-1.38 RTVIS1.'APOPOLA.REDI POLITICALET1.'EREE SCIENZESOCIALI siano dovute alla soppressione dell' insegnamento religioso: i giovani delinquenti vengono spesso dalle scuole congrfgazioniste ed hanno fatto tutti la loro comunione. Mentre è ver.1 che l'anarchia ba le sue radici nel catto · licismo: neglì Stati Uniti è dovuta all'elemento irlandese. Se in nome della libertà di coscienza bisogna tolle1:are l'esercizio dei diversi culti, per quanto f,,lli essi appariscano a quelli che sono estranei alla setta cbe li professano, ciò non può essere se non a condizione, che essi si esercitino a porte chiuse. Le pratiche religiose divenute clandestine si avvicinerebbero alla morte; perciò il clero cattolico reagisce contro il tentativo in tale senso. (Humanité Nouvelle. Agosto-Settembre). Gabriel Tarde: Scuolae delitto.Risposta logica, rigorosa e documentata all'articolo di Alfredo Fouillée pubblicato nella Revue des Deux Mondes e nel quale si rendeva responsabile la Scuola dell' aumento della delinquenza dei minorenni in Francia. I fatti dicono diver3amente. Il doJoros'> fenomeno non è proprio della Francia, ma di tutta l'Europa e le stesse statistiche francesi dimostrano luminosamente che se la diffusione delle scuole non ha avuto i resultati benefici moralizzatori sperati, non ha avuto nemmeno, quelli at•ribuitiglì dal Fouillée, che senza volerlo è venuto in aiuto dei reazionari. La scuola può nuo~ere in quanto permette i frequenti contatti tra giovani bene educati e giovani corrotti; ma la causa del fe- • nomeno e diversa e va cercata nell'azione complessa esercitata dal contemporaneo decadere del!' amore di patria, della vita di famiglia e del sentimento religioso e dal prevalere esclusivo del desiderio del benessere e dei godimenti. La stampa esercita un'influenza nefasta per mezzo del contagio del delitto, che provoca e favorisce. Dobbiamo disperare? « Non ci sarà più una base su cui poggiare il dovere? Religione, patria, famiglia, tutto se ne va? Ma no, tutto si trasforma piuttosto. E chi sa che noi non ci avvi<Jiniamo ali' ora in cui la vera e potente attrazione maggiore sarà quella non dell'assorbimento, ma della sublimazione di tutto ciò, ri ·emprato, ringiovanito in questo federalismo superiore, in questo patriottismo trascenden le e iuternazionale, cbe tende a divenire ni>gli strati i più elevati delle nazioni moderne, il sentimento unico destinato a rimpiazzare I' immensa speranza di altra volta?. Vi è nel culto e nell'amore della nostra civiltà europea da propagare, da spiegare, da epurare, da stabilire pacificamente, qualche cosa di più realmente attraente e affascinante che non sia l'ideale socialista. che avrà servito, lo spero a preparargli la via. » (Archives d' Anthropologie criminelle. 15 luglio 1897). Giovanni Bor-elli: Motivi socialisti. « Il socialismo non si combatte negandolo o diminuendolo, per artiflzio fanciullesco, di peso e valore. Rampolla per necessità di cose dalla soverchiante onnipotenza capitalistica, ed esprime la fatale pr testa della coscienza e dell'intelligenza umana. Quando Gabriele d'Annunzio si balocca, dinanzi alle dame bagnanti e ai decadenti fratelli, in maiuscole arcaiche e dieresi dol-· cissime, con i più frusti ricordi del Jatinello liceale, per opporre al socialismo di Carlo Marx, e alla dialettica del Kautsky, del Deville, dell'Antonio Labriola, il concetto idilliaco della siepe virgiliana o teocritea, falso anche in rapporto al mondo-greco romano e a quel diritto di conquista riassunto prima che negli uomini, nello Stat, e nel Nume, - oltre a darsi una patente. anzi una autolaurea cli ignoranza, calunnia lo stesso ufficio delle lettere ed inganna audacemente gli elettori inconsapevoli. No, o Superuomo aure'llato, o magico fattor di sinfonie vocali, il socialismo se ne ride della siepe georgica e d' altre