RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 55 so continuerà a divenire mano n mano sempre J)iÙ clcbolc, e che il terreno che pcnlel'à sarà guadag11ato eia I senti mento elci progresso » (I). 01'l>rnr, io pc11so che, come riguardo alle islituzio• 11isociali, cui si rircri\'n quì il Hucklc, così i11al'go· mento cl'nrtc questa venerazione ciel passato sia « an tipatiea a tulle le massime clclla ragione». Un'opera d'arte consta di due elementi : la forma e il contenuto. Questo secondo è assai più importante della prima, ed è quell.o che dà alla produzione artistica il suggello dell'eccellenza. Un pensiero nobile e grande, una concezione vasta e profonda, anche se contenuti iu una forma non perfetta, sono estetici in più alto grado che non una forma impeccabile non contenente che un pensiero mediocre, o nessun pensiero. Questo era certamente il parere di Goethe quando scriveva : « Ciò che vi è di più importante, di fondamentale, ciò elle proclucc l'impressione più profonda, ciò che agisce con più cflicacia sul nostro animo in un opera poetica, è quello elle resta ciel poeta in una tracluzionc in prosa; pcrchè ciò soltanto è il valore reale Clelia stoffa nella sua purezza, nella sua perfezione » (2). Vale a dire che ciò che resta quando è tolto il lenocinio clclla forma, come avviene nelle tracluzioni in prosa, quello appunto è la sosla11za clcll'artc. Coloro che vogliono giustificare l'ammirazione per l'arte classica e che proclamano la necessità di studial'!a, si fondano sopratutto su questo elemento infcrio1·c clcll'opera artistica : la forma. Eppure, anche rig·ua1·clo acl essa, io credo che nè si possa sostenere la supcriorilù clcll'arte antica sulla rnoclcma, nè, tanto meno, sostenere elle la tonna dell'arte classica possa essere oggi gustnta e apprezzata meglio che quella dell'arte moclcrna. Chi si proponga cli gimlicarc in modo schietto, sincero e 'libero da preoccupazioni cli scuola e cli traclizionc, non può negare che il sonetto sin co11dotto con molta maggior squisitezza e intimo senso d'armonia da Gabriele D'Annunzio che cla Petrarca; che vi sia maggior delicatezza di disegno e cli sfumatm·e, e nell'istesso tempo maggior complessità di mezzi e cli risorse, nei libri ciel llourgct, di i.\Iarcel Prérnst, cli Anatole I◄rance, che non nei dialoglli cli Luciano, o in quelli (parlo adesso solo dell'espressione artistica) cli Platone. Ed è naturale che sia così. Non si saprel)be infatti spiegare questa colossale anomalia: che mentre, riguardo a quelle classi sociali in cui sorgono di regola gli artisti, tutta la vita, rispetto all'antichità, è andata elevandosi, amnandosi, ampliando la gamma dei sentimenti e elci pensieri, l'arte poi, che ha le sue raelici nella vita stessa, sia andata inYccc clccadcnclo nella sua forma cosi da dover essere posposta a quella sorta in una civil.Là in(criore. i.\Ia, in(lipcndcntcmcntc clalla superiorità cli un'arte sull.'altra, quello che è certo si è che l'cspl'CSsionc fo1·- 111alcciel bello 11011 è una realtà metnlisica il cui ar- (1) Bucklc•lfistoirc dc la Civirsation cn Anglctc1-rc (lrad fl'an. I·, 135. (2) Goethe - Poesia e Verità. chetipo sia stato trovato dagli antichi, per cui a noi convenga ammirare sopratutto ciò che essi hanno prodotto. Il l)cllo è in noi, nel nostro cervello, come la luce, come i colori. Esso è un effetto della nostra tempra intellettuale ( l ). Qunnclo varia questa tempra varia anche necessariamente la !orma elci bello. La /orma classica era il bello per gli antichi; e non lo è più, nè può esserlo, per noi. La diversità della nostra costituzione psichica ci rende impotenti a gustarla con sincerità d'apprezzamento. Per noi il bello è dato dalle espressioni artistiche elle si sono generate in quell'atmosfera cli civiltà che ha plasmato anche il nostro spirito. Queste sole è possibile ammirare con tutta la pienezza della nostra coscienza. La tragedia greca, col suo coro, urta invinciliilmente il nostro senso estetico. Il romanzo (questo forma d'arte eminentemente moderna) non può non darci maggiore commozione artistica di un poema epico. 1'/adame Bova1]" è in realtà per noi, e necessariamente, superiore ali' Iliade. L'arte classica insomma è l'espressione cli llll mondo che non è più il nostro. Noi non la comprendiamo più. Troppi secoli cli storia cej ne hanno separati irremissiliihnente. ·e1 secondo e più importante elemento dell' opera d'arte - il contenuto - si potrebbero distinguere due parti. Il pensiero generale informatore cli tutta l'opera, e la rappresentazione dei sentimenti. Per trarre un goclimcnto estetico da quest'ultima bisogna che i sentimenti rappresentati siano comuni ali' artista e a chi vuol gustare l'opera d'arte. i.\la, come hanno mostrato il Taine nella sua Pftilosoph.iedc l',4rl e il Guyau nei suoi l'robtèmcs dc l' Eslltéliquc conlem.poraiue, i sentimenti si trasformano cli co11timw e così proron- (lamcntc che noi possimno ben dire di 11011aver nessun senlimento, nepplu·c tlci più primitiYi, comune cogli ani ichi. " 11 sentimento della natura, elle scmbrcrcbl)C a tutta ))l'imn clovcr restare invariabile non è pitl oggi lo stesso ciic ncll' antichità .... Come poti·el)l)c la vista del ciclo stellato produrre la stessa impressione morale sopra un moderno e sopra un antico, quando il moderno si rappresenta l'immensità là dove l'antico non metteva che wrn o più sfere cli cristallo limitate da muraglie fiammeggianti, flamnwntia moenia mtmdi? » Lo stesso è accadltto del sentimento del divino; di quelli che hanno per oggetto la città, la patria, i corpi sociali, che « sono, come tutti riconoscono, divenuti meno ristretti e meno esclusivi, poichè la patria, agli ocelli del pensatore moclerno, è la parte di un tutto, l'umanità. » La meclesima trasformazione si avverte nel sentimento della pietà che s'è fatto più intenso, più generale, più focilo a essere eccitato; tanto è vero che mentre nei poeti greci aveva per oggetto quasi sempre wia persona dctc1·rninata: Ettore o Priamo, Antigone, Polisscnc, Alceste, nei poeti moclcl'lli ha pc1· oggetto tutta una classe, un popolo, una lolla, l'umanità. Che più? l'errino un sentimento che pal'rcbbc inalterabile e uguale per tutte le età come l'amore, ha subito ratlicali trasformazioni. Esso è cli- (1) Cfr. Guyau - Les pl'oblèrucs de l'Esthétiquc conlemporaine - Paris, Alcan, !885. Livre I· • Ch"ap. I.
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