Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 2 - 30 luglio 1897

22 RIVCSTAPOPOJ,AREOCPOLCTICAJ,ETTEREE SCCENZI-:SOCULl liberismo. Sicché l' homo economicus contemporaneo appare un'es,;ere bifronte: protezionista da un lato e liberista dall'altro. Ci6 basta per indir.are che certi rimedì non hanno l'efficacia loro attribuita, e se possono giovare ad una classe di cittadini, nuocciono ad un altra forse producendo agli uni un male più intenso del bene che agli altri arrecano. Questo stato di cose dice altresì, che la costituzione sociale odierna poggia sopra basi non più corrispondenti alla evoluzione ·raggiunta dall' umanità. Scrisse bene il Salvioli : « i disastri e la disperazione nei propretarii e nei « coltivatori, la lunga serie di promesse, di studi, « d' inchieste, di piccoli espedienti - tutto riesce « alla nuova constatazione della impotenza di ogni « forza umana a porre ordine in una economia « nella quale il disordine, la sopraproduzione (noi « diremmo la sottoconsumazione), la concorrenza, « la vicendevole guerra dentro e fuori i confini « delle nazioni, le crisi e la rovina a scadenza più « o meno lunga, ooo vizt costituzionali.» (Riforma Sociale 15 Maggio 1897). * * * La crisi agraria è generale; ma c'è crisi e crisi. Genera sofferenze in un punto, ma non intacca le sorgenti della vita e non pu6 divenir causa imminente di perturbamenti politici e di episodi sanguinosi. :\faggiore è la sua intensità altrove ed esige provvedimenti, anche palliativi - l' iniezione di morfina che non guarisce, ma attutisce il dolore non è forse invocata e benedetta dall'ammalato? - pronti e di rapida azione. I rappoeti e le propor zioni in cui la produzione agricola si trova con la produzione indu triale, col commercio, coi trasporti; i prelevamenti tributarì in varia misura, che la pl'ima subisce, contribuiscono a determinare la sua va1·ia inteusità, a farne apparire maggiori o mino1·ile conseguenze dolorose. Io Inghilterra dove la terra appart!ene a pochi laridl01·ds; dove un ventesimo appena della popolazione ò addetta alla agricoltura e di questa vive, mentre l'l grande maggioranza ritrae la sussistenza dall' indust1'ia e dal commercio, si comprende che le sofferenze dell'agricoltura preoccupano sino ad un certo punto i governanti e vi si stabiliscono facili compensi nella compagine della nazione. In Italia il caso è inverso: poche sono le iadu t1'ie e prevale l'agricoltura. la cui cr:si si fa sentire più intensamente e più doloro ament.e nel mezzogiorno e nelle isole, perchè in qucst.e ragioni le industr-ic non premisero mai. e quelle poche che vi pro~pernvano furono ammazzate o r:dott.e all'agonia non dalla concorrenza francese o tedes ·a, ma da quella, per quanto fr-ateru \ altrettanto infsorabile, esel'Citata dal!' alta Italia. Ri~sctt iasoppodabile la crisi iu Italia e particolarmente nel Sud e nelle Isole perchè enorme vi è la pressione tributaria, e vi assume forme e proporzioni spoliatrici; perchè stridente vi è la sperequazione. Perciò il malessere non è circoscritto ad una classe, ma tutte lo sentono e non riescono a scaricarlo sulle altre; e tutti soffrono : proprietari. contadini, bottegai, artigiani. D'onde, ad esempio, le esplosioni in Sicilia del 1893-94, previste, preannunziate quasi a giorno fisso; quelle di Ruvo e di altre Città di Pugli..1 - a prevenire le quali nulla si fece, nulla si tentò, all'infuori delle provocazioni poliziesche seguite da sanguinose repressioni ; gli scioperi agrari nel settentrione. Questo stato eccezionale di cose nel nostro pae se mal può definirsi con la parola c1·isi la quale indica uno stato transitorio, laddove il male è cronico e venne diagnosticato da tempo. La diagnosi fu consacrata da Stefano Iacini in quel volumett.o riassuntivo, che insieme all'altro ponderoso del Morpurgo 1·appresenta la parte migliore della famosa Inchiesta agi·aria tanto al disotto della aspettativa e della fama creata intorno a sè. Dal giorno di quella pnbblicazione molti anni sono p~ssati ed ogni anno ha segnato un peggioramento ed una forma o esplicazione nuova della crisi ; peggioramento dovuto spesso agli errori dei governanti, che, ad esemp'o, tutta la politica doganale subordinarono agli interessi di pochi grandi industriali del settentrione attivi e perseveranti, ed imposero, per fini inconfessabili, spese militari sproporzionate alla potenzialità economica della nazione. Le speciali l'agioni che 1·endono le sofferenze più intense nel mezzogiorno e nelle isole vennero indicate; e quelle sofferenze tipicamente studiate nella Si.:ilia e nella Sar·degna vennero illustrate con inchie;te pubbliche e privale. con libri e con discu;,sioni parlamentari appassionate, ma non inutili. Il dibattito fu più frequente e più integrante sulla Sicilia, perchè questa mostrò di possedere la energia convincente della ribellione, e solo di riflesso, per una ·pecie di pudore serotino dei nostri uomini politici, sulla Sardegna, più povera, più sofferimte, ma non abbastanza popolata e vigorosa per farsi temere. Non ripeteremo ciò eh' è abbastanza noto sulle condizioni della Sicilia, ma senti11mo il dovere di i11trattenerci sulla Sardegna, sebbene altra volta di essa ci si,11110occupati spontaneament.e per mostrare quanto ci sia a cuore la sorte dell' isola infelice. i cui fìgli a noi legati da relazioni politiche e personali, più volte ci promisero un rnntributo di studi 01·iginali ~ competenti e mai ce lo dettero. Quanto disgraziate siano le condizioni della Sardegna si comprenderà ponendo mente a questi dati: ivi comincia già l'emigrazione sebbene la densità. d81la popolazione ia minorn che in ogni altro paeI l

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