RIVISTAPOPOJ,AREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 75 tutto, nel campo economico, nel campo politico, nel campo spirituale: clue classi, tluc pal'tili, due scienze, due coscienze, e ben J)l'CStocl11elellcratm·e. l'oichè omai non possono più i lcttcl'ati tenere gli occhi e la mente chiusi a la gnm lotta che ferve intorno ad essi e ben pl'esto saranno tratti senza volerlo a prendere in essa il loro posto: e già abhiamo un'arte e cruincli un'estetica nova e già è a la moda non più la letteratura nrtistica ma la letterntw·a sociologica, storica, criticn in generale e già non solo i letterati critici ma anche i letterati artisti scendono nella politica e abbiamo la canclidahu'a di G. D'Anmmzio. Ora poichè tutto ciò necessariamente è cresceteundo, piuttosto che discutere astrnttamente quel che debbono fare i letterati parnù, ripeto, più utile cercare quel che non possono non fare, quali conseguenze cioè si può prevedere che cleriveranno a la letteratura da crnesto loro nuovo orientamento ciel pensiero e dell'azione. Avviene ornai ciò elle avvenne nella seconda metà del secolo scorso e nella prima elci nostro : il letterato da puro artista ccl esteta diventa uomo compiuto, agitatore d'idee, vate e profeta, l'arte da mero oggetto cli lusso clivcnta uno degli elementi più attivi cd efficaci clella vita spirituale e sociale a la quale essa partecipa. E tutto ciò proclncc nella letteratura due Jenomeni principali : il prevalere della letteratura critica su la letteratm·a artistica d' imag·inazionc e una serie cli caratteri e tcnclenze nuove in quest'ultima. Yediamo: Quanto alla letteratura critica, l)0litica sociologica o storica, omai essa ha preso nella moda il posto della letteratura d' imaginazionc: mentre languono i giornali lettcrarii, noriscono le riviste di scienze sociali, i giornali lctterarii e i polilici traltnno cli scienze sociali, i conferenzieri pal'lano cli scienze sociali e i successi ciel giomo sono libri di scienze sociali: tutto tratta cli sociologia e i sociologi spuntano come i funghi. Gli è che quelli che alcuni armi fa avrebbero o hanno veramente fatto versi clccaclcnti ora con la stessa indifferenza cliscutono la questione sociale, gli è che i giovani crescono e gli aclLdtivengono a trovarsi iu ben altro ambiente e quincli con ben altre preoccupazioni elle alcuni anni l'a. Donde questa gran lioritm·a cli sociologia letteraria o letter·atura sociologica, elle è la scienza al>beJlitae alleggerita coi voli della lantasia e con le grazie della forma e messa così a la portata del colto pubblico, noritura che s'è avtrta in tulli i periocli critici, a la metà ciel secolo scorso e nella prima metà del nostro, con gli stessi caratteri e le stesse conseguenze buone e cattive. Questa lcller·nturn è assai spesso vuota, senza profonclità, Cillta mollo più cli parole chr non cli cose, preoccupata assai più del moclo di clirc clic non di ciò che deve clirc e sopr·atullo Ila quel!' antipatica caratteristica cli essere volutamente e inlìnitamente parndossale, cli non ;11·1·etr·a1c·lsiinanzi a nessuna utopia, profezia o stramberia purchè sia nuova o paia; il che deriva eia la poca cultur·a sociol.ogica dei letterati in generale. da la tendenza nel letterato spontanea a cercare l'o;•iginalità ad ogni costo più che la verità. e eia la persuasione ciel collo pubblico elle il colmo dell'intelligenza non sta nel rintracciare la verità e tutta la verità, ma, r·isparmianclosi ln fai ica cli clar foll!lo a le questioni, nel prendere una J1ar·licclladi ,,e,·o, e quanto è minore tanto i_, maggiore il merito, e a furia di salti mortali e giuochi cli prcsliclig·itazione mostrare come qualmente essa sia l'intero. !\la non bisogna dimenticarne i pregi: l'originalità cleHcvedntt~, la bellezza della forma, l'clocrurnza persuasiva, la torza di trascinare, pci quali sono stati per lo più gli scrittori cli politica e sociologia con tendenze letterarie, dal Housscau al Lamartine e a l'Hugo, dal i\la1.zini al Gioberti e al D'Azeglio i rappresentanti llellc grancli tendenze nazionali, politiche, sociali. Se si aggiunga che questa è la via per scuotere quella tirannia spirituale che i giornalisti mestieranti e i letterali della letteratura amena esercitano su la coscienza e cli fare l'educazione politica della nazione, non si può non JJenedirc questa mocla clcllescienze sociali altrettanto provvidenziale cruanto necessaria. Continua. PIETRO Fo:K'l.'ANA. Lafederazione nazioneailneternazionale. (Conlinuazic•ne e fine • \"edi Num. 1.) Tulla la storia clell'Austria puù riassumersi in un gran combattimento fra il centralismo e il rctlrl'alismo; così scrive Hcrmann llahr, Gli Abslnrrgo 11011 erano dapprima che gli arciduchi d'Au tria, e questo nome inclieava una piccola parte elci paesi che 0l'a abbraccia. Nell'undecimo secolo i parlamenti di l'eslh e cli Praga offi-irono loro le corone cli Un;;l1criae di Jlocmia, ma a co11clizioncche la loro inclipcndcnza sal'cbbc rispettnla e le loro franchigie manll·nulc, sprcialmcntc per· ciò che concerne il fissare le imposte e la leva militare. nopo le guerre religiose di Boemia e la caclula di Feclerico, il palatino che gli czcchi s'erano eletto a re, gli Allsl)urgo Yincilori nel 161.8 alla hilltaglia clellaì\lontagna Bianca, inaugul'ano colla persecuzione la loro politica di assorbimento. E, malgraclo una cornprcssio11csecolare, malgradll la proscrizione della lingua czeca, malgrado gli auto-cla-lè che clistrussero gli archil'i della tradizione nazionale, malgrado le conlìschc, e gli stermini elle segnal'ono in Uoemia il principio clclla <lominazione austriaca e non lasciarono che 80000 Hbitanti sui 3.000.000 elle il paese contava al principio della lotta, malgrado tutte le vicissituclini, la razza czeca continua a riYen• dicare il cliritto ali' indipcnde11za. L'Ungheria, anch'essa non ha cessato di fare sforzi eroici per riconquistare l'indipendenza. Le insurrezioni soffocate nel sangue ma sempre rinascenti, so110il più IJcll'esempio del risveglio cli una tradizione. Gli imperatori <l'Austria non poterono mai levarsi l'obbligo di farsi incoronare r·c in Ungheria. E tulle le velicilà centrnlislichc cli Giuscppc 1(0 insorgente contro l'antico uso, uon ebbero altro ri ultato che quello di far aJ)l'ogal'Cin lìn cli vita, i clct:rcti da lui promnJgati per ridm-rc l'Ungheria a una ol)bedienza passiva. Francesco 1°, clictl'o consiglio cli 1\apolronc si fece proclamare imperatore cli Austria al principio elci secolo; ma non per questo cessò in Au tria il fernwnto particolarista. Bisogna ricordare la ripcrc11ssioncclcgli avvenimenti ciel 48, la fedeltà dei magiari a 1r11el principio J'cclcrale, di cui la nobile figura di Kossuth
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