simili fantasie ar cheologiche. Dalo anche che quella siepe non sia stata mai altro che un'illusione verbale di poeti, oggi nulla esprime e nulla può più esprimere nemmeno nella lingua di Erberto Spencer o dello stesso Federico Nietszche; due celebri, il primo per virtù di raziocinio formid~bile, il secondo per nervosa genialità. ben altrimenti costituiti, di quello di Claudio Canl,elmo. E non ri~sco a deplorare questo necessario ascendere del collettivismo marxi'!ta: l'azione sua nella società rapprP.senta, se non altro, il provvidenziale risvegliarsi della coscienza e del 'a mente po;iolare, torpide e cieche sin quì per tutti gli spropositi e per tutti gli avvilimenti cui sono state soggette. Ciò che mi spaventa, invece, per quanto si dovrebbe censurare della storia e della tradizione, del'e opere ~ delle speranze del pensiero umano; ciò che mi spaventa per la mia fede e pel mio orgoglio di studirso e di uomo di parte, é la buia incoscienza o la mala fede di troppi conservatori e liberJ!i, i quali, per conservare qualche cosa, non trovano di meglio a fare che recitar spr.:ipositi contagiosi, comprar voti, barattar collegi elettorali o pubblici uffici e, a tempo pe-rso, svaligiar banc"e, salvo a predicar perduto l'onore d'Italia e del suo esercito, perché Galliano non fece massacrar subito un pugno di valorosi, cui le madri lontane benedicevano nell'attesa mortale, entro le bianche mura cli Makallè. Non basta dimostrare al popolo le fallacie del Marxismo; ma occorre cbe alla sua demolizione anche i liberali contrap • pongano un'altra demolizione audace di tutto ciò eh' è putrido e iniquo nella società attuale.)) (L'Idea liberale). M. Low : Una colossale cospirazione capitalista. Il mondo commerciale è stato posto a rumore dalla notizia che sono in via di creazione negli Stati Uniti nuovi monopolii così giganteschi e così in grad,, di raggiungere il loro scopo da rendere irrisori quelli fin'ora esistenti. Si dice che la Standm·d Oil Trust (la Società dei petrolii) la più grande che ora esista, ha ottenuto, o è per ottenere. il completo comando del mercato del piombo dei cuoiami, del tabacco e del wisky e che per far la cosa completa gl' impianti pel gas di alcune fra le importanti città degli Stati, sJno per cadere nelle stesse mani. Il capitale impiegato in questo accentramento colossale sarà di circa cinque miliardi. Bisogna ricordare che il monopolio del petr0lio, o meglio i sei o sette magnati che comandano questa istituzione, già esercitano una influenza dominatrice negli affari del paese, oltre che pel petrolio, anche pel ferro e per lo zucchero. Si dice che la stessa compagnia è sul punto di assorbire anche il commercio dell' acciaio e del caffè, poiché è proprietaria della maggior parte delle navi che fanno il traffico sui grandi laghi; è direttamente interessata io parecchie delle grandi ferrovie transcontinentali, in modo che può dettar la legge sulle tariffe dei trasporti del!' Unione. Si dice che la Società ha bisogno di collocare 250,000,000 di lire di utili netti ogni anno ed è facile perciò immaginare che con questa immensa quantità di denaro disponibile, è cosa assai facile - assorbendo molte industrie esercitate in piccolo o impiegando capitali in nuove intraprese - impadronirsi di qualunque cosa appaia capace di un vantaggioso reddito. Naturalmente ogni nuova impresa delta Standar..t Oil, non fa che aumentare ogni anno i colossali capitali da impiegare. È difficile prevedere dove questo processo di assorbimento possa condurre e quale sarà la fine d1 un accentramento di capitali cosi enorme. Si può forse aspettarsi due soluzioni durante il prossimo quarto di secolo: La prima è che uo monopolio universale, con pochi uomini padroni di tutte le attività industriali degli Stati Uuiti,
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