Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 8 - 30 ottobre 1897

• RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 1.57 obbligata ad impiantare i fili distributori in un breve tempo indicato nel contratto. La città può estendere la illuminazione elettrica delle strade ,:ruanto vorrà ad un prezzo unitario fissato nel contratto. I libri della società devono essere sempre ostensibili alla ispezione dei pubblici ufficiali. La società è poi legata con patti rigorosi in ordine all'apertura di nuove st1•ade, all'impianto della rete di fili distributori e al prezzo della luce dei privati, il quale è fissato nel contratto e non può esser cambiato senza una deliberazione del consiglio comunale. Finalmente la città richiede una cauzione di L. 2f2.500 e l'obbligo nella società di avere un fondo di riserva uguale al 20 010 del capitale impiegato, il quale deve essere investito in cartelle del municipio di Berlino e tunuto in deposito presso i magistrati della città. In aggiunta a tutto cio la città si riserva il diritto di riscattare tutto l'impianto in qualunque tempo, al giusto prezzo di valutazione peritale, come è stabilito espressamente nel contratto. Un altra prova della oculatezza e abilità che informa tutte le convenzioni concluse dalla città di Berlino con gli speculatori privati, è la concessione per le tramvie nelle strade della capitale germanica. Tutti i nuovi tronchi devono essere approvati e diretti dal comune e per ciascuna di tali concessioni parziali la società è obbligata a pagare un tanto. La società paga, inoltre, una percentuale dei suoi introiti lordi, la quale aumenta in proporzione dell'aumento delle entrate. La minima rata fu stabilita in principio al 4 OJO; ma ora la percentuale ba raggiunto circa 1'8 010, fruttando al comune un utile netto di più di f.250.000 lire. La Sc>- cietà è obbligata con patti rigorosi alla manutenzione e allo spazzamento delle vie per le quali passano le sue linee. Ma quello cbe è più notevole è il fatto che nel 1g11 l'intero impianto diverrà proprietà comunale senza la menoma spesa. Sembra quasi incredibile che delle imprese possano fiorire sotto tali e tante restrizioni; ma evidentemente fioriscono. li modo nel quale la città. di Berlino tratta e CJnclude le sue convenzioni e le concessioni di tanti. servizi, è prova di una capacità finanziaria e legale e di una abilità negli affari in contrasto stridente col modo tenuto in altri paesi nei quali sono addirittura gli speculatori che dettano i patti per i loro monopolii quasi incondizionati. (Fmrum agosto). Prof. Ercole Vidari: Il XX settembre e il partito clericale. La caduta del potere temporale dei papi è il maggior fatto di questo secolo; al fatto il clero cattolico non potrà acconciarsi se non quando avrà acquistata la salda convinzione che in Halia potrà godere la stessa libertà di cui dice di godere altrove. Non e' è da meravigliarsi, e molto meno da indignarsi, se il clero e i clericali non si associano alle nostre feste pel XX settembre - come fecero a Milano dove non vollero far sventolai e la bandiera italiana dalla guglia del Duomo in detto giorno. Essi esercitano un loro diritto. « Costringere i vinti a giubilare coi vincitori, sarebbe disumano e altamente illiberale. D'altronde, se Munidpio e Governo non si associano alle feste della Chiesa cattolica, non v' è ragione al mondo che questa debba associarsi alle feste nostrto civili e politiche. Libertà ~er tutti; e libertà, non soltanto a parole, ma a fatti, anche. E il risp~tto delle diverse opinioni che manca in Italia; e se da una parte si pecca di intransigenza clericale, dall'altra si pecca di intransigenza giacobina. l': se noi diciamo che i clericali, comportàndosi come fecero in Milano, offesero il sentimento nazionale; i clericali possono rispondere che noi, celebrando il XX Settembre e pretendendo che essi si