RIVISTA.POPOLA.REDI POLITICA.LETTEREE SCIENZESOCIA.LI 469 Unprogramma dipolitiacgararia. È facile il comprendere che, mettendo in esecuzione tutti questi provvedimenti clrn abbiamo esposti, non i;arà difficile ottenei·e la coltura ed il popolamento delle immense estensioni di terre incolte, che funestano il nostro paese. Tante povere famiglie che ogni anno emigrano dal!' Italia, perchè non trovano in essa come vivere, quanto più volentieri rimarrebbero nella loro cara patria, se pote:1sero a vere un pezzo di terra. da lavorare! (1) Pensiamo al benessere, alla ricchezza ch" -ne verrebbe allo Stato, se ta.nta tei•ra, ora quasi improduttiva, fosse intensivamente coltivata ! Pensiamo alla pare, alla tranquillità che ridoneremmo a tante famiglie di proletari turbolenti, trasformandoli in laboriosi e pacifici coltivatori! E se per raggiungere tutto questo, lo Stato dovesse anche spendere dli milioni, diremo che essi saranno molt•J meglio · s,iesi, che non quelli profusi in Africa, per coprirci tli vergogna. I • E certamente lo Stato dovrà contribuire pecuniaria.mente per attuare queste riforme. Prima di tutto, se si vuol ottenere sul serio il ripopolamento delle campagne deserte, sai•ebbe opportuno stabilire dei nuovi centri abita.bili, dove raggrup1.-'are nuovi coloni o piccoli proprietai•i; poichè non tiarebbe prudente impiantare case coloniche isolate, a distanza una dall'altra, in un ambiente come sar.ibbe lc1,maremma o l'agro romano. Già nel primo progetto di legge per la bonifica dell'agro romano erano stati proposti questi nuovi centri abitabili; ma, come troppo spesso accade nel Parlamento italiano, il concetto fu abbandonato, perché importa va una spesa troppo grossa I Inoltre lo Stato bisognerebbe che anticipasse ai n'.lovi coltivatori le spese per il pi-imo impianto e per il primo esercizio (bestiame, arnei;i da lavoro, sementi ecc.). · Ma tutto ciò non costituirebbe ueppure un sei•io peso al bilancio dello Stato, ae si attuassero i p1·ovvedimenti, di cui parleremo orc1, sul credito fondiario ed agrario, che potrebbero assai facilmente sovvenire alla bisogna. • * * Provveduto, almeno in parte, alla pac,ficazione delle campagne, bisognerà pensare al miglioramento della 11gricoltura, dalla quale unicamente il no:sti-o paese può sperare la sua rigenerazione economica. Prima base d1 ogni miglioria agraria è 11 credito a buone condizioni. È necessario sorga un grande btitulo, il quale somministri il danaro ai proprietari - , rùssi e piccoli - senza tassi usurari e con lento a :nmortamento. Così i proprietari saranno messi in i;rado di trasformare l'enorme debito ipotecario che posa sulle loro terre, d minuendo anche, mercé i congogr.i del credito fondiario, il tasso del!' interesse e i·ipartendo il graduale ammor,amento in un lungo period J. Se il debito ipotecario fruttifero potesse tra- (1) L'emigrazione nel i896 ba dato queste cifre: emig,·azione permanente 182.295 - temporanea i?S.798 - totale 306.093 persone. sformarsi, per intero, in debito ammortizza.bile coi sistemi del credito fondiario, la proprietà fondiaria italiana potrebbe risparmiare, per minori interessi pagati, nientemeno che oltre duecex:to milioni e ciò bòn inteso, unit.i.mente al vantaggio di libera'rsi gra: dualmente del debito capitale. Speciali facilitazioni dovranno essere fatte a coloro che intraprenderanno bonifiche stabili di terreni incolti, costruzioni di case coloniche, piantagioni ecc. Noi vòrremmo che a questi proprietari lo Stato venisse in aiuto, oltre che col facilitare la concessione dei capitali, concorrendo con una quota dell'uno o due per cento nel pagame11to degl' interessi sui mutui coµtra.tti a quegli scopi. Qualche cosa di questo genere si fa già in Italia dallo Stato a favore dei consorzi d'irrigazione. Bisognerà, però, essere sicuri che· i capitali, che venissero concessi ai proprietari per il miglioramento delle teri•e, vadano realmente a vantaggio dell' agricoltura e non ad alimentare falla.ci speculazioni, sul genere di quella edilizia, o ad aumenta.re inutilmente i debiti, sperperando in lussi o peggio il denaro ottenuto. Ora ci si fa sperare che la nuova Cassa di credito comunale e provinciale provvederà anche ai bisogni della proprietà fondiaria e dell'agricoltura., facendo prestiti non solo ai Consorzi, ma anche ai singoli prop1·ietari delle ter1•e, perchè, migliorandole, le elevino a q rJel g_rado di produzione, di cui sono capaci. Vedremo. E dovere di coloro che sono in Parlamento stim<Jlare il Governo su questa via. * * Per facilitar<l l'accesso del credito all'agricoltura é neces ;ar:o un altro provvedimento che si reclama da gran tempo e non si comprende perché tanto si tardi ad attuare: la forza giuridica probante al catasto. Chi ha pratica di affari sa quali e quante formalità e documenti occorrono per dimostrare l'esatt l accerhmento della proprietà. Ora, poichè ciò co.-stituisce il fondamento del credito, ne dipende la nece.• sità di stabilire un catasto che garantisca ed accerti di per sè stesso l' esistenza e l'entità di quel fondamento. Il carattere probatorio l'hanno già molti catasti di paesi civili; anzi, alcuni Stati hanno intrapreso la formazione del catasto al solo s )Opo di servire allo 1.ccertament<J delle proprietà e degli altri diritti reali. Noi faccia.mo il contrar.o, e spendiamo molti e molti milioni unicamente per da.re un miglioi• assetto alla imposta fondiaria! Gli effetti giuridici del catasto saranno determinati in seguit-) ! Noi abbiamo discusso a lungo questo argomento nel 1885, quando fu presentata la leggd sulla perequazione fo3diar:a; nè intendiam() fermarci adesso sulla quest:one (1). Solo mi permetto richiama.re un concetto, che allora sostenni con ardore, ma che non ebb j fortuna, mentre adesso lo vedo r;preso da altri come una novità. Alluno al sistema della potanzialità della terra comll base d1>1'elstirno fondiario. (i) Vedasi il mio lavoro: La foi·ma del catasto ed i suoi effetti sulla econc,miaagraria dello Stato• Roma, i885.
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