Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 5 - 15 settembre 1897

!)0 n.IYISTA POPLOAREDl POUTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI in questi ultimi venti anni, questa somma 1·appl'csenta un rnlorc ed un sacrificio assni maggiore. Tale tributo, prcl~vato ogni anno, rovinerebbe anche un popolo ricco. Cosa può fare aclunquc nella miscl'a India? Dopo l'ultima grande /è1111c del 1876-7!>, I' Inghilterra ha prelevato dall' Jnclia piì1 cli :;oo milioni di sterline, e questa somma t'aYolosa è stata presa dalle risorse cieli' Inclia per pagan· degli i11tcrcssi, clelle pc11sioni. delle rc11dilc. delle spesei11/cr11c o mi/ilari ctcgli Jngl;si o della metropoli. Se questo llenaro l'osscstato speso in miglioramenti locali, non ci sarebbt• più la fnme nelle Inclic. Inoltre l'India pag·a ad altl'i Europei non meno cli 100 milioni di sterline clopo l'ultima grande famr, t' gli Inglesi vi hanno speso d'altra parte i 14 milioni di rupie, pari a 50 milioni cli sterline, per delle inu. tili speclizioni sulle quali il paese non ha alcun controllo. Sono questa wropci:::,za:::,iouc eccessiva, queste spese militari stravaganti, r per· di più questo tributo enorme di 30 milioni di sterline, che hanno J)l'ovocato la recente spaventosa fame, la più terribile che l' lndia abbia mai conosciuta. Il suolo indiano è esaurito eia simile sistema e eia altra parte la popolazione non cessa cli aumentare, conseguentemente il numero elci morti di fame aumenta annualmente. Le statisticbe officiali clichiar·ano che almeno 80 milioni di Indou (un calcolo più razionale li porterebbe a ,J25 milioni) non sono nutriti secondo il necessario. Infatti la fame è permanente ncll' India e, a meno cbc non muoiano dei milioni dj inilividui come avviene in questo momento, il governo tace su questa terribile situazione. Che qualche diccina di milioni di uomini, muoia per pagare il tributo, è una cosa che non ha importanza per esso. Il gran beneficio che l'Inghilterra vanta ali' Jndja è quello di averle costruito delle ferrovie. Ora queste ferrovie, col sistema attuale, sono delle vaste pompe che aspirano le riccbezzc ciel paese a vantaggio clegli Inglesi. Già il prezzo della loro costruzione era stato pagato dal popolo dcli' Inclia al quale gl' inglesi non hanno che reso la sua ricchezza nel costruirgli le ferrovie, ma facendole anche pagare gli interessi di questo capitale che aveva anticipato, e si può in questo caso rilevare il nia:rimmn dello sfruttamento, giacchè si fanno pagare gli interessi Slt cli un capitale dall'India stessa fornito. La fame clcll'Jnclia Ilrilannica è mia fame della quale gli Inglesi sono gli autor.i. La prova migliore di ciò è che gli altri stati indigeni, vassalli della Regina, con 50 milioni di abitanti non ne sono colpiti. Ilarocla, Inclorc, ì\'lisorc e Hcidcrabad i trovano nelle medesime conclizioni climatologiche del territorio l)ritannico che li circonda. Perchè dunque, scbl)cnc abbiano arnto clcllc tenibili siccità e clellc carestie, non soffrono così acutamente il flagello clella fame? Come mai i Loro abitanti, sebbene paghino spesso delle imposte piLLalte dei sudditi britannici, sono nondimeno assai meno poveri? Incontestabilmente per• cbè essi non sono sottoposti alle terrilJili esazioni, e . alla c11ropei:;;:::,adonc ec essiva (in tutta l'anuninistrazionc pubblica) come gli indigeni del territorio Inglese. i\on meno di rn milioni di. Hinclous sono morti, o morranno per l'attuale carestia e il numero delle persone impiegate ai pretesi lavori cli assistenza è di 4 mii.ioni, il doppio di quello che si usava ~ino ad ora ». Davanti a queste notizie, così raccapriccianti nella loro semplicità, che cosa può dirsi? Gli assed'i di forti, le piccole sconfitte che minacciano l'esercito coloniale inglese sono un nulla ed il successo è da augurare a quell'infelice popolo che vide l'alba della specie umana e dette al mondo la prima civiltà. Così il paese della grande colonizzazione, che ha visto staccarsi da lui tanti Stati, fecondati e sfruttati dapprima, attraversa una terribile crise di dominio in quest'ultimo, che non ha in se stesso tali energie morali e tali progredite istituzioni da fare da se. È però la sorte dello Stato moderno, dove il poderoso capitalismo impera domina col governo, e se ne serve come strumento. La colonizzazione, al punto in cui trovasi in India, è giunta a quello stadio nel quale non più si scambiano prodotti, si cementano iniziative, si porta col lavoro la ricchezza e il benessere, ma sibbene allo sfruttamento delle forze vive, per la sete di lucro dei privati, e alla estensione dei carichi tributari della borghesia inglese a quel popolo che non ne gode i vantaggi. E l'egoismo che impera, e l'egoismo non può essere che fatale ai governi. CAESAR. LA DONNA E IL SOCIALISMO La grande rivoluzione francese diede già, al secolo passato, la formula del rinnovamento sociale : Libertà, Eguaylianza, Fraternità. Proclamazione di principi, questa, non ancora realizzati. Altri li hanno riassunti in una sola parola : Giustizia, e ne hanno indicato il mezzo essenziale: Solidarietà. l\la i più, spesso, non pensano a tutto questo meraviglioso programma elle per una metà ciel genere umano. Sembra a molti che le rivendicazioni· cconomicbc, politiche e sociali non concernano che gli uomini soltanto. Quanto a noi, ci piace dichiarare che intendiamo la divisa repubblicana nel senso più largo; e se noi vogliamo far crescere un' Umanità novella, l)isogna che la Jibcrtù, l'rguaglianza, la li·aternitù, - la "giustizia,, in una parola - siano proclamate e realizzate per la donna e per l'uomo. l l

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