Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 5 - 15 settembre 1897

1 RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr. NAPOLEONE COLAJANNI OBPUTATO A.L PARLA.M&NTO ITALIA: anno lire &; semestre lire S - ESTERO: anno lire 7; semestre lire 4. Un numero separato Cent. 20. Anno lii. - N. 5. Abbonamentopostale Roma 15 Settembre 1897 Sommario. LA R1v1sTA- L'Alleanza Franco-Russa. (Sequestrato) Dr. N. CoLAJANN-I L'anarchia e gli anarchici. SERGIODE P1LATO- Utopie ed utopisti. G. FoRJNA- Nil per saltum in Natura. Gumo ToMASINELL-I La Chiesa e il pensiero moderno. LA REDAZION-E Tristi segni di pervertimento mor"le e intellettuale. CAESAR- Uo impero capitalistico che si sfascia. JuLEs DESTRÉE- La donna e il socialismo. PIETROFoNTANA- La letteratura sociale. Sperimentalismo Sociale. Varietà. Rivista delle Riviste. Recensioni. Si pregano vivamente i nostri abbonati a volersi mettere in regola coll'Amministrazione. Solo quelli che lo fa1·anno sollecitamente avranno diritto a riceve1·e in premio il libro dell'on. Napoleone Colajanni sul SOCIALISMO. La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scien;e sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagio.e in 4° grande. Per abbonarsi,spedire lettera o Cartolina-Vaglia ll'Onorevole Dr. Napoleone Colajannl - Roma. Sequestrati! .... In questo numero la Rz"vz"sta aveva commentato, con criterio largo e veritiero, senza preconcetti e senza eeticenze, il massimo avvenimento di questi ultimi giorni: L'ALLEANZAF. RA.NCO-ltUSSA.; ma poichè la verità scotta e il Regio Fisco si è assunto il compito di farla tacere ad ogni costo, siamo stati colpiti da un nuovo sequestro. Quanto dicevamo è nella coscienza di tutti, il Repio Procuratore di Milano che lesse, di tale articolo, il riassunto sulle colonne del Secolo, non vi trovò nulla di incriminabile. Ma qui, per la vicinanza del superiore Ministero o per la deficenza mentale dell'inquisitore, anche le più naturali considerazioni possono provocare la persecuzione, che non si dirige all'articolo mai, ma che tende a colpire la vitalità della Rivista. Protestiamo energicamente contro questa violazione della hberta dz' stmnpa sancita dalla costituzione e ne prendiamo atto; non perché ci lusinghi la speranza di 1:1,verneragione dinanzi ai giurati, ché non si avrà il coraggio di tradurci al loro cospetto ; ma perché essa è sintomo della persecuzione che colpisce, fra noi, ogni libera ed onesta manifestazione e della incoscienza colla quale gli aguzzini del potere esercitano il loro mestiere. LA REDAZ:IO 1E. N. B. Per 11011 far subire ai lettori il danno della persecuzione fiscale, abbiamo rimpiazzato l'articolo incriminato con altri scritti.

RJVIS1'APOPOLA.ll.E DI POLITICALE1'1'EHEE SCIENZE SOCIALI L'anarchia è gli narchici u. Ed eccoci al 1110111cntocli (liscuterc elci l'apporli ll'a anarchia e sociali mo. Se la critica, se la negazione potesse bastare ad awicina,·c due teorie, non e' è dubbio che sostanziale differenza non COl'J'CJ'Cbbc ll'a anarchici e socialisti, pcrchè gli uni e g·li alll'i con uguale energia e diligcnz:i proccclono nella inesol'ablle demolizione dell'ordinamento sociale vigente; con uguale ardore ne denudano le tuqJitudini e i difetti, che riescono alla generazione di tante miserie umane - miserie fisiche, economiche, intellettuali e morali - tra loro intimamente connesse e generantisi reciprocamente. In q11cst'opera di demolizione sono efficacissimi molti anarchici, che hanno affilalo le armi non solo per sezionare l'organismo sociale vigente, ma anche quello futuro che vorrebbero soslilui1·,·i i collellivisli. E veramente magistrale, ad cscm1)io, la disamina del collettivismo falla da J{1•opolhine. i\la for e gli autoritari più rigidi - i hlanqui Ci, ad esempio - i crisliani più pul'i, gli cèonomi Li ortodossi più elevali e clisinteressali non convcngopo in sitfatta critica? Nelle negazioni convengono; dissentono, e profonclamentc, nei piani di ricostruzione, nell' isole. Nè ad accumunarc o a clitfe1·e11ziai•cle scuole può giovare il metodo. Non pot1·à dirsi che l'anarchico illlliYiclualistasi tlistingua dall'economista Ol'tocloso pcl'Chè l'uno è 1·ivoluzionario e l'alll'0 no. l Jllanqui li, Sl'nza essrre anarchici, sono i più sistenwtici 1·iroluzionari : 11wnt1·c non mancano anarchici che sono convinti evoluzionisti. Di volo sia poi notato, che il metodo degli nnarchici della propaganda al fatto li mellc in antitesi coll:1 Loro dollrina. Essi che aspil'ano ad una socielù clalla quale sia sbandita la corl'cizionr per convertire gli avve,·sar·i ricr1Tono alla coc,·cizionc piLLImitale: e poichè caposaldo della 101·0<1ou1•inafnn110la co111plcla liberli1 incliviclualc, col. pugnale e colla dinamite alla libcrtù fanno la maggio1·c violenza. l'iu ccmlo ali allontanare anzichè ad avvicinare gli uomini nllc loro dotll'inc. La loso tattica prrciò 11011solo è ccllcrala, ma è antisperimcntnlc e collloda solo a quclln borghesia ch'essi odiano e vor1·cl>l>c1·0,·edere scomparire al più presto possibile. E come la loro violenza p1·0,·ocando la reazione nelle massr riesce ulilc nUa ho1·ghesia, il loro nihilismo politico le l'iescc nncora più comodo, pcrchè li condnnna nll' impotenza. Eppcl'ù r il'onia di Plcchanow colpisce giu to quanllo afferma che il catechismo anarchico si rins umc in questi due articoli: -t• nulla .m·ù: ~• nessuno i· i11cn1•icatoclrtrrsecuzione dcll"arlicolo precedente. Xclla stcss:i giustilirazio11c della (lelinizio1H' rhl' l' Hamon hn dato tiri sncialis111() (/lif,Jl'l>W Snrialc. ,Jo luglio 1.897 e Jf11111a11ilé ,,011velle, luglio 1807) c·i· la parzi:ilc ragione <lalla dislinzionr nella Ira mw1·- chici e socialisti. " Queste <lcf"czio11i,egli •crivr, sono solamente in funzione cli un· modo rconomico. TI gcnere socialismo, con le sue varietà, concemc solamente dei sistemi clivcrsi che si aggirano nel pi:ino economico. Esso é indipendente dei qnalnnque forma politico-morale. » Questo è ,·ero, ma non è tutta la verità. lnfatti sul tetTcno politico-morale la distinzione è nota e pare che 11011voglia negarla lo stesso anarchico llamon; ma cc n'è una più p1•of"ondanel modo d' intcnclcrc i ,·apporti trn I' inclividuo e la socictù. Cli anarchici genuini negano la seconda, la considerano come mt".1strazionc; I' individu::!ismo, cui tutto subordinano, è il loro ca1·attCl"Cpatognomonico, la monatlc umana è a loro prcocet1pazionc costante, non IJanno altro dc-I side1·io incessante e prcdomina11tc, che lo sviluppo integrale cieli' individuo : sviluppo cui pure mirano i socialisti, ma che vogliono conscgui1•cper mezzo della organizzazione sociale. I due te,·mini: socialismo cd anarchia sono tanto