Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 2 - 30 luglio 1897

JHVTSTAPOPOJ,,\HE nr l'OJ,ITICAJ,ETTEHE E SCIE''°ZESOCIALI evolutive da percorrere), quando ha da coloro che lo guida110 ricevuto lume sufficiente che gli a lditi nelle sue linee principali la via da battere e quando in una parola, in un motto, in una formola gli si è mostrato riassunto il meglio delle sue aspirazioni. Ma questa conoscenza, si dirà, non è scienza. Certo, non è, non puo essere scienza formata, ma è, diremo, quel primo grado di empirismo, da cui ogni scienza formata trae le sue origini ; è, dunque, scienza in formazione. La qual conchiusione a cui noi giungiamo, incontrasi, del resto, con quella che vien formulata nella sentenza del Say, citata ed accettata dal Merlino, che cioè « le scienze morali e politiche si vengono trasformando sotto gli occhi del Socialismo » Un sol fenomeno non è nuovo: in tutte le rivoluzioni, si va pr-ima vagamente e poi, sempre più concretamente determinando, la dottrina che ne riassume lo spirito. È questa che affretta il momento della soluzione, momento, che in tal modo appunto si distingue da quelli ch1:1precedono. Or la Rivoluzione mal va confusa col suo primo momento di preparazione e di esplosione, che anzi il suo significato definitivo è, se non tutto, in massima parte, essenzialmente, nella sua soluzione. D'altra parte, poi, quando si accetti la suddetta sentenza del Say, non si può, credo, senza intima contraddizione, concluder come fa il Merlino che il socialismo è indipendente « dalle varie teoriche scientifiche e filosofiche, cui « esso, a un dato momento, si trova congiunto. » Infatti l'affermazione del Say, quando sia ben valutata, significa appunto questo, o io m'inganno: che unico è il punto di partenza da cui muovono per un verso, il socialismo, considerato come indirizzo pratico e, per 1tn altro verso, le scienze morali e politiche rinnovellantisi; e quindi tra queste e quello non si ha la separazione voluta dal Merlino ma, anzi, un vero rapporto d'interdipendenza! Quel complesso, cioè, di fatti che determinano pratica mente il socialismo, è, poi, teoreticamente, obbietto di nuove ricerche da cui nuove scienze emergano e le antiche ricavano profonde modificazioni e tutti, infine, questi risultati di lavoro scientifico riversano definitivamente la loro efficacia pratìca sui fatti stessi che li hanno provocati. * * Ma il Merlino cade, probabilmente, in equivoco col significato da dare alla scienza che a lui, forse, par che suoni lo stesso che concezione astratta ed a prioristica, sicchè conclude esser tempo che al metodo a prioristico si sostituisca il metodo positivo. Or è noto che, unico essendo il valore fondamentale della scienza, eh' è quella di unificazione, più o men larga, di conoscenze singole, quanto, poi, alle scienze in particolare, esse variano di caratterJ col variar dell'obbietto a cui si riferiscono. Vi son, quindi, scienze astratte e scienze concrete, a priori ed a posteriori, ed è natm·ale che per obbietti concreti come i fatti sociali, la scienza debba procedere a posteriori. E non è tale forse il ca1•attere delle recenti ricerche sociologiche ? Se son tuttora problematiche o incompiute ne' loro risultati, ciò non deriva da difetto d1metodo ma dalla grande complessità dei fatti studiatL E se, a compiere, in qualche modo le inevitabili lucune di ricerche appena iniziate si corre un pò troppo in fretta a teoriche e a schemi d' indole filosofica, a concezioni astratte idealistiche o materialistiche, non si dissimula però il valore ipotetico di siffatie aggiunte provvisorie, che possono di altroode, fornire nuovi materiali alla ricerca scientifica o anticiparne, per forza d'intuizione i risultati futuri - E il punto di partenza che dà oggi alla Scienza e al Metodo, nel campo dei fatti concreti, quel carattere propriamente scientifico, cioè concreto, positivo, a posteriori, che non possedettero mai prima, in sì larga misura, Del resto, il rimprovero di muovere da un a priori puo essere, anzi, ritorto contro coloro che per un ingiustificato sospetto dell' intervento della Scienza nella Questione soci~le, tutta l' importanza, che alla scienza sottraggono, riversano su quel complesso prodotto d. ogni agitazione sociale che son le così dette idealità morali, vero complemento icleologico, direbbe 11 Labriola, piuttosto che primo movente d'ogni Rivoluzione. Non si pu6 certo disconoscere l' alto valore di tali Idealità, ma bisogna coglierlo ne' suoi limiti naturali. E si vedrà, in tal modo, che avete nella Questione sociale come in tante altre (nell' arte, ad esempio, e nella Religiosild) Scienza ed Idealità non si contraddicono, ma sono anzi due termini correJat1vi. Senonchè un siffat1o argomento non è di così lieve importanza da bastar questo accenno fuggitivo : e5so merita uno studio a parte che sarà, spero, l'obbietto di un futuro articolo. J>r-of. FR. ilJONTALTO. La Rivista Popolare di politica lettere e scienze sociali, si vende anche a numeri sepa rati al prezzo di Cent. 20, il fascicolo. La Rivùta Popolare di Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 p11gine in 4' grar:de. Per abbonarsi,spedire lettera o Cartolina-Vaglia ll'Onorevole Dr. Napoleone Colajanni - Roma.

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