112 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI <!ella tempesta, con ri(licola impo1tnnza, slacca il barometro clalla parete, e lo mette a l)110n tempo I A111mirazionc e fiducia tl'iste sronlorlantc, se viene da un popolo giovane e ro1tP, quale è il tecleseo. ì\Ia, cosi è. Ecl io mi rivedo, anrorn tÌua volta, a Cartagine, sotto le mura del piccolo museo. lo l"h·eclo la faccia tranquilla dell'operaio siciliano. che, emigrato dalla patria, e senza .lavol'0, veniva a visitare la morta Cartagine, ed allontanando con la mano, impaziente, il Cicerone, gii-ava intol'no gli occhi, nei quali la gTancle visione del passalo, si rifletteva · l'Ozza, incompleta, ma superba e maeslosa. E<l accanto, il giovane discepolo cli llartrnann guardava anche lui, conscio delle leggi rata li della vita, la c11i inutilità, tulta sentiva, in quel momento. Aflt:tti e pensieri, chr. più tarcli, quando il bianco frate ci prcscnlò il libl'0 dei visitatori, clJI.Jc1·0la lol'0 c•splicazionc. J /opci·aio scrisse il suo nome e cognome - una firma che'. non ~tava l)enc in gnmbc. ma che c1·a la espressione vivente clclla soclclisfazionc; il mio g-iovanc collega, ncl'vosamcnlc e rapWamcnlc, a grossi car~1ttcri, tracciò un « cì q11oibon? » « Pcrchè?" Xon è forse questa la trngica conclusione cl' ogni scienza? GIOSEPPE PARATORE. (N. d. R.) Per quella libertà che siamo usi a lasciare ai nostri collaboratori, abbiamo dato posto all'arLicolo dell'egregio s' g. Paratore, sebbene le sue conci usioni possano non essere comple.tamente accettate da noi. I baccaridsit"iTranbCyro,f,t e il Princ1dpiGe allesreddeeltrondoeBi rnnswick nr. LA REGI ·A. La regina non è bella, non è mai stata bella e pe1· quanto i /!111tlie_)"s della penna, elci pennello e clcllo scalpello abbiano cercato <li migliol'nrla o cli buttarle adclosso della grazia, essa è rimasta nella testa del popolo tale e quale l'ha l'iassunta il Grevillc la prima volta che la viclc fanciulla in un ballo aIla Col'te cli Giorgio IY: "Piccoln, cl'aspetto comune». L'ultimo o il penultimo elci cortigiani c\clla pitturn, il Lockliart scozzese, l' 11a idealizzata nel quadro clella incoronazione, esposto nell'anno del giubileo della rcg-nantc, nella m1ova gallcrin cli Doig, in Watcr'loo llousc. La gente vi si rcrmava e se ne andava clicencio: :;Ile i:; beo11ti/11l. lwt site is nol /Ile q11ec11 - r·ssa è bella ma non è la regina. Io ho avuto l'opportunità cli vcclcrla nella « car-rozza di stato" lungo interminabili processioni, cli contemJ>larla a mio agio, sul Lrono ciel salone tappezzato cli satin sral'latto cli Bucking·lrnm Palncc, mentre l'ari- ~tocrazia le passava cli.nanzi curTanclosi in clue o le si ing·inocchiava a bacial'le la mano, e cti studiarla nella Waterloo Cl1ambcr del Castello cli Winclsor, clurantc le rappresentazioni teaLrali « date by co11wllmd cli sua macstù. la graziosissima regina». L'ho pure veduta nella Camera elci Lords a inaug"U1·a1·cl'apertura del Pari.amento. E al teatr·o reale e nel Liro a (1uattro dorato e sul trono sotto lo srarzoso balclacchino e in faccia ai Legislatori cr·cclitarii, io non ho mai potuto vcclcrla elle brutta, elle triste, elle· noiosa, Tutte le volte ho clovuto registrarla, nei miei 110/e boo/;s, come una regina atta poco pit't di un para, carro, come un pancione li li per scoppiare, come una massaia grassa. E nulla in lei cli sessuale o di seclucente o cli cruella fcmmiJ1ilità clic attrae l'uomo. li suo abbigliamento è un eterno funerale. Dalla morte di « Alberto il grancle e il buono» - il marito - essa non seppe avYiluppare Le sue cami flacciclc che nella g-ramaglia t1gg·iosa o nella stoffa lugubre come nna notte annuvolata. La sua testa massiccia e piena cli capelli non interamente ingrigiati, è ,111 ceppo di sepoltura che passa. Colla sua cufTia cli crepe fllligginc crespato, clalla quale penzolano cluc lunglle striscic per· la schiena, sua rnacstù ha popolato le vie ciel regno cli teste elle portano in giro la veclo, vanza come una clitta che piang·c un uomo in mezzo a tanti uomini. Sul trono clclla Camera dei lorcls era coperta di una porpora cosi tenebrosa che i reportcrs clella tribuna giornalistica la gettarono nelle colonne della clc,crizionc come un « mantello nero ». I suoi guanti a sci ])ottoni e il suo largo ventaglio rappre, scntavano la mestizia lutLuosa e la stonatura in u11 ambiente policromo, allegrato clai mantelli scarlatti guarniti di ermellino e illustrali alla spalla clestra dai nastri colorati, clallc monture rosse come la brace, clagli abiti e clai cappelli clelle laclies che clillonclevano la letizia. ì\li hanno eletto elle la regina nel!' intimità, è un'al, tra donna. In casa, tra i suoi, è ciarliera. iHa in pubblico, quanclo aclempic a una clclle cosiclettc funzioni reali, assume l'aria cli una sfinge. I suoi ocelli sembrano vitrei, il suo faccione pare ammantato cli mutria, le sue labbra si direbbero oleogralate e il suo busto ti lascia in dubbio se sia o no un busto cla bacheca. :\on respira, non si muove, non ha mai un zinzino cli quella animazione che ti assicura elle non sci davanti acl una figura cli cera. Forse sente. Forse gli affetti reali rimangono clliusf nei penetrali clclla sua anima; ma in generale la po, polazione la crcclc insensibile o uicapace cli qualsiasi commozione visibile. Dnppcrtulto e sempre pare cli marmo. Ogni clisastro che interrorisce e mette elci Iagrimoni negli ocelli di tutta la nazione e fa nascere sponta, nea la sottoscrizione che sale a elci milioni in pochi giorni, non riceve dalla maestà che della « simpatia " stereotipata. Ai ricevimenti cli nuckingllam Palace - il palazzo londinese ch'essa incominciò ad abitare dalla sua ascensione - si lasciava baciare la mano come una morta. Alle r·apprcscntazioni teatrali cli Windsor entrava sonetta da I servo incliano, appoggianclo la destra sul llastoncino cl'ebano nerissimo, sedeva al tavolino con al dorso le spettatrici e gli spettatori com, posti cli principi, cli pr·incipcssc, di lords, cli pcercsscs e cli alto e bnsso scr·viclormne e vi rimaneva imperturbabile, come estranea alle scene che si svolgevano clinanzi a lei. Essa non clava segni di vita che clopo calato il sipario, quando l'indiano la riprendeva pcl' conclurla negli appartamenti reali.
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