YlIVISTAPOPOLARE nT POUTlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI se di Europa - non arriva a 30 abitanti per chilometro quadrato nella provimia di Sassari! - ivi è altissima la delinquenza contro le persone e contro la proprietà ; ivi le espropriazioni raggiungono cifre veramente spaventevoli e superano di gran lunga quelle della Sicilia, che dal nostro Guarnieri-Ventimiglia sappiamo già che sono più alte di quelle di tutto il continente italiano; ivi infine, la mortalità per malaria raggiunge cifre, che disonorano il governo italiano e che non si riscontrano in verun altro paese d' Europa. La Sardegna è ridotta a tale, che Eliseo Reclus - come ricordò !'on. Pantano - a~sestando uno schiaffo sonoro all'Italia Ufficiale potè scrivere: « È un fenomeno storico veramente straordinario e davvero fatto per umiliare l'Europa civile, l'abbandono relativo nel quale è restata finoai giorni nostri questa grande e bella isola di Sardegna così fertile così ricca dl metalli, così ammirabilmente situata nel centro del l\lar Tirreno "· E se così scrisse il grande geografo francese nel 1878 s'immagini quale giudizio avrebbe portato venti anni dopo ! Quello che potrebbe essere la Sardegna, ~e essa non fosse abbandonata o spogliata dai governanti - dai dinastici puro sangue che trovarono comodo, nell'ora del dovere, di non ricordarsi che la dinastia prese primitivamente il nome del proprio regno dall' isola sventurata, - ce lo disse Felice Cavallotti in una serie di discordi smaglianti pronunziati percorrendola - e raccolti per via doverosamente in volume dai suoi amici - e sintetizzati in un quadro, che potrebbe essere giudicato una esplosione d'immaginoso lirismo da chi non conosce l' isola, ma che corrisponde rigorosamente alla ri'ale potenzialità delle sue condizioni. Ciò che potrebbe e dovrebbe essere la Sardegna per ora importa meno il discutere, p?rcbè la cura sarà difficile e non darà i suoi risultati che tra molti anni. Intanto per procedere a questa cu1'a con s·curezza di riuscire occorre conoscere le cause, che hanno generato il malessere, e queste cause l'on. Pantano nella sua relazione sui provvedimenti per la Sardegna così le, ba raggruppate : « deficienza di popolazione ; deficienza di capitale mobile dovuta al succes,ivo infiacchirsi delle naturali energie prrduttive e dei commerci isolani colpiti crudelmente dalle barriere doganali, che loro preclusero il mer·cato francese(]) al conseguente rinvilio delle sue principali der·rate - l'olio, il vino, il bestiame - all'io,ìustrie minerarie e mnriiiims (1) Rileva·.nmo altr•a volla che l'on. Pais nella s11a pr!'- gevote relazione dette grande importanza a'la chiu~ura del mercato franrcsA - t, nto esiziale pure alle Pu11lie e a!la 8iC)iJia - e crediamo utile ripetere che i t Pars, sardo, s1 può credere perché fu ~empre sostenitore di quella po· litica, cbe condus,e alla chiusura di detto mercat ', sfruttate nella loro quasi totalità da elementi non indigeni, che ne fanno migrare altrove i lucri ora magri, un tempo cospicui; - ai disastri bancarii che fecero sparire rapidamente dalla circolazione 9 milioni di buoni agrari, e rallentarono le correnti del credito; gran massa di beni rurali incolti ; mancanza di case coloniche e di sicurezza pubblica nelle campagne; disordine delle acque lasciate senza governo alcuno, in piena balia di sè stesse con danno incalcolabile dell'agricoltura; malaria che infesta quasi tutta la parte abitata ed abitabile del!' isola, e che, sotto lo stimolo delle acque stagnanti che ne favoriscono lo sviluppo, infierisce specialmente, con forme letali, là dove la coltura è più sviluppata, la terra più produttiva ». « Accanto a queste, altre cause concomitanti: la gravità della imposta fondiaria, impari, non commisurata alle magre risorse a cui gli usi promiscui, i sistemi culturali primitivi, il difetto di concimazione, l' isolamento e la mancanza di case coloni• che condannano la proprietil terriera della Sardegna; l'enorme onere ipotecario ; la deficienza di credito fondiario ed agricolo determinata da catastrofi che sono segnate fra le pagine nere della storia del credito italiano; gli alti noli marittimi e le alte tariffe ferroviarie ; il tasso elevato del danaro che si traduce in usura mordente per le classi più bisognose; il difetto di cultura tecnica: tutto un complesso di condizioni rolitiche e legislative dello Stato, che aggravano il problema delle sue condizioni agrarie, e condannando alla stessa catena di anemie e di stenti p1'oletari e proprietad, città e villaggi, ritardano la rigenerazione economica della Sardegna, sogno e voto dell'anima popolare italiana». Infine « due fenomeni, apparentemente opposti, ma intimamente legati tra loro dalla stessa inscindibile catena di cause ed effetti, che chiude come in un immenso ci1·colovizioso tutti i fattori economici dell'isola, riassumono e rispecchiano in modo speciale il problema agricolo della Sardegna: il latifondo e lo estremo frazionamento· della proprietà nei terreni prossimi agli abitati ». Questo è il quadro che si dovrebbe considerare come calunnioso per una nobile regione d'Italia, se non si trovasse in un documento ufficiale conosciuto e discusso, di cui nessuno ardì attenuare le tinte. Ora la gravità della condizione che emerge dal medesimo è grande pel fatto che gli elementi che h compongono dal più al meno si riscontrano in tutte le parti d'Italia e specialmente nel mezzogiorno. Ecco percbè lo studio della crisi agraria s'impone; ecco l'urgenza di pr'O ,vedi menti per attenuarla se non per eliminarla. Est pei·iculum in mora.
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