antinomici che i vc,·i anarchici non acccllano la qualifica di socialisti, collie osserva Henard, e protc tano enc1·gicamcntc contro cli essa e beffeggiano il socialislllo in tutti i rnocli e in tulle le Ol'C. hn·ccc scompariscc o si attenua la contraclclizione tra il socialislllo e ramwchia spuria - che chiamo così cnza la menoma intenzione di oflenclcre coloro, elle la sostengono; - t1·a il socialismo e quella anarcllia, che ammette l'organizzazione, la direzione, la llmga preparazione pc1· arrin1rc nl conseguimento (lcll' i<lcale. l\Ja questa è tanto poco mwrchia, che ìllcrlino non esita a rinnegarne sinanco il nome, come da pa1·tc mia 11011esito a clichia1·arcche col Merlino clclla cromia 11w11iera11011nHci impegnata la polemica del 1890. Tutto il suo 111oclocr intcn(lcrc e di definil'C il socialismo, tonsrntc di rare ricntrarr nei suoi quach-i la nuo,·a a11arrhia, pcrchè non è piì1. l'amu·cl1ia, nw tutto al più l'cstrcinn ala sinistra (lei socialismo. Ilo pal"lalo si1101·a<lell'nnarchia cd i_· IJrnc ora dire degli nnarchiei. ;'lei giudical'li romplrssiva111en1cLanno agli anlipodi C. Lornb1·oso e A. JlaJ11on.Per r illustre psichiatra cli 'fol'ino e pcl' la sua cuoia si può indovinare che cosa ia110gli anarchici: sono rpilcllici o pellagrosi come Cascrio : sono pazzi, criminali con tendenze altrnistichc. Nè <liqueste qualifiche possono offendersi gli anarchici, date le teorie clcll'antropologia criminale• questa infatti. concluce il Lornbroso a confondere' caotic;mentc , il Cnrclinalc Lavigerie e Cocrnpicllcr .. -\rnalclo eia Hrc eia e RaYaillac, Giordano ]11'11110r Lazzaretti : e tutti quanti con Ravachol, ITl:111·~.Caserio e Angiolillo. ,10110 mrno dcnmo dolersene pen ando che per Lombroso non ci so110peggiori 11omiui.... dei filantropi! (Gli a11111·chici, p. OG). Se dissento dal capo-scuola clcll'anlropologia nel giudizio sulla natura intima degli anarchici, non posso nemmeno consentire nell'altezzosità del Plcchanow che chiama il Bakounin il decadente dell'utopismo e tulli gli anarchici « utopisti della decadeu..:;a.» Quando tra q11csli decadc11ti ccl utopisti si trovano un Eliseo

lHVISTA POPOLARE DI POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 83 Reclus cd un Kropotkinc bisogna non correre troppo nel clisprczzo o almeno c'è l'obbligo cli fa1·c le opportune clistinzioni. Più equamente ne apprezza alcuni i1 critico dell'anarchismo, quanclo li classifica tra i metafisici. ,Jl[cntre Lomb1·oso e Plechanow nel tlcfinirc e giudicare gli nnarchici pare che non abbiano tenuto conto che elci Loro caratteri patologici e cattivi, I' Hamon come conclusione tlclln sua inchiesta psicologica, che vorrebbe essere scientifica, pare che sia caduto nel di!etto opposto di mettere in cviclenza tLLtti i loro caratteri fisiologici e buoni. Così egli arriva a stabili1·e elle " l'anarchico-socialista è un individuo rivoltato, libcrta1·io, individualista, nltruista, sensitivo, sensibile, assetato di giustizia, logico, CLU'ioso,p1·oselitista. » Questa descrizione, osserva i1 Renard, non ha che un difetto: non riesce a distinguere l'anarchico dall' intlividuo appartenente a qualunque altro partito e che ha spiccate alcune qualità buone ed altre anche cattive. Rientrano nell'orhita di sitfatta descrizione sinanco Voltaire e Leone XIII! Il vero si è che tra gli anarchici ci sono i buoni e ci sono i cattivi, ci sono i filantropi e ci sono i criminali come tra i membri cli tutti gli altri partiti politico-sociaU; nell'anarchico come in ogni altro uomo, c'è del bene e c'è del male in varia proporzione ,\ con preponderanza ora dell'uno ora clcll'altro. Veri pazzi o veramente disonesti o semplicemente ignoranti sono coloro che giudicano tutti gli anarchici acl unn stregua, cioè tutti delinquenti, sanguinari e violenti: onde smentirli - a parte i numerosi anarchici, che ognuno cli noi ha avuto agio <liconoscere e cli apprezzare per fio1· cli galantuomini - basterebbe la L}1isa 1'1ichcl, la verg111reossa, la santa donna che a Parigi e nella Nuova Caledonia, si è rivelata l'angelo clella cnrità, sublime per la sua mitezza - nonostante le sofferenze inaudite e le persecuzioni subite -, per La sua abnegazione. Per pazzin, per igno1·anza, per clisonestà, inoltre si potrà asserire che la propaganda del fatto scellerata e ocliosn, <l.crivi fatalmente e necessariamente dalla dottrina anarchicn, che le sin connessa come la cansa all'e/fetlo. Tanto varrebbe l'nffermare che le lotte sanguinose e secolari tra le sette cristiane, le scelleratezze cli Guzman e cieli' Inquisizione, gli orrori della guerra dei Trent'anni, le persecuzioni degli Albigesi, le Dmgonnades, le nefandezze di Pnpa Borgia, le teorie del Pnclre ì\lariana sul regiciclio, e i regicidi consumati o tentnti eia Ravaillac, Dnmiens etc. in nome della religione cristiana siano connessi come causa ad effetto nlla snntn dottrina di quel Gesù, che sul Golgota non seppe trovare, che parole cli perdono contro i suoi carnefici. « L' indagine scientifica, (lice lo spagnuolo Posacla, eh' è un fior cli conservatore, fatta con supremo disinteresse, non per provare questa o quella cosa, non è responsabile per le conscgucm:c, che gli uomini traggono clni suoi 1•isultnmcnti; così non si può nccusnre Darwin cli. ciò che qualcuno pLtò commettere in nome clclla teoria della lolla per La csiste11;:,a. , E l'anarchia, come clottrina non può considerarsi che come un indagine scientifica. Certe applicazioni clei suoi fanatici, se mai, si potrebbero meglio spiegare colle accennate dottrine brutali della clarviniana lotta per la esisten~a, che furono e sono tanto care ai ben pen~anti della borghesia. .. * * Il rnmorc e l' indignazio_ne che sollevano i delitti anarchici nei paesi lntini costringono i governanti allo stuclio elci rimedi adatli n fare scomparire il male. Se clawero g·li anarchici rossern pnzzi o delinquenti ~ ancora se In stessa dottrina anarchica fosse la fatale preparatrice cli siffatti delitti la vcrn cura spicciativa sare))hc quella cli rinchiudere cruanti la professano in gniera o nel rnaniconùo come misura di preven• zioue sociale logica e benefica. ì\la le vedute dell'nntropologia criminale sono erronee e non lo sono meno quelle degli anacronistici politicanti, che, non ammaestrati dalla storia, credono che il boia sia il medico migliore per lillerarli da uomini e da teorie che a loro riescono incomode. Chi stuclin, invece, il fenomeno anarchico con criteri obbiettivi e sperimentnli per rimuoverlo duraturamcntc ne indaga la genesi, che può dargli la indlcnzionc lcrapcutica causale - la sola efficace per li• ))erarc la società clali' incubo che la opprime. Lo studio comparativo