associassero al nostro giubilo, offendemmo il loro sentimento re!igioso. E se per noi è sacrosanto quello; per essi è sacrosanto questo. » Ciascuno segua la propria via. Il par-tito clericale continui pure a stare io armi contro l'Italia; meglio un nemico aperto che nascosto. L' Italia, da sua parte, si dia meno pensiero di quel partito, se non per tenerlo in freno quando minacci di offendere le leggi dello Stato, Ma, ove queste leggi non sieno offese con fatti posi tivi e non con semplici astensioni, lasci ad esso quélla libertà che lo Statuto guarentisce a lutti; e quindi anche ai clericali, che sono cittadini essi pure e pagano le imposte come le paghiamo noi. (L'Idea liberale 3 ottobre i897). Mr. S. Mulhall: Il commercio dell' Inghilterra con la Germania e col Belgio. A proposito dei trattati recentemente denunziati dal Regno Unito, così l'autore riassume le cifre del commercio con la Germania e col Belgio: Col trattato esistente il commercio germanico con l'impero britannico è salito così notevolmente eh"' l' aumento nel decennio i885-1895 ha raggiunto il 52 Oro,mentre il commercio inglese con gli altri paesi è salito del 14 Oro soltanto. La· Germania consuma di prodotti inglesi e delle colonie britanniche il 60 010 in più di quello che l' Inghilterra consumi di prodotti tedeschi. Se i tedeschi contrassegnassero col nome di Prodotto inglese tutto quello che noi mandiamo l~ro, il rapporto con quello che noi chiamiamo manifattura tedesca sarebbe come di \.re a due. Il nostro commercio con la Germania è più grande (comprese le Colonie) di quello di qualu:ique altro paese d' Europa e forma il 22 Oro dei nostri affari con tutta l'Europa. Quanto al Belgio, noi facciamo la maggior parte del suo cabotaggio e possediamo inoltre una così larga parte del suo commercio, che essa è, in se!lso mercantile, quasi una ncstra colonia. L'ammontare complessivo del commercio tra lo impero Britannico da una parte e la Germania e il Belgio dall'altra salì da 87,200,000 di sterline nel 1885, a 119,000,000 sterline nel 1895: un aumento del 37 Oro, mentre il com mercio del mondo nello stesso periodo salì soltanto del i6 0(0. Qualunque stipulazione nei nuovi trattati tendente a fermare o a rallentare la corrente di commercio tra la Ger• mania o il Belgio e il Regno Unito e sue colonie, colpirebbe i più vitali interessi del popolo inglese. (Contemporany Review, Settembre). Giuseppe Gadda : Romacapitale e il ministero Lanza-SellaTutto l'articolo è inteso a dimostrare che il Diario di Stefano Castagnola, dal quàle appare che Lanza e ViscontiVenosta nel i870 fossero contrari alla venuta in Roma e che il merito principale della breccia di Porta Pia spettasse a Sella, è fantastico. Confessa che la impreparazione militare in quell'epoca fu una fortuna per l'Italia perchè contribuì molto ad impedire che trionfasse Vittorio Emanuele e il partito militare che volevano aiutare Napoleone 3° contrJ la Germania. Si ricorda che la repubblica francese, appena proclamata, per bacca di Jules Favre ci dichiarò il 12 Settembre che ci lascerebbe fare con simpatia, e cbe più tardi, il 22 Settembre, Senard e Cremieux felici• tarono il governo italiano per la occupazione di Roma. Roma capitale deve avere una grande missione: essa per le sue condizioni materiali e morali non puo essere un ceotro che assorba economicamente l'Italia, come Parigi la Francia. Roma, perciò, deve favorire quel decentramento nelle funzicni locali di governo cbe è naturale ali' Italia. Urge provvedere per questo decentramento, nel quale sta il vero rimedio contro i mali del Parlamentarismo. Il veleno della corruzione cue ha inquinato tutto l'organismo che fa perde e al Paese il senso morale e la fede nella giustizia per insozzarlo nel fango dell'affarismo, deriva dall'accentramento. (Nuova Antologia 16 Settembre).

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