Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 24 - 30 giugno 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 467 regina. E avete tol'to. Le restrizioni a cui alludete sono della storia antica. Stubbes v·enne sentenziato al t,,glio della mano dtstra yer es~ersi permes:10 di parlare di un possibile matrimonio tra Eli~abetta e· il duca di Anjou. Quando Wr,,ynham disse di Gia-, corno I: « Egli non è che uu uomo e come tale può e1rare », il giudice che lo r rocessava irruppe ia una invettiva e disse che era « uno scandalo inaudito supporre che il re potesse errare ». E così, imbronciato, lo condannò a mille sterline di multa, a correre in groppa al cavallo sbrigliato colla faccia verso la coda e ad avere le orecchie lapped mozzat ·. Un avvocato del tempo di Carlo Il venne pilloried - condannato alla berlina - e incarcerato pel resto dei suoi giorni per il semplice delitto di ave1•e detto che eglt < era· per l'uguaglianza e non pel re ». Ma avviciniamoci ai nostri tempi. Vi ricordate delle famose lettere del famosissimo Juoius, pubblicate dal Public Advertiser tra il 1769 e il 1772, lettere che supponevano nel re tutto di cattivo e nulla di buono? Voi inccminciate, se non avete incominciato con Wilkes, a sentire l' inglese idola tra per la libertà di stampa. La pr;ma della serie venne considerata della diffamazione. Ma le altre venn.ro assolte dai giurati dopo una discussione di sette ol'e, al secondo processo, e di dieci, al terzo. Subito dopo si processò il Perry per avere scritto nel 1'.1orningChronicle del 1809, che « il re non era popolare ,. e venne assolto come gli stampatori delle lettere di Junius. E poi ? Abolito lo statuto del 1796 - lo statuto che fece dire a Fox, in piena Carnera, che con esso la libertà di scrivere, di parlare e di predicare era una mochery - una derisione - i giornalisti si trovarono, coll'act del 1848, completamente liberi. Ma. anche prima del '48 essi potevano dire della regiua quel diavolo che volevano. Ci basterebbe ricordarvi il così deLto < comi,lotto » per costi•ingere sua. maestà a licenziare certe dame d'onore che la circonda.vano pochi mesi dopo l'ascensione. I giornalisti, in generale erano per la regina, perché in fin dei conti la nazione o il governo che la rappreseotvaano non doveva impcdirle di circondarsi di facce simpatiche. Ma nel farle questa concessione la riducevano a una pupattola costituzionale. Essa, dicevano, non è, sul trono, che una figurante. Se avete ancora dei dubbi sulla nostra libertà. di stampa, quando si tratta di occuparsi d, lla regcante, leggete la Truth di Labouchere o meglio la Modern Society - un settimanale che La un'enorme tira.1ura - che porta in pi,;zza tutti i pettego!ezzi di Corte, che rivede i conti reali con delle smorfie crudeli e che chiama la regina e tutti i men.bri della sua casa de, royal paupers o dei pitocchi o dei mantenuti re.,Ji con accanimento sempre più crt:scente. Labouchere non sollevò forse il disprezzo na.zionale contro la regioa quando la dt nunciò com-o --trna sovrana anticostituzionale, cioè che aveva avuto il coraggio di cancellare dalla lista dei ministri dell'ultimo gabinetto Gladstone, il nome di Laboucbere, deputato e e direttore del Truth? Personalmente sua maestà può avere della ripugnanza a lasciarsi baciare la mano da un ministro rhe come giornalista la tratta alla buona, come tratterebbe una lavandaia qualunque, e come deputato aggredisce gli appannaggi reali. Ma come regina, quantunque si sappia J rotetta dalla finzione costituzionale che le dà diritto di scegliersi i ministri del « suo regno », credetelo, non si arrischierebbe mai a sciorinare i suoi sentimenti intimi dinanzi i nomi che l'incaricato di formare il gabinetto le proponesse. Se non fosse una maestà impersonale e se avesse il diritto di scelta, non avrebbe, dite, imitato il nonno, Giorgio Terzo, quando le si sottopose la lista che includeva sir Cbarles Dilke, il deputato e il giornalista che iniz.ò la carriera facendo di vantare ridicola, in tutto il regno, la lista civile? Ormai è inutile dirvelo. Obi sceglie i m1mstri in Inghilterra, è il paese per mezzo della maggioranza alla Camera dei comuni. Vi basta? - Ci baste. Ma vorreste forse dirci che la penna che si è conquistato il diritto di occuparsi delle teste reali col linguaggio cortigiano del Daily Telegraph o virulento è antireale come quello della Modern Society, gode la stessa impunità al parlamento? - Sappiamo do,e volete trascinarci. Il Parlamento è sempre sti,.to gelosissimo dei suoi privileges. Ma non dovete dimenticare eh' esso difende se stesso e i suoi membri, e non mai i ministri del governo. - È una sottigliezza. Pitt ha potuto processare il Morning Herald che lo accusava, come ministro, di valersi delle informazioni ufficiali per fal'e delle operazioni allo Stock Ea:change. - Scusate. Ma questa fu una azione privata. li signor Pitt aveva diritto, come ogni altro cittadino, di trascinare il calunniatore o il sedicente calunniatore in tribunale. Ma il Parlamento, non ebbe neppure una sillaba per il primo ministro. Quello che noi volevamo dire è questo: che il nostro Parlamento, ogni volta creddte violata qualcuna delle sue prerogative, è stato sensibilissimo. Sicura di essere onnipossente, la Carnera dei Comuni si considerò sempre, dinanzi ai così detti delitti di stampa, una Corte suprema che giudica senza neanche la parvenza di un processo. Fu per questa ragione che Owen la chiamò « "\'iolenta opi ressiva e intollerante > La Camera dei Comuni fino a pochi anni fa mandava le vittime della sua collera a Newgate o alla Tc,rre o li faceva redarguire dal suo presidente - speaker - in ginocchio. Nel 1810 il deputato sir F. Burdett fece uu discorso alla Camera protestando contro il sistema dei commoners che inviava in carcere degli estranei, cioè giorno.listi che «violavano» le loro prerogative. E per agi tare il paese volle far stampare il suo discorso e diffonderlo, come opuscolo, dappertutto. Il deputato inglese, come sapete, non gode pri vi!egi, che nei precinti dell'edificio legislativo. Non appena sul marcia1,iede ,ti Westminster egli é un indi viduo come qualunque i.ltro. Così avrete veduto che i deputati irlandesi, rontro i quali esisteva un mandato d'arresto, venivano arresta.ti subito dopo che avevano passata la cancellata. Crsì il discorso di Burdett diventava il discorso di un suddito qualunque. Il deputato Romilly tentò di difenderlo da-

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