dello sviluppo dell'nnarchismo nei clive,•si stati di Europa e soprattutto della propaganda del fatto avvicina maggiormente alla conoscenza elci.le cause, che la genernno. La mancanza di libc1tù, il nrnlcsscrc economico, le stridenti disuguaglianze sociali colle relative iniquità che ne conseguono e la percezione delle medesime, divenuta oggi più facile pc1· la cli!fusionc della stampa e per i l'l·cqucnti ,·apporti commerciali e industriali, prepan1no l'amlJicntc in CLLisi trovnno le condizioni opportune per lo sviluppo <I.ellateoria anarchica e della propaga11dadel fatto. Cosi in Russia ed in Ispagna e in parte in Italia si ha la fioritura più rigogliosa della mala pianta. Ycro è elle In Francia e Chicago potrebbero infirmnrc questa spiegazione; ma nessuno crede che le cause accennate siano le sole ecl esclusive; si ritiene invece che clcbbano considerarsi come preminenti. E l'esempio della Svizzera e dcli' Inghilterra dove vanno a trovare rifugio gli anarchici espulsi eia tutti gli altri paesi e vi trovnno non solo libertà, ma in certl momenti e sotto un certo aspetto nnche protezione, senza elle diano luogo ai sinistri inconvenienti lamentati altrove, basta eia solo a confermare l'Ipotesi pri• ma enunciata. Che le condizioni politico-socinli cattive siano i fattori meglio noti e più efficaci delle violenti manife. stazioni nnarchichc è ammesso con tnnta concordia dalle parli più clispnrate, che davvero non e' è d'uopo cl' insistere nella dimostrazione cli siffntti momenti etio• logici. Per l' Italin è sintomatica In ciJ'costanza elle in termini cqLLivalcnti abbiano manifcstnto un giudizio cli tnl genere e In Tribuna cli Roma e la Persevera11;:;a cli iUilano, che rappresentano - per quanto clissimili in certe appnrcnzc - due varietà dclln corrente conscrvntricc. Si aggiunga, anzi, che il loro giudizio espressero con vivncità, inusitata ad entrambi e quasi quasi insciarono intravvedere che ritenevano

8i- lUYISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOClALI se non meritata la sorte di Canovas del Castillo, provocata dalle sue feroci persecuzioni contro gli anarchici. Chi ha cognizione degli orrori cli iUontjouich descritti dall' Ing. Tarricla del ì\larmol deve consentire in tale parere. Ond' è che hanno pienamente ragione gli anarchici di Glasgow, che in un 111ecti11g, al quale intervennero 1500 persone - non ostante la pioggia - stabilirono: essere avvcnimenli deplorevoli della stessa natura l'assassinio del J)rimo ministro di Spagna e le torture e le esecuzioni cli i\lontjouic. Si disse altrove - e nessuno oserà contraddire - che le deportazioni in Siberia, i massacri armeni equivalgono o superano in infamia gli attentali anarchici, ma che l'Europa ufficiale non sente uguale orrore per gli uni e per gli altri come non ha sentito lo stesso orrore contro l'assassino del Presidente della repubblica cieli'Uruguay, che ha manifestato rumorosamente contro Angiolillo. Questa genesi politico-sociale dell'anarchismo e delle sue criminose manifestazioni ha trovato iJ1Cesare Lornb1·oso un difensore ccl espositore eh' è particolarmente meritevole cli fiducia pc1· il suo valore scientifico e per la circostanza che la spiegazione sostenuta con copia cli argomenti va a ferire le teorie a lui tanto care. Non può dirsi, aclunque, che il pregiudizio scientifico gli abbia fatto velo alla mente. • E Cesare Lombroso, nella miseria, nella corruzione parlamentare, nelle ingiustizie sociali, nella educazione impartita trova le cause efficienti dell'anarchismo e si spiega come non solo nei libri cli Kropotkinc e di ì\lerlino, ma anche nelle arringhe cli Ravachol e cli Hcnry si truvino clellc sante ve1·ità cloqucntcmcntc espresse. Della esallczza dcUa spiegazione è tanto co11viJ1to, elle quasi assegna alla mani!estazionc anarchica una funzione salutare, pcrchè sveglierebbe e 1·ichiamcrebbc i governanti alla realtà. « Come si vede il colera colpire cli preferenza i quartieri più poveri e più sudici della città, e quincli inclica1•ciove lh':bbnusi più porlm·c le uostl'e cure profilatliche, così l'anal'- chin infierisce nei paesi meno ben govcl'llati e perciò la sun comparsa potrcbllc essere in mezzo all'npalia delle masse o (legli uomini polilici, inllizio cli cattivo governo e stimolo villo a 111igli1Jrarlo." (Gli a11artltici 2· Ed. p. 135 e 13G). Ancora; egli assesta 1m fiero colpo al suo prcclilctto fnllore nnll'opo\ogico e fa sua questa frnsc cli Guglielmo Fcrrero esnltanclo l'azione clell'ambientc socinlc: « In Inghilterra Case- « rio avrebbe potuto trovare il suo posto nelln Sai- " vation anny ». · Che più? Due nitri conservatori autoi·evoli - uno elci cruali occupa un posto elevato nrl ministero dei culli e della giuslizin in Francia - completano la esposizione (!ella gene i anarchica .. L'anarchismo, seco11<10il Tarcle, dc1·iva dalla uostra 011archio111oralc: secondo il Desjardins alla società tutta colla sua politica, colle sue cmHJuiste, colla sua leltcratura, coll'apologia della forza spella In magg'iure responsabilità nello sviluppo dell'anarchismo. Conosciute le cnusc llello sviluppo (lell'auarchismo rimcclì opportuni sono facili n clesignm·si. La violenza dei. governi non può cbc giltstiflcnre la violenza degli annrchici e provocarla. La decapitazione di Rnvnchol in Francia, come le precedenti impiccagioni nclln fortezza cli Pietro e Paolo e le deportazioni in mnssa in Siberin - i cui orrori. furono eloquentemente denunziati cln Kennnn, che costituirono per tnnti mrni la lugubre storia clella Uussin - come orn i rigori contro la memo 11e1·a e i numerosi garrolla.mc11li - la cui serie in questo istante si ferma all'Angiolillo - pare che non abbiano sortito altro effetto se non Cfllcllo cli provocnrc nuovi e più terribili nttentati. Gli annrchici trovarono incoragginrnento nella fucilazione o nella clecnpitnzione dei compagni, anzichè terrore. L'esemplarità terribile della pena non preservò In società e i suoi rappresentanti più spiccati clai colpi elci fanatici. Il fenomeno si constatò anche in Italia s1ù terreno dei delitti militari, che si credette cli potere impedire per lo avvenire colla morte cli iHisclea; con quanta poca fortnna tutti sanno. ( 1) E' un cinto sperimentale indiscutibile che il sistema clclla repressione feroce si è chiarito ciel tutto impotente; la prevenzione sociale, nel largo senso della parola, s' i1npon-. E concluclenclo questo breve studio, che riprenderò 11clla seconcln edizione ciel Socialismo mi piace riaffermare le mie idee colle parole elci Lombroso, che nessuno vorrà sospcttnre tenero per qualsiasi varietà cli delinquenza. « Se vi è grnncle delitto, egli dice, in cui « la pena capitale non solo, ma anche le pene più gravi « e sopratutto le ignominiose debbano essere rispar- " miate, mi par quello degli anarchici... .. « La Frnn- « cin cogli annrcbici non può rimproverarsi cli avere « mostrato debolezza; ma al crescenclo delle reprcs- " sioni rispose 1111 crrsccnclo negli attcntnti ... E' llllil « legge storicn cli una fataliln assolula: la violenza « ecciln la violenza ». ( Gli a,wrchici p .. 