Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 24 - 30 giugno 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTEJlE E scrn:szs: SOCIALI 465 Le Condizioni della Sicilia alla luce dei numeri (1). Coloro che hanno avuto interesse a smentire che vi sia una « quistione siciliana», cioè la necessità di provvedere ai mali che tormentano in ispecial modo l' isola nostra, hanno, secondo l' indole propria o quella del partito a cui sono ascritti, tentato argomenti diversi. Quando i moti parziali del 1893, turbarono i sogni dei governanti, vi fu chi parlò dei « sobillatori » - parola che passò alla storia, ed il cui significato oscuro non lice tentare: il tentarlo' costò al Turati un sequestro, un processo ed una condanna - più tardi la forza delle cose costrinse alla legge sul Commissariato Civile,riconoscimento ufficiale delle tristi condizioni speciali dell' Isola. Ma vi fu ancora chi scrisse e gridò alla esagerazione sostenendo che, più o meno, gl' inconvenienti ed i guai dell' Isola · si deplorano in tutta Italia. È venuto fuori l' ultimo volume degli « Annali di Statistica» l'esame del quale basta a dimostrare come, per ignoranza o mala fede soltanto, possa sfuggirsi alla luce rossa dei numeri, che illumina lo spettacolo triste delle deplorevoli condizioni po litiche, economiche, morali e giuridiche, in cui versa la popolazionesiciliana; resa più intensa dal confronto con le altre regioni dell'Italia continentale. * * * In Sicilia le relazioni civili sono più difficili ed intrigate che altrove, e, non ostante il disagio economico gravissimo e generale - che più sotto sarà rilevato in cifre - si hanno il maggior numero di contestazioni giudiziali di qualunque grado : i magistrati dell'isola sono i più gravati di affari di tutta l'Italia. Nel 1894 soltanto, si ebbero in Sicilia 350 247 procedimenti presso i Conciliatori; cioè 119,41, per ogni 1000 abitanti; mentre il Napoletano diede la media di 109,95; l'Italia centrale circa la metà in 59,03 ; e la settentrionale poco piu di un terzo in 41,96 per mille abitanti. Lieve variazione per i pretori che, in Sicilia nel 1894, ebbero N. 36, 604 cause a giudicare, cioè la media di 12,48 per ogni mille abitanti; mentre l'Italia centrale dà il 7,67; e la settentrionale meno della metà, il 6, 13 per mille. Raccogliendo poi le cifre di tutte le magistrature, innanzi alle quali la Sicilia portò nel 1894, num. 373,669 procedimenti contenziosi, cioè la media di 127,39 per ogni mille abitanti, si osserva che l' Italia centrale ne portò appena la metà, (I) Nel presente studio 11011 si è tenuto conto della Sardc~na la i~felicc gorella, non meno - e qualche volta più - sciagurata e 0 dim 1 ent1cata. cioè il 63185; e la settentrionale circa un terzo, cioè il 43,72 per mille. Eppure non sono i migliori magistrati che vi amministrano giustizia. Chi abbia pratica giudiziale o sia studioso di giurisprudenza, avrà agevolmente notato che le decisioni dei Collegi siciliani restano oscure per la grandissima maggioranza; quando vedono la luce, sono assai spesso deplorate perchè dimentiche degli ultimi progressi delle teoriche giuridiche nella dottrina e presso gli altri magistrati. Se questo è per la civile, immaginiamo i risultati della giustizia penale, ad amministrare la quale, è notorio come, nei Collegi divisi in più Sezioni, sia destinato il personale più scadente, preoccupato soltanto di assicurarsi con il numero delle condanne la nomea di « energia », che, in difetto di altri meriti e spesso meglio degli altri, possa lasciar sperare di seguir la carriera. Se è vero che le condizioni della magistratura, come scrisse il prof. Mortara, sono tali che costituiscono in Italia un pericolo sociale, in Sicilia sono un danno generale. È ufficiale la giustificazione piena che la giustizia civile - che pure è più serena, imparziale ed indubbiamente miglio1'e della penale - sia amministrata peggio che in ogni altra regione d'Italia. La Cassazione di Palermo, che non ha certamente nè fregole innovatrici, nè facilità di annullare le decisioni dei magistrati inferiori, dà il massimo degli annullamenti, dichiarando ingiuste il 41'07 °lo, cioè poco meno della metà, delle sentenze esaminate; mentre Torino dà il 30, 03 °/0 ; e Firenze il 29.80. * * * Il disagio economico, che assume proporzioni raccapriccianti, è nudamente svelato con la crudezza delle cifre. Che i debitori non pagano, fra pocopuò elevarsi a regola generale. Le esecuzioni forzate fatte dai privati sono un numero straordinario. e non ostante il numero assai più grande di crediti, per le assai più numerose relazioni civili e commerciali del!' Italia continentale, la Sicilia ha il primo posto - e lo tiene con notevolissima superiorità - nei pignora menti mobiliari e nelle vendite degli oggetti pignorati. Nel 1894 si ebbero num. 18.777 pignoramenti, cioè il 64,02 per ogni mille abitanti; mentre ne diede la metà proporzialmente il Napoletano, con il 30.73; un terzo circa l' Italia centrale con il 23.16, e poco più di un quinto la settentrionale con il '13, 99. Sono vere ed effettive strettezze economiche di debitori in massima parte impossibilitati a pagare,

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