Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 24 - 30 giugno 1897

RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 476 dra all'Avanti i voti e le osservazioni che sugli infortuni del lavoro furono manifestati nell'ottavo congresso internazionale dei minatori che si tenne nei primi di giugno di quest' anno nella stessa Londra. « La federazione dei minatori dell'Inghilterra propone la risoluzione che « i padroni debbono essere responsabili per tutti gli infortuni che avvengono nelle miniere. Questa 0lausola deve far parte di qualunque legge venga. fatta sulla responsabilità, e non deve esser permesso nè al padrone nè all'operaio di · concludere alcun contratto contrario a. questa clausola. > I francesi vc1,nno più innanzi e vogliono compresi anche gl' infortuni che avverigono fuori della miniera.. Il più largo è il progetto tedesco ohe reclama non solo il compenso in caso d' infortunio ma la prevenzione dell'infortunio stesso; perchè, dicono Moeller e Sacpse, non vi è denaro che paghi la vita d'un operaio o l'incapacità sua al lavoro cagionata da un infortunio e perciò la prevenzione è più importante del compenso successivo. Moeller ricorda ai delegati inglesi che la legislazione è ben lungi dall'essere soddisfacente. Dice che le condizioni del lavoro in Germania sono orribili, e risponde all'argomento spesso addotto dalla stampa borghese che dopo la legge sul compenso obbligatorio gli infortuni sono aumentati per l' accresciuta negligenza degli operai e dei pad1•oni. È assurdo pensare che l'operaio rischierebbe la sua vita per ottenere i pochi soldi che la legge gli accorda, e i padroni sono divenuti molto meno negligenti una volta che la negligenza li colpisce nella ta.sca.. Gli infortuni sono aumentati per lo sviluppo enorme delle industrie e per l'intensità di lavoro che si domanda all'operaio. Dopo una breve ·discussione fu approvata all'unanimità la risoluzione in favore della compensazione in tutti i casi d'infortunio dentro e fuori della miniera, qua.lunque sia la causa che il produce. » RECENSIONI. Lunwm GoMPLOWIOZ:- Altgemeines Staatsrecht. - lu nsbruck, 1897. E' questa la seconda edizione di un libro scritto dal Gumplowicz venti anni addietro, prima ancora che il suo scritto sulla lotta delle razze gli acquistasse fama internazionale. Ponendolo fuori per la seconda volta il Gumplowiez ha cercato di metterlo d'accordo con le teorie da lui svolle nelle successive opere ed è questo davvero un libro che può considerarsi come la sintesi delle idee dell' A. su quella parte della scienza sociologica che si riferisce allo stato. Egli ricerca quali forze naturali abbiano prodotta la comunanza umana dello stato (pag. 11) e considera lo stato ed il diritto come fenomeni del mondo soc:ale (pag. 27) in opposizione alle dottrine idealistiche e metafisiche che egli critica (p•g. 44 60). Lo stato « è uoa organizzazione naturale di imperio all0 scopo di conservare un determinato ordinamento giuridico » (pag. 34). Prova che lo stato europeo sorge storicamente come conseguenza della con - quista (pag. 68; e,I evolve e si muta in r8gione di susseguenti lotte e conquiste (pag. 69J; ciò ba prodoLlo una stratifloazione sociale simile a qu~lla che le catastrofi geo• logiche rivelano nella struttura della terra. Dovunque si incontrano delle caste noi dobbiamo supporre una con· quista. Ciò si dimostra con h storia dei popoli celtici, delle conquiste rom1ne (pag. 68-80), e rlelle invasioni barbar·iche (80-100). Ma quale è mai l'elemento sociale dello St~to ? Alcuoi dicono : I' individuo. altri : la famiglia; ma per Gumplowicz il fondamento reale dello Stato è: la stirpe ('I -10-116). Questo ricondùce alla ben noti teoria del!' A. sul poligenirismo e sulla inevitabilità della lotta fra i diver~i gruppi genetici umani (120-130). li Gumplowicz non presenta questa teoria con maggiori sviluppi di quello cha già conosciamo. - La raz1,a è un fenomeno naturale, ii pop lo un fatto politico, ma la nazione è un'opera della civiltà, cioè un prodotto artificiale; sotto un certo aspetto, un fenomeno traslato dell'essere dello Stato (pag. 136). « Nazionalità è quella comunanza di civiltà fra gli uomini che si manifesta nella comunanza della lingua» (idem). E' un errore ricondurre la nazionalità ad una differenza originaria di stirpe - (137). L'evidenza della nazionalità non determina affatto che essa debba manifestarsi con l'unione politica di tutti i suoi mem• bri (144). Anzi StaLi a nazioni miste come l' Austria e la Svizzera sono elementi di progresso più degli altri (145-6). L1 snazionalizzazione (E~toationa 1isinung) violenta o gra• duale è sempre un delitto. Il popoln è il complesso dei cittadini riferiti a sè stessi, la societcì q11esto istesso 11omplesso, rna non riferito allo Stato, beosi ai rentri di interessi intorno a cui i gruppi sociali si stl'ingono (174). L'attenzione della scienza si è rivo! La alla « Società » solamente da poco e sotto l'influsso del s0cialismo e dell'agitazione proldaria (175). Dopo una critica dell'idee di 7\fohl, Tonnies, Stein, Schaffle ecc. !'A. chiude questa parte dell'opera che è la più interessante per occuparsi delle forme dello Stato, dell'amministrazione pubblica, del parlamentarismo ed in generale delle forme giuridiche dello Stato. Dell'opera del Gumplowiez rinunziamo a dare un giudizio perché esso essendo affatto negativo e trattandosi di uno scrittore come questo, ci parrebbe estrema leggerezza sbrigarcene in due parole. Del resto le nostre critichti si rivolgerebhro specialmente al sistema dell'A. anzicchè alla applicazione speciale che qui ne ha fatta. · A. L. DAtor FRANCESCOCoLETTI : Industria armentizia e imposta di ricchezza mobile nella zona montanx della provincia di Macerata e in genere delle provincie ex-pontificie. Macerata. Tipo ;rafia Bian· chini 1897. Questo pregevole scritto del nostro collaboratore professor Coletti lo avevamo letto in gran parte nel Giornale degli Economisti. Ora lo abbiamo riletto con piacere in volume a parte e vi abbiamo trovato un vero modello di monografia sulle condizioni di un'industria italiana, eh' è tra le piil sofferenti. Nello studio del Coletti, fatto per incarico della Camera di Commercio di Macerata, i fatti costituiscono la tela su cui l' A. ricama le proprie considllrazioni, che sono spesso vere induzioni ; e i fatti sono stati somministrati da una specie d'inchiesta p~eliminare. Come sembrerebbe dal titolo non sono esaminati so!- tanto i rapporti tra il Fisco-e la industria armentizia; ma anche quelli tra la grande e la piccola industria. E dal caso particolare I' A. risale a quello più generale della applicazione concreta delle imposte di ricchezza mobile ai red1iti industriali. Superfluo aggiungere ch'egli stigmatizza

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