RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 127 nezze che sognano spade e brandi sfavillanti al sole delle battaglie nazionali; un cupo rumoreggiare di coscienze che si ridestano alla luce vivificante del martirio - che si stendono la mano congiurati alla redenzione in mezzo alla corruzione, al sacrificio in mezzo all'egoismo: - che s'inginocchiano muti, pallidi, frementi per onorare la tua santa forca, o GuglielmoOberdan ! Essi onorano il loro Guglielmo: noi onoriamo il nostro. Le goccie d'acqua che il vento del Nord spinge, in queste notti fatali, attraverso l'~lpi Giulie per le vallate italiche, son goccie di lagrime e di sangue che bagnano la nostra fronte. Noi non vogliamo sentire altri inni che quelli che ci vengono dalla lira le cui corde sono i fili del capestro dei martiri - delle quali ogni strappo è una tempesta, ogni accordo una melodia sacra all'eterna giovinezza del pensiero nazionale. Lasciamo che altri pieghi le ginocchia innanzi a chi dall'alto del suo trono di malachite e di smeraldi scomunica, in nome di Dio, il risorgimento italiano, i suoi martiri, le sue bandiere, i suoi trofei, le sue vittorie. Le nostre ginocchia si piegano soltanto innanzi a queste ossa nude che nella notte buia mandano lampi e faville nel cimitero di Trieste; lampi e faville che attraverso le Alpi coronate di tempeste alimentano nei nostri petti la fiamma del sacrificio. E i nostri cuori non odono che questo grido del martire morente ripercosso di rupe in rupe, di fiume in fiume, di vallata in vallata, dagli echi d' Italia: rivendicate alla Patria i suoi confini - al Popolo la sua Libertà - alle nazioni la Fratellanza - a tutti .la Giustizia. EDOARDOPA:ìT.\:ìO. ~/",..../"-./'....~~""-/"'-./..._.,,."\.../'-../"\.../'\.../....._,,,... I Refrattari del Caucaso Mostruosi fatti attualmente avvengono nei domin'i dello Czar. Più di quattromiJa esseri umani vi periscono di fame e di rifinimcnto e soccombono ai colpi, alle torture cd alle persecuzioni d'ogni sorta, di cui son prodig·lle clisinvolte e diuturne, le russe autorità. Codesti martiri sono i Donkhobortzis clcl Caucaso, contl'O ai quali le sevizie atroci di più in più acuiscono, sol perchè la loro reUgionc s'oppone alle uccisioni e ad ogni e qualunque atto cli violenza inumana, dircllo ocl indirctto che sia. In questi llltimi mesi, così nella stampa russa come nella Stl'aniera, qualcosa venne detto intorno agli uomini straordinari cle' quali noi parliamo. ~aluralmente, le notizie germinanti nel campo autocratico furono, per così clire, daziale al baliatico clelJa paterna censura. Ciò che venne, ripetutamante distesa· mente, onestamente mostrato nei periodici, specie occidentali, il pubblico russo, a stento e in piccola misura, naturalmente, riseppe. Ed ecco pcrchè non crediamo far opera vana quì narrando a grandi tratti, ma pur suITTcientiali' ira e allo sdegno elci generosi e dei civili il dramma tristo che si svolge nel Caucaso, sintetizzandone le circostanze che lo provocarono. I Donkllobortzis apparvero nell'Impero Russo alla metà dell'ultimo secolo. Al cominciare del decimonono, il principio della loro dottrina era così nettamente elaborato e gli aclerenti all'Idea sì numerosi che Governo e Chiesa ortodossa se ne impensierirono grandemente; e, dopo aver classificata coclcsta nuova setta fra le più dannose, diedero mano alle persecuzioni. La dottrina doi Donkhobortzis consiste nella credenza che lo Spirito-Santo risiede nelJ'anima cliognuno ed all' anima inspira il dovere. Essi, i martoriati, interpretano l'incarnazione cl,iCristo, i suoi atti, le parole sue, la sua passione in un senso puramente spirituale. Secondo essi, Cristo volle, con esempio di sangue, insegnare agli uomini come clebbasi soffrir sublime per la giustizia terrena. E Cristo sotlre ancor oggi per l'uomo che secondo i comandamenti suoi non viva e secondo lo spirito del Vangelo e l'amore pcl prossimo. Adoratori cli Dio in uno spiritual rapimento, codesti pcrseguìti non hanno un luogo sacro al culto nè riti speciali ccl opinano che la Chiesa si trovi dove alcuni fedeli son riuniti nel nome di Cristo. Pregano interiormente cd a qualunque ora. Pei giorni festivi organizzano comunità religiose; allora leggono preghiere, intuonano cantici - o piuttosto, com'essi dicono, salmi - e si dmmo fraternamente il benvenuto, si salutano con amore sviscerato, perchè crcdo11Oche ogni uomo porli in sè la divinità. La dottrina dei Donkllobortzis è basata sulla tradizione. Questa essi chiamano il libro della vita, da poi che vive nel loro spirito e nel cuor loro. Della tradizione meclesima una parte è formata eia salmi estratti daU'Anlico e dal Nuovo Testamento; un'altra parte, dai rcsultali dcli'cspcricnza còlicliana. Sono basate sull'amore le relazioni cle' nonkhol)ortzis fra di loro e cogli altri uomini. Da codesto popolo anche le bestie sono trattate con estrema bontà. ])ali' idea di amore esso passa naturalmente a quello clifraternità e d'eguaglianza; e, logico fin nei suoi rapporti col Potere pubblico, non si crccle obbligato a rispettare gli ordini superiori, quando quegli ordini sono in conLraclizionc con la voce clclla sua coscienza. Si sommette, per altro, a tutto ciò che gli pare non si opponga alla divina volontà; volentieri si sommette agli agenti clcll'Autoritù, co111c /osscr6 scn,plicemenle 110111i11i, se11!;;a veste officiale. Stima contrari alla sua coscienza ccl alla volontà clivina l'assassinio e la violenza, in generale, ogni atto verso gli esseri viventi, men che eiettato clall' amore. Laboriosi e tcmprra11ti, i ))onkhol)Orlzis son ligi alla verità, ché la menzogna è per essi peccalo grave, inumano.
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