11.3,115 e U9. Egli inrinc irride a certe predicnzioni curative ccl esclama: « possiamo noi crrclerc che i Fiorelli cli S. « Francesco possnno vnlere contro l'irrompere dei « bisog11i cco11omici, che si fauno sentire con energia « sempre nwgg-io1·cfomentati (la un vern fanntismo ?» (p.125). Questa evocazione opportuna della impotenzn cli ce1·ti r•imecli mi Ja ricordare In rrnsc caratteristica ccl a11aloga che il Cobbett, p1·onu11ziò nel princiJ)io di questo secolo: « un pnio di coslolcttc climajnle, disse « il. celebre rndicnlc inglese, vale più di 50,000 ser- " moni metodisti e In vistn delle medesime nella ra• « stelliera serve piLt nel nUontnnare clnl furto che molti « volumi cli stntuti penali confortati dalla forca ». J/agitntore i11glese e lo scienziato italiano a tanta clistnnza cli tempo, cli rnzza e cli circostnnze manifestarono un pensiero, che rappresenta il postulnto inncg·abilc clella esperienza sociale. La quale insegna che quando una malatlia è clcrivnta dalla mancanza <lilibertil, dalla miseria economica, clnll'annrchia mornle dalla viziata cclucnzio11eimpmtita (!alle classi clirigenli, allora il ferrn e il fuoco, la forca e la gnlera falliscono e 11011si possono soslitui1·c in vcrun modo all'ossigeno purificatore e ,·ivifìcatore che manca all'organismo socinle. DR. NAPOLEONE COLAJANNI. (i) L'assa~sinio del capo della polizi \ di Barcellona commesso dal mite spagnolo Sampan è una nuova conferma di quanto diciamo. , (N. d. R).

IHVISTA POPOLAREDI POLITICA LETTERE E SCIENZESOCIALI 85 UTOPIE ED UTOPISTI È forse il vago ricordo d'un bene perduto, d'un passato di felicità e di benessere per sempre svanito, che fa assiduamente tornare il pensiero degli uomini ad un periodo di pace e di godimento, come la Peri della leggenda che si aggira attorno alle porte del Paradiso donde è stata scacciata, o non è forse il prepotente irrefrenabile anelito d' ideale, che è tanta parte dell'umana natura, sempre desiderosa e sempre inappagata? E forse per fuggire e per dimenticare le iniquità o le angoscia del presente che la mente si rifugia nell'avvenire e lo riveste delle più luminose, più fulgide visioni o non è forse la ricerca tormentosa di quella mèta ignorata che fa dell'umanità, secondo la geniale immagine di Roberto Hamerling, un eterno, instancabile, immortale Ahasvero ? L' intimo profondo rimpianto del passato od una bizzarra strana idiosincrasia di alcuni cervelli ; il bisogno di criticare l'epoca contemporanea, o la soave aspirazione ad un tempo migliore, o tutto questo insieme crea quella tendenza caratteristica dello spirito umano, che con una parola messa in moda da Tommaso Moro soltanto ai principi del XlV secolo, si chiamò utopia, ma che in realtà esisteva tante migliaia di anni prima? Manca, che io sappia, sull'utopia uno studio sereno ed esauriente, un'analisi acuta e severa che ne esplichi la genesi prima e le successive trasformazioni, con ragioni storiche e psicologiche. Eppure fin dalle epoche più remote dell'antichità, presrn i popoli più disparati per razza, per costumi, per civiltà, fu sempre e dovunque viva questa tendenza, ispirata nei tempi primitivi sopra tutto dalle credenze religiose, da tante altre cause poi mano mano sviluppata e trasformata. Dai sacerdoti etruschi che credettero fermamente ad un rinnovamento sociale, ai millenari che predicavano l'avvento di Gesù Cristo sulla terra mille anni prima del giudizio universale ; dai padri della Chiesa che parlano ai credenti di una sicura palingenesi, al mite Virgilio ·che salutava in quella dolcissima ecloga il rinnovarsi d1;l secolo ; dagli esseni e dai moravi, ai quacqueri ed ai gesuiti del Paraguay ; dalla Bibbia ali' Edda, ora a frotte numerose di illusi e di entusiasti ed ora come un solitario sogno d'un intelletto luminoso ; ora con la forma e col concetto d'una satira ed ora con una tendenza puramente idilliaca ; ora come un' ing1inua eshsi ascetica ed ora come un grido furibondo di protesta contro le iniquità presenti, è assai facile ritrovare fulgidi sogni di metamor·fosi sociali, splendide visioni utopistiche. L'età dell'oro, vagheggiata con sì lungo amore, si trasforma nella civiltà romana in quella di Saturno ; il regno di Saturno si muta colla civiltà cristiana nel regno di Dio, al quale inneggiano i profeti biblici : mutano i nomi, ma in realta resta immutata l'essenza, il concetto informatore di queste concezioni : una calda speranza in uu' èra di pace e di perfezione, che l'umanità ha perduto, ma della quale è chiamata a godere. Ed accanto a questa fede vi fu nei popoli fin dai più remoti tt-mpi una viva, profonda credenza di isole beate, perdute nella vastità dell'oceano, che l' ingenua e fervida fantasia primitiva circondava dei fascini più smaglianti e vi fu come un'assidua, tormentosa ricerca di queste isole lontane, arrise dalla natura. che mandavano, invitando, sulle ali dei zeffiri i più soavi profumi ai naviganti, arrise dalla felicità degli abitatori. E l'utopia antica prese in modo speciale la forma del viaggio o d'una descrizione di viaggio, si concentrò in un lembo di uoa terra, in un' isola ignorata e fantastica e questa tendenza non fece che diventar sempre più acuta e più popolare con la scoperta di Colombo, che, partito anch'egli con rutopistico miraggio di riti ovare l'Atlantide portentosa, di cui parlava Platone, diede tanto contingènte di forza inveotiva alla immaginazione umana e con la invenzione contemporanea della stampa, la quale, nonchè generalizzare quella quantita sterminata di relazioni di viaggi straordinari di terra e di mare, produsse davvero nei popoli la più grande, la più possente, la più irrefrenabile delle rivoluzioni, i\Ia l'utopia sub:sce insieme una trasformazione assai interessante e, nata dapprima più che altro come un anelante ritorno al passato, comincia allora ad accostarsi un po' più al presente, ad acquistare un carattere più mondano e terrestre, a determinarsi nella caratteristica spiccatissima di aspirazione al futuro - ma ad un futuro concreto e positivo, come è ormai quella delle più recenti fantasie utopistiche. E malgrado le fini ironie, gli spietati sarcasmi, le grossolane caricature e le facili distruzioni che spiriti burloni ed umoristici, menti acutissime od intelletti gretti e limitati diressero a questi innocui sogni, da Luciano, ad Aristofane, da Aristide al Richter, allo Shakespeare, al Gregorovius, questo seducente fiore dell'utopia germogliò sempre rigoglioso, inebriando col:suo eft1uvio ed affascinando con la malìa dei suoi colori non solo anime ardenti ed entusiaste di artisti e di poeti, cuori deboli di sognatori, cervelli squilibrati ed anomali, ma ancora l'intelletto dei più freddi e più equilibrati filosofi e scienziati, come Bruno, Bacone, Cardano, Platone, Fichte, Say, Muratori, Campanella, Kant, Leibnitz, Hume, Condorcet e che so io. Ed avemmo così un numero sterminato di fantasie utopistiche, di isole fantastiche, di terre beate, descritte con cura mi-

