RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 1.51 « L'Heinickc, invece, non soddisfatto della via per « iscrittura e persuaso che la parola è la forma llrima -« naturale del pensiero, cui null'altro vale a sostituire, « e che essa è, per altro, il vero mezzo pratico per « togliere il sordomuto all'isolamento, a che lo con- " danna il suo infortunio, e ricongiungerlo così dav- " vero alla società, licnsi al mcto<loorale; in esso per- " tinacc conlinua, dichiaran(lo essere la lingua par- " lata l'unico mezzo adeguato pcl quale si possa pro- « curare ai sorclomuli un'istn1zione appropriata, intcl- " lettualc e p1·alica. « I (lttc 111et0di,11011appena ebbero occasione di « vedersi, si. urtarono e si respinsero; e i due cam- " pioni di essi batlcrono poi la propria strada, voi- ·« tandosi le spalle "· La scuola ccclcsiaslica iniziata dall'ab. dc l'Epée, « intenta a fare il cristiano, così ragionava: Il gesto « è Ia lingua, pcl'fczioniamola sulla llOSlra e con essa « e in essa istruiamolo per la parte spirituale, scopo « pri11cipale, sc1·ivcva l'abate De l'Epéc, e/te mi sono « proposto, sobbarcandomia quest'opera. « La scuola laica, avendo di mira il citlatlino, pcn- " sava : Solo la parola può congiungere il sordomuto « alla società; dunque facciamol.o par·larc. « Per· la p1·iuw,lieta cli provvedere con l'istruzione « religiosa ai (lcsti11i(lcll'anima ciel so1·clomuto,il resto « era acccssol'io; per la seconda qui cominciava il com- " pilo assunto; prima si fa l'uomo, poi si battezza. « Donde gli islituti della prima furono e sono spc- " cialmcntc istituzioni di bcncfìccnzn, collegi chiusi SLl « moclello seminaristico, però negazione clclla famiglia; « quelli della seconda erano e so110specialmente scnole, « e cl.ovec'è il convitto, brilla scrnpl'Cla sacra fiamma «ciel focolarr, la famiglia» (1). Pcl'fezionò il metodo francese l'abate Sicarcl, successore ciel De l'Epéc, (l7 42-822); il metodo tedesco fu perfezionato dall'Jlill ( 1805-874), il quale divinò il segreto, che circondava l'operosità dcll'Hcinickc inventanclo un metodo d'istruire i sordomuti conforme a naturn. A questi generosi apostoli cl'ollre Alpi fecero eco in Italia l'abate Assarolli cli Genova (Li53-829), la cui cristiana carilù fu così ardente, che negli anni di. discletla l' istituto era la camera cli lui, dove, sotto il proprio letto, teneva Lre o quattro lctlicciuoli, che tirava fuori la sera per· farvi dormire i mutolini elle non potevano recarsi in famiglia, l'abate Provolo di , 1ero1ia, il Ualestra tli Como, il Pendola e il l\larclliò di Siena, il Tarra cli l\lilano, il G·hislancli di Ilcrgnmo, il Lazzcri di Torino, a voler menzionare solo i più noti tra i clcf1111tTi.utti, meno l'Assarolti, furono difensori clcll'inscgnamcnto della parola e colla parola, mclo(lo che ottenne incont1izion.1Laapprovazione nei congressi inlcrnnzionali cli Milano ( 1880) e di Ilrnxcllcs ( 1883) e che solo risponde alle leggi clclla pedagogia scientifica e al fine socinlc, che si propone l'istruzione dei sordomuti che è queHo cli mctlerc questi infelici in diretta e 1101·malccoumnicazione cogli u(lenti. Continua. Pi·or. LUIGI CREDARO l>erutato al Parlamento (1) Vedi: Dizionariodi pedagogia diretto daMartinazzoli e Credaro, Voi. Il. p. 205. Milano, F. Vallardi, 1896. ~ La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scien.te $Ociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4° grande. Per abbonarsi, spedire lettera o Cartolina-Vaglia a/l'Onorevole Dr. Napoleone Colajannl - Roma. CRONACA AZZURRA Il. (Tradizioni domestiche) (Monastica) Allorchè nel 1870, Vittorio Emanuele spinto dalla corrente popolare e impaurito dalla minacciata rivoluzione si decise, per salvare la monarchia, ad entrare in Roma, col cilicio sotto l'uniforme e con la prece espiatoria sulle labbra - egli riassunse in sè tutta intiera la tradizione della sua casa nel motto famoso: anche cousta baloussada m' tuoca fe ! E la riassunse Umberto di Savoja pochi giorni sono quando alla ridicola minaccia del Pontefice di sconsacrare la chiesa del Pantheon, egli piegò il capo, concedendo che il monumento a Vittorio Emanuele fosse collocato in un cantuccio cattolico, scuro, della chiesa, piuttosto che nel centro sconsacrato, alla piena luce di un secolo ribelle al Vaticano. La tradizione monastica è una tradizione essenzialmente allobroga, come chi dicesse una spada intrecciata ad un calice, un trofeo d'armi collegato ad un simbolo dell'inquisizione, un elmo di guerra tramutato in una pila d'acqua santa. E però lo acutizzarsi del sentimento monacale in questi ultimi tempi per parte della dinastia Sabauda non è che un fatto di puro atavismo : un ritorno acuto alle prime origini. L'arma incisa sullo scudo di Umberto Biancamano è un' Aquila. Alla qua1·ta generazione l'Aquila si tramuta in Croce: e i duchi di Savoja indossano con pari disinvoltura l'ermellino del vescovo o la cotta del soldato. É un fantastico succedersi di frati e di guerrieri, non solo fra gli incerti bagliori dell'Evo medio, ma eziaudio quando la fiaccola del risorgimento fuga gli spettri dell'Inquisizione e dalla cuscienza umana rinverdita sbocciano i germogli d'una vita nuova. * * * Lasciamole sfilare queste ombre medi0evali. È Tommaso I che mette piede in Ginevra, as-- sumendo la difesa dei vescovi contro i Conti laici del Genovese - mentre dei figli suoi: Bonifacio diventa arcivescovo di Cantobery, Filippo arcivescovo di Lione, Guglielmo vescovo di Valenza - e Pietro, il Piccolo Carlomagno, tramuta l'aquila in croce nel blasone di famiglia. Poi si avanza Amedeo V che tradisce più volte i nepoti e usurpa il dominio savoiardo. Egli lotta dapprima coi vescovi di Ginevra, ma ottenuto l'intento d'impadronirsi del castello del1' Isola, accetta in perpetuo per sè e suoi l'ufficio di luogotenente del vescovo di Ginevra.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==