Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 4 - 30 agosto 1897

RIYISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI 71 con la Germania e col Belgio, senza che si abbiano in vista delle novità. E veramente acceleratosi, per sviluppo dell'industria, il perfezionamento delle ~acchine, accresciuta la potenza delle altre nazioni, delle quali giammai nel passato l'Inghilterra ebbe a temere l'attuale concorrenza, era necessario il cambiare rotta. La statistica nazionale veniva eloquentemente constatando da anni che la esportazione inglese era superata di gran lunga dalla imporbzione; ma q11esta constatazione da sola non sarebbe stata sufficiente a determinare il mutamento d"indirizzo, perchè gli ottimisti trovavano modo di provare che le maggiori importazioni non impoverivano l'Inghilterra. Il M9dley, ad esempio, esaminando precisamente il pericolo della concorrenza tedesca, dimostrava che l'eccesso d'importazione sull'esportazione rappresentata da 3,420 milioni di sterline dal 1854 al 1895, veniva largamente compensato dagl'interessi che le pagavano le nazioni debitrici, dai guadagni dei banchieri o della navigazione, dai guadagni dei funzionari nell'India e sinanco dai redditi delle donne americane, che hanno sposato degli inglesi (Meldey: The German Bogey. Cobçlen Club. 1896). A determinare fa. nuova fase della politica doganale occorreva lo sviluppo intrinseco delle industrie straniere, nel quale si vide dagli statisti inglesi il pericolo futuro, benchè non imminente. Tra il chiasso delle feste ed i brindisi dei diplomatici, il gabinetto di Londra intavolava coi rappresentanti delle colonie nuove trattative, non nascondendo ad esse l"alto fiae della sua politica, informata a creare un solo stato, una federazione che abbia una sola frontiera commerciale: l'unione doganale di tutti i territorì sui quali ha l'alta sovranità il capitalismo inglese. Pel momento pare che prevalgano le vedute della metropoli; ma non si deve obbliare che gl'interessi economici delle colonie si sono trovati e potranno ancora trovarsi in conflitto con quelli della madre patria. Al movente commerciale altri mutamenti d' indole politica sono necessariamente legati, come a causa l' effetto ; sostanziali mutamenti che meneranno senz'altro alla Federazione coloniale inglese. In questo stato di cose la posizione politica e commerciale della nazione tedesca è delle piì1 difficili ; difficilissima se si guarda dall' altro lato la politica doganale degli Stati Uniti d' .\merica, che han pur essi la smania della supremazia nello affarismo - politica che ha il suo epilogo nella sempre viva rivoluzione Cubana e nelle tariffe doganali protez:on1ste. La Germania sarà costretta a cercar nuovi sbocchi alla sua g,·ande produzione industriale caratteriziata dal buon mercato e dalla bassa qualità dei prodotti; dovrà rinnegare il suo protezionismo agrario eh' è quanto dire uno dei sostegni della sua potenzialità industriale. - La Russia, la Francia, l'Italia e gli stati tutti d'Europa la seguiranno mentre si manifdsterà in esse forte il bisogno di costituire « l'Unione doganale europea » da tanto tempo vagheggiata dal De Molinari. Co,ì la politica dell' [nghilterra sarà seguita per necessità di cose dall'Europa, che su nuovi rapporti di reciprocità, scambierà i suoi prodotti e le sue merci con gli Stati L'niti d'A.merica. Gli stati europei non tarderanno ad unirsi, checchò si dica o si pensi; un accordo per un' azione protettrice contro il Nuovo Continente lo reclamano gl' interessi dell'Europa capitalista: Guglielmo Il vi lavora alacremente ed il principio del nuovo secolo inaugurerà la Federazione degli Stati Uniti di Europa per quanto questo primo saggio non sia sperabile, che riesca conforme ai desideri della democrazia sociale. L'unione doganale ci porterà all'unione politica e da tante lotte combattute in nome del capita. lismo da una società arrivata quasi ali' apice del suo sviluppo, sorgono nuovi tempi che maturano il vaticinio di i\larx. e di Garibaldi: « L' Internazionale è un fatto a dispetto di chi lo nega. » Il crescente aumento dell' emigrazione, l'incremento delle colonie lavoratrici, l'affermarsi deciso della quistione sociale, il fondersi delle razze a mezzo di quei contatti in un ideale comune che ci affratella da un polo all'altro, sono segni forieri di novella vita. SALVATORE RAGUSA PARISIO. Malinconie universitarie' (L'art. 70 dellaleggeCasatie l'art. 6 delprogettoGianturco) Ci riprnmettiamo di ptiliblicarc una serie cli con~iderazioni sopra la riforma universitaria quando ve1..-1t in discussione alla Camera dei Deputali il disegno <li legge presentato dall'on. Cianturco il 4 maggio d,•. corso - ; per intanto, e senza attenclc1·eche sia JHlh• blicata la Relazione del.la Comrni.ssioneparlamentare nominata per riferire intorno al clisegnoclilegge, per (') Ci viene quest'a1·1icolo da uno dei piiLgioYani e distinti professori uflìciali delle nostre università, che 11011 firma per non avere l'aria di far la corte al ministro, come egli c:i scrive. Della !l'gge universitaria del Gianturco siamo aYversari nel suo complesso e non ce ne siamo sinora occupati perché alcuni eminenti proJessori, tra i quali !'on. Rampoldi, ci promisero d'intrattenersene; pHciò sull'argomento non accettammo buoni articoli del Groppali e di altri collab, ralori. Pubblichiamo quesLo del PMr.logo perché porta una nota di,·ersa e ,·ogliamo dimostrare clie qucs1a di\ ersità ci rifsce gradita anche quando suona lodo verso un ministro, che ha grandi doti intellettuali, ma che, pur troppo, le ha messe a servizio della reazione. N. d. R.

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