86 RIVISTA POPOLAnE m POLITICA LETTERE E SCIE 'ZE SOCIALI nuziosa come l'isola di 'Fopobrana del Campanella, la Salento di Fénélon, l' Ica1·ia del Cabet, la Basilliade del Morello, l'Oceano di Hm·rington, la nuova Atlantide di Bacone, la Thélème di Rabelais, Brogdignag dello Svift e cento altre; numerosi tentativi, più o meno felici, di colonie, di città, di repubbiche modello, dalla Platonopoli di Plotino, alla New Harmony e alla 1ew Lamark dell' Owen, alle colonie nel Texas del Cabet, e che Alfonso Daudet ha messo così bene in burletta nel suo genialissimo Port Tarascon, dove il nobile Tartarin, non pago dt>lle glorie conquistate nel deserto di Sahara e sui ghiacciai della Iungfrau, vagheggia e tenta una colonia di tarasconesi, fondata su principi nuovi ed originali. Poi le utopie si sono venute trasformando ancora per forma e per contenuto: son venute abbandonando lentamente la forma, dapprincipio quasi unicamente usata, del dialogo e del viaggio ed han pigliato quella del romanzo, la più popolare e la più moderna; così ché accanto al romanzo simbolista ed a quello psicologico fiorisce ormai aJ:l_che quello utopistico e non vi è speranza della umanità nel suo graduale processo di evoluzione e nelle sue varie estrinsecazioni, che non dia luogo alle più fantastiche luminose visioni per l'avvenire, che non si concentri, non si personifichi insomma in una utopia. Due speranze e due ideali - i due veri fari dei nostri tempi-arridono tra le penombre crepuscolari dell'avvenire: la scienza ed il socialismo e questi due ideali, attorno a cui si racc0glie fiduciosa la gioventù, che seguono, sperando, le plebi affrante ed affamate, che trasformano e fortificano l'arte, hanno creato e creano ogni giorno.più le più sfrenate, le più smaglianti le più immaginose utopie. Così che accanto al Verne, al Flammmarion, al Richet e ad una numerosa schiera di minori che ci fanno intravedere le più mera.vigliose visioni di questa scienza - mirab:le e trionfatrice, un'altra forte, serrata, entusiasta schiera di arListi e di pensatori cercano di ricostruire con la fantasia e dipingono con le tinte più tenui, più delicate, più smaglianti la società futura a base socialistica ed i loro libri fortunati, come quello del BAllamy, del Morris e un 1)0' meno quello dì Teodoro Hertzva, malgrado le censm·e aspre del Richter, del Gregorovius, del vVeitland, che cercano di smagare il lettore, tradotti in tutte le lingue, moltiplicando a migliaia le edizioni, fanno trionfalmente il giro dell' Europa. Ma che sarà di tutte queste utopie ed in che conto bisogna tenerle? L'utopia dell'oggi, si sente assai spesso ripetere, è la realtà del domani e tante cose che gli scrittori utopistici descri,sero nei 101•0 libri (ed è assai facile rintracciarle nelle oper8 ciel Moro, del Campanella, del Mercier sopra tutto) e che parvero ai contemporanei il sogno di una mente malata od un racconto straordinario alla Poe ed alla Iloffman, son divenute vere conquiste del pensiero. i\Ia non bisogna asagerare. È innegabile che l'umanità procede, lentamente forse, ad una meta lontana, ignota, incoD.oscibile di perfezione e di miglioramento, ma è ancora innegabile che i grandi avvenimenti e le grandi trasformazioni politiche e sociali, dalla scoperta deìl'America alla rivoluzione dell'ottantanove, alla nostra unificazione, si compiono assai diversamente dalla forma con la quale furono ideati e la loro attuazione quanto è diversa da quella con la quale erano stati vagheggiati ! Come d'altra parte è innegabile che in mezzo alle più strane, più bizzarre aberrazioni utopistiche può trovarsi un briciolo di verità, alla stessa guisa che i sogni sono il lieve riflesso della veglia e non di rado nell'utopista vi è il genio rivelatore, pre cursore; ma bisognfl. saperlo trovard e saper scegliere cosa da cosa. Le utopie del XVIII secolo prepararono senza dubbio la rivoluzione francese e l'affrettarono, ed ogni conquista del pensiero, ogni scoperta pa~sa forse per uno stadio utopistico, come a dire uno stadio intermedio, preparatore. E tutto per noi in fatto di utopie, si compendia in un motto assai profondo di Or.1zio Walpo!e: le visioni sono saggezza, perchJ non si fnbbrichi su come fossero realta. NilpersaltuimnNatura La Natura non procede per salti, essa si svolge sul fondo stesso della realtà naturale. attraverso le infinite vicende della storia del pensiero umano, sicchè per giungere alla conquista dei veri scientifici è necessario passare per la via dell'errore. Galileo, Newton, Copernico, Cheplero e tutta la pleiade degli scienziati che portarono tanto vasto contributo alla spiegazione dei fenomeni, celesti, fu1·ouo preceduti dagli astrologhi del sapere orientale, che indicavano nei movimenti degli astri l'influsso sui destini dell'umanità. Quando l' Ectals dall' osservatorio del Capo di Buona Speranza, fissando il suo telescopio a riflessione nella sublimità dei cieli, vi scop1·iva1200 nebulose, nel presentare questa nota all'Accademia britannica, gittava nuova luce su la dottrina delle formazioni cosmiche. Così ancora fu opera di una lunga elaborazione sperimentale, fecondata da tutta una serie d'ingegni potenti, che, applicando un poderoso strumento di analisi nello studio della costituzione dei corsi, scoprirono nuove teorie, ed atturarono le barriere fra la chimica organica ed inorganica. La chimica non fu pitt un'arte miracolosa conosciuta dal negromante ; i ·suoi segreti furono svelati e trasformati in postulati scientifici dalla chimica moderna. Ed ancora ai dì nostri, me1·cè le scoperte di Mayer, Grove, Nelmotz. Magnus, Tyndall, il quale ultimo dimostrò l'uniti1 delle forze fisiche distrug- ., ·1 I

RfVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEHEE SCIENZESOCIAL 87 gendo la falsa nozione su la diversità e motiplicità delle foeze, da cui dipendevano i fenomeni naturali, furono rifermati i tre grandi principi, cioè l' equivalente meccanico del calore, la conservazione dell'energia e la trasformazione delle forze. Finalmente, quali meravigliose scoperte non <lob biamo all'esperienza e all'osservazione cli Lamarch, di Saint-Iglaire, di Erasmo Darwin, di Goethe, di Carlo Darwin, nel campo della biologia ? I principali agenti dell'evoluzione organica, la lotta per la vita, la selezione naturale e l'azione dell'ambiente fisico, ci svelano il mistero della nostra origine attraverso età mille volte millenarie. Il trasformismo, attraver3ata la sua fase di polemica e di lotta, è accettato da tutti i sociologi contemporanei, e rimane base tetragona, su cui riposa Ja civiltà moderna. Esso potrà subire ampliamento e perfezione, ma il dogma delle specie fisse resterà distrutto per sempre. L'uomo, dunque, non sarà la marionetta di Dio dal momento in cui Laplace non ebbe più bisogno di tale ipotesi. Allora l'ombra del grande Cousin, insegnando le farfalle svolazzanti su le aiuole, può osservare che co' loro paraninfi scelgono i colori più smaglianti delle corolle su cui posarsi, il che gli prova che tutti gli animali hanno il senso estetico. Senoncbè, il Lafargue che è più acuto osservatore, con certo sospetto d'idealismo cristiano, essendosi accorto che le scimmie pongono agli occhi innamorati delle loro amanti i loro ani coronati di aureole brillantemente colorate, melanconicamente esclama: Oh, l'illustre Cousin, dove mai va a rannicchiarsi il bello, questo attributo cli Dio? Ma se il fenomeno coc:ale fa parte integrale del regno animale. e non differisce da quello che per una maggiore complessità di struttura; se la vita s'integra nel cosmo, la filosofia della storia non sarà fatta piit ed Usum Delfini. Essa non potrà attribuird la Rinascenza e la rifioritura delle arti e delle scienze ai principi, che accolsero nelle corti i letterati, che co' prodotti dell'ingegno onorano la patria; poichè i veri grandi furono costretti ad aprirsi la via dell' esilio, od a morire all' ospedale. La concezione moderna della storia, lungi dall'ammettere l'intervento di forze estranaturali, studia obiettivamente i fatti umani nei loro rapporti e nelle loro cause intime attraverso l'ambiente artificiale, che l'uomo impone a sè stesso, mercè il trasformarsi dell'istrumento di produzione nel corso dell'evoluzione storica. Non è alla stregua dei concetti pui·i e metafi,ici che noi dobbiamo scoprire l'intimo nesso causale degli avvenimenti umani, ma quello si rinviene negli elementi <li dissoluzione e d'involuzione, che determinarono il sorgere di una nuova civiltà su i ruderi di un'altra già trapassata. In questo secolo del ferro, del cal'bon fo,sile. i veri grandi fattori del progre,so in ogni età della storia, la schiera gentile del partito socialista, recante il pensiero dei martiri e dei precursori, lotta contro le inveraioni delle verità co1quistate, contl'o la dotta ignoranza delle persone colte invete1·ate nei loro pregiudizi di classe. Essa annunzia che il proletario, sorto a novella coscienza, bussa alla porta del ricco in Europa ed in America, perchè vuole una parte dei frutti della rivoluzione, di cui for-nì l'armata per la vittoria della borghesia contro il feudalismo e nelle guerre d' indipendenza, che gli apportarono soltanto la schiavitù economica. G. FoRINA. LaChiesa il pensimerodernf Lo sviluppo drl clcl'icalismo, che già fo1•mòoggetto cli studio cli crucsta Rivista, conlinua con ragione a preoccupare tutte le gradazioni tiella democrazia. Le tl'isti condizioni economiche, politiche e morali in cui versa il popolo nostro, come determinano da un lato lo sviluppo del socialismo, dall'altro contri• buiscono straordiuariamente nllo sviluppo del misticismo che, scconclo i gruppi sociali in cui maggior• mente si esplica, assume parvenze conformi all'eleva• tczza intellettuale dei grnppi stessi. i\lcntre nelle classi più elevate il mislicismo assume forme bizzarre e morbose, ma che rivelano una certa superiorità psi• chica ~ulla massa, la stessa massa si accontenta di tornare in braccio a Ila fede elci nostri avi ricono• sèendo, non a torto, meschini, incompleti, mistificatori gli ideali che ad essa offrì la rlasse dirigente, a soddisfazione ciel sentimento idealistico inerente alla umana natura in qualunque stadio essa si trovi. Se coll'animo sereno del positivista ci poniamo a studiare lo svolgersi elci fenomeni sociali, il manifestarsi di questa tenclcnza mistica non ci sorprende, anzi ci appare una conseguenza logica del periodo (li evoluzione sociale che attraversiamo, ma quello clic a tutta prima non può non destare una certa meraviglia, è il fatto che mentre i volterriani e i li• beri pensatori ac\ oll1·anza, di ieri, tornano in braccio (•) (N. d, R.) I lettori rammenLeranno che spesso la Rivista si ò occupata del vitale argomento, del quale ogni manifestazione esterna è un sintomo allarmante per noi. Articoli di Endemone, Bonajuso e Colajanni hanno prece• duto que,to del Tomasinelli, al quale non abbiamo nulla da aggiunge, e. Le sue conclusioni tornano a profìLto ancor più o;gi, che il Cogresso clericale di Milano ha segnato con tanto clamore nna tappa nel cammino as~endenle dell'organizzazionepreLina, A noi incombe portare l'allarme tanto più che un iuterio pratico ed abile ha presieduto a c1uestaorganizzazione deleteria e la rende sempre più temibile. Ecco per esempio le forze del partito clericale nell'Alta Italia, s9condole affermazionidi Mons.Scottonal cc-ngresso. Piemonte - Vi esistono ogg: Comitatiparrocchiali 578 sezioni giovani 113, casse rurali 88, società operaie 133, altre associazoni 456, giornali quotidiaoi I, periodici 32, circoli universitari 1. Solo M,Jndovi manca di comitato parrocchiale. Lombardia - Comitati 639, sezioni giovani 96, casse rurali 108, società operaie 350, giornali quotidiani 3, periodici 62. Notevo'.eehe la sola Cremona (vescovo Bono• mclii) manca del comitato parrocchiale. 1reneto - Comitali parrocchiali 826,sezionigiovani 236, casse rurali 400, società operaie 263, circoli gioventù cattolica i5. g'ornali cattolici 17, cir~oli universiLari 4. Liguria - ComiLati parrocchiali 91,sezioni giovani 47, cas,e rurali IO, società operaie 105, società diverse aderant1 63, periodici 17. Emilia - Comi1atiparrocchiali 505, sezioni giovani i9. casse rurali 27. società operaie 133,circoli universitarii I, circoli gioventù cattolica 3. Anche nelle altre 1·egioni il movimento clericale progredisce; poco però nell'Umbria, negli Abruzzi, nelle Puglie, 11 nelle Isole In un a ,no. in tutta Italia si fondarono in complesso1667 nuovi Colllilali parrocchiali, 312 sezioni giovani, 158casse rurali, 143 Società operaie, 1,1Circoli universitari.

