra nel mondo pagano. scuola come la intendeva De Sanctis potè dare Luigi La Vista; com' è organizzata adesso vien meno allo scopo intellettuale e morale; non educa, non forma il carattere e ci dà mae,tri e discepoli degni di quei programmi che Giusti dichiarava imbottiti cli stoppa enciclopedica e che riescono perfettamente inutili. (Biblioteca italiana, N. B). RECENSIONI. HocToR DE:-.:1s: /lisl"oire des syslimes economiques et socialisles. Charles Hozez. Bruxelles. Questo primo volume dell'illustre professore della Università libera di Bruxelles é consacrato ai fondatori del1' Economia politica - ai Fisiocratici e ad Adamo Smith; un poco anche al suo precursore David Hume. L'esame del contributo da loro apportato nella scienza e della critica multiforme, cui sono stati sottoposti, é fatta con ele• vatezza rara; ma ciò che maggiormente attrae é la serenità sua, quale non avrebbe potuto attendersi da un socialista militante. Più che dallo studio consacrato ai fondatori dell'economia politica come pensa l' A. può rilevarsi della Introd·uzione, che costituisce una sintesi veramente rimarchevole dell' evoluzione delle dottrine economiche e socialiste. Egli crede, con altri che siamo in una fase cri- .tica, nella quale tutte le idee sono tornate ìn discussione, che preparerà la fase organica, una sin tesi, che riso! verà gradatamente la lotta moderna del socialismo e dell'economia politica. Questa sintesi riceverà il nome di sociologia economica. Questa storia delle dottrine economiche d0 cide in tre epoche: 1• Costituzione metafisica della Sociologia economica statica; 2• Castituzione e critica dell'Economia politica come scienza delle ricchezze; 3• Costituzione positiva della Socio'.ogia e~onomica dinamica. In questa epoca troverà il suo posto il socialismo positivo, che sarà preparato dalle scuole induttive e riformatrice-storica, etico-riformatrice e positiva. L'economia non sarà distaccata dal diritto e si svolgerà insieme a tutta la scienza sociale. li primo volume, che si occupa della sola prima epoca, fa clesiderare vivamente che vengano gli altri consacrati alle due epocl e successive e che rinsciranno di maggiore interesse. JEssm WHITE i\I.\RIO: Le opere pie e l' in/anlicidio legale. llovig•o. rntta i\Iinclli, '1897. Jessie \Vhite, la vedova illustre di Alberto Mario, l'amica di Mazzini, di Garibaldi, cli Cattaneo, di Bertaoi, l'inglese che si é fatta italiana con quarant'anni di sacriflzii di ogni sorta, e di studii tutti consacrati alla libertà e al progresso del nostro disgrniato paese, ha pubblicato testé questo nuovo libro, eh' é un'altra sua opera buona. Essa prende le mosse dai dolorosi fatti della S. Casa dell'Annunziata di Napoli; e di essi e degli altri analoghi che in ogni tempo e in ogni parte d'Italia si poterono e si possono segnalare nessuno poteva occuparsi più degnamente di chi scrisse il classico libro sulla Miseria in Napoli. La Jessie Wbite Mario si riv,.Jgti alfe donne italiane perchè intraprendano una nobi'e e santa crociata in difesa dei trovatelli, al cui ass~ssinio legale quotidiano si assiste indifferenti. Noi non abbiamo bisogno di aggiungere altro per racc mandare il libro. Dolt. Cav. Dccro ALmx1 : L' in(an::;ia. abbandonala in Francia. Roma. E. Loeschcr. -1897.L. 4. Buon libro I he viene alla sua ora piusta e che va a fare huona compagnia a quello della lessie \Vhite vedova Mario. Mantiene più di quello che promette, poiché non

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