116 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIE 'ZE SOCIALI È molto tempo, quasi 25 anni, che il problema della riforma fiscale s' impone all'allenzionc del Parlmncnto francese. Noi non abbiamo né la voglia né l'idea cli formulare una crilica acuta ciel nostro sistema linanziai·io, uno dei più irragionevoli nel quale le contribuzioni minime rappresentano ima proporzione di 6 contro 1.. Tutti i gabinetti che si sono alternati a I potere banno riconosciuta l'imperfezione di questo organismo e cercato delle soluzioni. Quelle che i moderati hanno difeso, non erano che delle mistificazioni senza effetti esse avevano per I scopo di eliminare l'imposta pro_ gressiva sul capitale e sulla rendita che è sempre lo spettro di Banco del partito conservatore. 1'"on occorre ricordare che l'anno scorso il ministro radicale ì\J. Doumer ha sostenuto un progetto che applicava, parzialmente è vero, i principi democratici in materia fiscale: il progetto che raccolse una maggioranza temporanea è naturalmente scomparso colla caduta del gabinetto Bourgeois, che aveva forse provocato;_ ma non è a dubitarsi che questa riforma organizzata bene e comportante una vera progressione, incontrerebbe delle calde simpatie. Questo è il miglior terreno di conciliazione per la sinistra. * * * Ci si permetta, infine di dire qualche parola sull'alleanza Franco-Uussa, l'entusiasmo clamoroso dei primi giorni ha ceduto il posto ora ai raccoglimento cd alla riflessione. Si vorrebbe conoscere quali sono gli impegni che il patto ci impone, i vantaggi che ci vorta in una parola conoscere il testo ciel trattato A sinistra non ci stancheremo mai clireclamarne la publicazionc giacchè riteniamo che la Repubblica clcve essere innanzi tutto il regime clclla libertà e acloperando una (h1se celebre: 1l governo del popolo per il popolo. li mistero può convenire a clellc alleanze dinasliche non ai trattati firmati dai rappresentanti di una grande democrazia. ll gabinetto, si trincera naturalmente dietro Je prerogative coslituzionali cli ì\l. Faure e dietro le necessità diplomatiche, per rifiutare la pubblicazione. Se la proclamazione dell'alleanza ha lascialo indilferente il partito socialista e non ha disarmato la sua ostilità naturale, se anche nelle file radicali essa ha trovato delle severe critiche, è appunto pcrchè- essa pesa troppo sulla nostra politica interna e poi percbè noi temiamo le avventure e intendiamo cser·citare senza riserva la nostr·a prcrogaliva e i no tri diritti di cittadini. PAUL LOULS. ~/' ~~✓✓~"V'"'v'~ È in corso di stampa e comparirà al principio del 1.898 una seconda edizione, ampliata e corretta del libro del Prof. Napoleone Colajanni sul Socialismo. Di questa vei·rà spedita una copia a tutti quegli abbonali che avranno sodisfatto anticipatamente il prez:;o di abbonamento alla Rivista. Per abbonarsi, spedire lettera o Cartolina-Vaglia /l'Onorevole Dr, Napoleone Colajannl - Roma, <§perimentalismo § ciale Lo sviluppo dcli' industria nel mondo. L' U(lìciodel lavoro degli Stati Uniti, pubblica una statistica sulle condizioni clclle industrie di tulti i paesi civili. Questa statistica sebbene debba esser accettata con una certa riserva riguardo alla esattezza, può però dare un' idea approssimativa del vero. Per mezzo di essa si può valutare la grande concorrenza che ha avuto lungo nel mercato universale e il cammino che la quistione del lavoro fa in tutti i paesi. Ecco quale sarebbe oggi il valore di tutta la produzione industriale nei diversi stati. Stati Uniti milioni Gran Brettagna " Germania )) Francia )) Russia )) Austria-Ungheria " Italia » Belgio )) Spagna )) Svizzera )) 35,000 25,000 1.4,575 H,225 9,075 8,1.24 3,025 2,550 !,725 800 Si vede eia queste cifre quanto è sviluppata l' industria agli Stati Uniti. Il valore della loro produzione è pari a quello che clanno la Gran Ilretagna e la Germania riunite. La spiegazione si trova nel fatto che l'operaio americano produce cli più, nei metodi di lavoro migliori, e nel maggiore sviluppo e perfezionamento delle macchine. Il valore mcclio clclla produzione fornita da ogni operaio è stabilità così: Stati Unili Fr·anchi: 0,-H0 Gran Bretagna » 3,050 Germania (circa) » 2,750 Francia (circa) » 2,750 Svizzera » Russia » Italia » 2,165 ,t,905 1.,325 Da queste condizioni, si comprende la ragione della preoccupazione che l'industria europea, sebbene paghi dei salari minori che quella americana, nutre per la concorrenza c;legliSta.ti Uniti. • "'°' Il salario medio degli operai industriali, secondo l'ufficio ciel lavoro, sarebbe: Stati Uniti Gran Bretagna Francia Belgio Germania Fr. )) )) )) )) 8 ,,.. -O 775 Svizzera » 750 Spagna e Uussia » 600 Queste cifre ci insegnano che i salari più alti e la minor clur·ata elci lavoro, invece di renclcrc impossibile acl LIII paese cli far la concorrenza agli altri, ne aumentano al contrario la produzione industriale. Il grande coeflicicntc della produzione industriale è il maggiore sviluppo clelle macchine, e questo lo
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