88 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI a Santa madre Chiesa, recitando il Confiteor e battendosi il petto compunti, nella compagine cattolica sembra s'innalzi la bandiera Clelia ribellione, contro il passato. Il serpeggiare cli una corrente cli modernità nelle file del cattolicismo è oggi una realtà inclisculibilc. Il movimento clerico-sociale è noto a tulli; e non solo la chiesa va attualmente atteggiandosi a rivendicatrice dei diritti delle })lebl facendo del socialismo sui generis, ma tende ad armonizzare certe empietà del secolo coi canoni e col sillabo. Io non so che cosa:penseranno a questo riguardo i cattolici_intransigenli dalla fede ferma ed intangibile del buon tempo antico; })er noi questo atteggiamento della Chiesa alle esigenze del pensiero moderno costituisce una prova deUa veridicità della teoria di adattamento all'ambiente, un tempo fatta segno alle più severe scomuniche se si voleva applicata alla umana razza. Vescovi ed arcivescovi assistono in forma ufficiale alle solenni cerimonie d' inaugw·azione dei corsi universitari, noncuranti se dalle cattedre verranno esplicati principii demolitori dei dogmi; un ormai famoso padre barnabita, di cui in quest'anno si occuparono i giornali e le riviste più in voga deUa Penisola, recentemente in un sermone pronuncialo in una Chiesa a Genova, arrivò a dichiarare che il vero nemico cli Dio e della fede è la mondanità e non tanto colui che combatte il cristianesimo in nome cli un ideale di ill)ertà e di scienza, in quanto verrà giorno che religione, scienza e libertà diverranno una cosa sola. Dieci anni or sono un simile pistolotto avrebbe avuto per ellclto una bLLOnasospensione a d'i'viuis, oggi i tempi sono mutati e vediamo la stampa, clalla clericale intransigente aua liberale radicaleggiante, portare alle stelle il colto barnabita innovatore. Questa manil'estazionc clcllo spirito nuovo nelle sacre file, se non costituisce un pericolo per la civillù, forma per lo meno un incaglio al lilicro corso della civiltà stessa. Giù numerosa è la quantità cli coloro elle per calcolo o in buona J'eclcLcntauo sofislicamcnle di conciliare la scieuza positiva colla religione, e s1Jiriti _clelli elle potrebbero dedicare le ctoli clella loro intelligeuza allo sviluppo ctclla scienza pw·a, troppo sereni per negare l'evidenza elci falli, veugou travolti dalla corrente e caclouo nel pericoloso voi-lice; ne aJ>- biamo un esempio eloq ucntc nel simpatico autore cli « Piccolo ·mondo antico.» !Uentre le vecchie istituzioni politiche e sociali si dibattono fra gli spasimi clcll'agonia e trovano ancora tanta voce per proclamare la immutabilità elci loro privilegi, dei loro sistemi di clominio, elci loro mezzi di sfruttamento fèrocc, la Chiesa sola riesce acl aclattarc le sue secolari radici al terreno che i tempi nuovi hanno preparato. Opera buona farà la scienza alJeata a tutte le frazioni clclla democrazia se tcntcdt sventare le mire che la Chiesa si propone coll'assumere questo nuovo atteggiamento. Tuttavia riterremmo trovarsi in errore colui che questo stato cl i cose consiclcrassc come sintomo rigenerativo cli un'istituzione che il progresso dovrebbe avere ormai sepolto; e ciò perchè la chiesa o continu~rà nella via delle concessioni allo spirito nuovo e nel caso verrà assorbita claUacivillà futura, o tornerà ad aclollare la sua aulica tattica intollerante ccl esclusivista, ora apparente ora reale, e allora vcrra sopraffatta dalla valanga rivoluzionaria. Comunque avvenga è convinzione nostra elle in un caso o nell'altro la fine deUa chiesa sia avvenimento riservato alla storia dell'avvenire. GuIDo ToMASINELLI. ~~~'-../~ Tristi segni di pervertimento morale e Intellettuale Sull'elezione di Gabriele d'Annunzio ci sono pervenuti non meno di cinque articoli. 1'"oi li abbiamo messi da parte; e percbè i nostri buoni amici e collaboratori non se l'abbiano a male ne diremo brevemente le ragioni. Dello scrittore, dell'artefice della parola, la Rivista non ha esitato a riconoscere l'alto valore, anclle nei momenti nei quali contro cli lui in Italia e' era una vera e propria crociata e lo si accusava come un plagiario volgare. (Nietze e])' /l1t111mzio. Anno -1 ° N.° -i 7 e 1.8). Non avremmo mai })otuto immaginare elle egli clopo quanto ha scritto sulla vita pubblica moderna, e specialmente nel nostrn paese, avesse ambito acl entrare in quel Parlamento che appella la Gran bestia. La sua fisonomia cli artista, clincriscc completamente eia quella forma che può formare l'uomo politico, egli, come mtista è un inclivicluo fuori ciel nostr-o tempo, pLtò vagheggiare col cinismo, col disprezzo, e coll'alto concetto clcUa prnpria po1·sonalilà a mostrare che lo comprende, ma nel fatto, il pensiero moderno, la vita sociale nostra, le aspirazioni cd i bisogni di una massa elle è po1)0IO,non sono penetrali in lui. Solo il suo linguaggio, o frasario, o stile che dir si voglia, arriccllcuclosi cli forme antiche e cli forme nuove, ha nella rappresentazione Lmaprecisione scientifica, ma la concezione della vita che egli, nel suo spiccato incliviclualismo espone, ne fa, se non un antiquato, una eccezione. Ma i suoi titoli per l)Cnctrarc fra i legislatori della nazione egli non li cerca in questa SLta concezione clclla vila, sibbene SLtllasua persona. Par cli sentire il Sigfried cli Wagnc1·, leggendo il suo discorso, un Sigfriccl generoso, un scmiclio della scnsibililù che si prctcnclc il fratello pitì puro e pitì lucido, invocato come il duce clclla sapienza e deUa virtLLche condul'l"à alla vittoria, l'essere superiore che tulle le cose sente, comprencle e viviHca, clall'odore elci lievito nella maclia, al murmcre clcll'alvcarc ca1101·0; in crucsto davvero giunge alla comicità della parodia, perchè almeno il Sigfricd cli Wagner non conobbe che canto clell' usignuolo. Cosi pw·o e supcl"iorc egli si proclama mentre tutta la sua opera incliviclualc rimal'rà più memorabile nelle alcove che nella storia. Dall'esorclio dell'uomo frettoloso di arrivare, elle si

IUVISTA POPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIEJ.\"ZSEOCIALI 8') giova del primo romanzcllo personale, all'ultimo ,Hlultcrio che lo portò in tribunale, qunli altri titoli di Vir'IÙ ha egli? Eppure l.'aduJlerioche allontanò dalla vita pubblica per dicci anni un alto valore come .Carlo Dilke; l'aclulLcrioelle l'u fatale a Parnell, il re senza col'Ona; è il solo e ve1·0 lilolo eh' egli può oslc11Larccome sag•gio delle sue azioni, per aspirare al seggio in Parlamento. .. . i\Ia l'ultima espressione (li qucslo altezzoso superuomo è il programma. Egli poteva aJmcno mostrarsi coerente a se stesso, poteva rnnuLcncrccd esporre quelle iclecpazz.nncntc reazionarie che sono camc llclla sua carne e si concretano nel suo ultimo libro: ì\Ia no! ha voluto farsi aprire le porle di MonLccilorio colla menzogna, ha ostentalo affetto e inlcrcssamcnLo,quantunque in modo sostanzialmente grottesco, per· il popolo. In un capitolo di poesia dell'aratro, del campo, clella cascina, egli ripete ancora il suo concetto. «Villani! le gioie del monclo non sono !alte per voi! SorriclcLcal paclrone che incecle, inchinatevi a lui, servitelo, lasciatevi dirigere dagli esseri superiori, lasciate elle essi risollevino il culto della IJellczza. Che importa se voi pagandone le spese non la godrete e non la comprcnclcretc? Deve bastarvi che risorga cd esista». E così paladino della bellezza, non pensanllo elle l'EUa(lc e Roma ne avevano il cullo pcrchè tutti ne raccano partecipi, egli si mette alla tesla di un migliaio di viUani affamati gridando: « Non il pane dovete conqui.starvi, ma statue, armi e SlLOni,e imparare altcggiamenti eroici od estetici, e servire a popolare le nuove pastorellerie del mondo elcisuperuomini». E concesso pure che questo SlLOprogramma clibellezza, svolgentesi nell'esaltare una piccola casta chiusa per deprimere la massa, potesse in qualche moclo prender posto nella lotta politica, e come gli ha valso ricchi ammiratori cd editori munifici in America, potesse avere una ragione nella nostra tena classica alla bellezza .in que-Stopovc1·0 tempo nostro, qual' è il mezzo per attuarlo ? Di questo non parla e questo non sa. Egli il profeta della pazzesca dottrina non ne conosce e non ne insegna il moclo per integrarla, rclcganclola cosi fra le sue fantasi.c di vacuo ricercatore della originalità. E tulto (fucsto egli vanta cli fare iu vantaggio elci suoi conterranei ii.lccnclocredere elle pensa a loro I Almeno non si fosse camuffato, sarc])])c stato senza la menzogna meno spregevole. . • * Ecco cruanto aYrcmmo polulo dire. Ma trattando (li questa elezione-fenomenoche il F1·e111demblall, il giornale clclla corte di Vienna, colpisce cogli strali del riclicolo, clobbiamo riconoscere che il lato piLt doloroso è rappresentato dalla conclotta degli elettori. J/ elezione di H.npagnctta-D'Annunzio sta alla pnri coll'apoteosi di Rocco Dc Zcrbi dccrelalagli clal municipio cli Palmi alla -sua morte, cogli applausi nutrili che accolsero San Donato all' inclomani della sua clcplorazionc, col discorso Crispi a Milazzo, coli' inco. scienza bestiale delle classi clirigcnti napoletane, che si preoccupano clcllc canzonette cli Piccligrotta e si cl:mno bel tempo a improvvisare poesie - per mezzo ciel Di Giacomo - sul duello Savoia-Ol'lca11smentre tutta la grande ciltà clecadc trislamcnte: segni questi cli una clcgencrazionc morale e inlcllcltualc profoncla, che avvilisce il mezzogiorno tanto degno di miglior sorte ccl al quale auguriamo un risveglio pronto e salutai·e. LA RED.\ZIONE. Unimpecroapitaliscthicesoi sfascia Sono già parecchie settimane che ricorrono pei giornali le notizie di gravi torbidi alle Indie Inglesi. Mentre a Londra, con un fasto ed una pompa da rammentare i trionfi dei romani imperatori, si solennizzava il Giubileo della Regina Vittoria, alle Indie, dove la dominazione b1·itannica ha più larga influenza, si svolgeva la triste tragedia della fame. È la fame che ha travagliato e travaglia continuamente le fertili regioni del Gange, e che, non curata né eliminata, ha dato origine alla peste, una peste sterminatrice come quelle leggendarie dell'Egitto. Son la fame e la peste unite che hanno esasperato quel popolo eccitandolo alla rivolta. Oggi lii. stampa inglese, cerca di mascherare la turpitudine del suo governo oblioso e gli interessi della milionaria borghesia, insinuando di manovre e di influenze Russe, di tradimenti dell'Emiro dell'Afganistan; ma queste se pur vere, non sono che delle cause incidentali; la vera, la grande ragione è la fame. Sentite come Hindmann un inglese che non ha scrupoli nell'esporre la verità, descrive sulla Petite République, le cause di questa rivolta che è degna quanto e più di quelle politiche del nostro mondo, civil'e del massimo interessamento. La popolazione sottoposta al controllo clirelto del Governo dcli' India raggiw1ge i 250 milioni; Lamiseria rii costoro supera tutto quello che può esservi di più cloloroso nel nostro pianeta. « La produzione totale cli ogni anno, agricola e in-. duslrialc, è cli circa 250 mii.ioni cli sterline il che vuol cl ire che il rcclclito annuale per ogni abitante è cli una sterlina appena, cioè 2;s franclli. E crucsto è probabilmente un calcolo elle supera la verità. I 250 milioni cli indiviclui vivono in un terreno coltivalo cli soli 7,750,000 ettari, la maggior parte del quale non proclucc che elci vegetali non alimentari. Da·; questa massa n,iscrabilc l' Jnghiltcrn1 trac ogni a11no,e senza alcun compenso, l'enorme somma di 30,000,000 cli sterline (pari a 750 milioni di (ranchi) cd essendo il valore clcll'oro cleprezzalo clclla lllClit

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