RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 471 torto di spa vantarsene. Se si vuole che i diritti dei proprietari siano rispettati, bisogna che essi, per primi, si ri~olvano a prendere qualche provvedimento a vantaggio delle classi inf.,riori; e non bisogna indugiare, perchè il ritardo potrebbe 1•endere più malagevole la cura di un male, già tanto grave. È inutile sperare che la questione socia le possa essere seppellita sotto il silenzio. ALBERTO CE:-!OELLl. IL SOCIALISMO NELL'ARTE. (all'Esposizione di Venezia): Critici, scrittori e artisti, discutono da parecchio tempo sul contenuto socialista che l'arte deve 9;ssumere se vuol rispondere alle nuove aspirazioni della società, se vuol interpretare, come ha fatto sempre, le grandi correnti del pensiero dei tempi 1 Parecchi vorrebbero che vi si indirizzasse per una educazione intellettuale dei cultori; altri 1->retendono che le questioni che agitano le masse debbano penetrare anche nel sacrario dell'arte; altri infine attendono che un movimento spontaneo si manifesti nell'artista, e gli taccia creare l' opera non colla 1->reoccupazione di seguire un desiderio altrui o la moda, ma di rendere una sensazione intima, la quale potl'à essere in armonia con tali aspirazioni, ma deve stare a sè come opera d' arte. Chi possa aver ragione è difdcile dire. Certo è che la concezione artistica non può lasciarsi fomina re dalla preoccupazione di una tendenza collettiva. Quando la tesi si impone, la sjncerità nella ripro- · duzione della natura viene ad attenuHsi, e lii. sensazione che inspirò l'artista, a modificarsi od a scomparire. Tante opere. invece hanno portato impresso vigorosamente un pensie1•0 socialista, senza aver preso le mosse dall!l. preoccupazione di servire alla propaganda. Uno dei grandi socialisti, secondo tal concetto della tesi nell'opera, avrebbe 1->0tuto esstre Alessandro Manzoni; perchè i Promessi sposi, colla mirabile form9, mettono in evidenza le infelici peripezie degli umili e la perversità dei grandi, in un mondo, dove ce1•- tamente del pensiero socialista non si trovava che la reminiscenza dell'Evangelio. Eppure il disgusto e la pietà nascono spontanei a quella lettura, mentre nessuno si attenterebbe di classificare Manzoni tra i socialisti. Parecchi lavori di pittura e di scultura sono nati nelle medesime condizioni, Rroximus tuus di Achille d"Orsi, e l'Erede del Pattini, per ese!Ilpio, inspirano mille consider11,zioni che possono riassumersi nella dottrina comunistiea di Carlo Marx come nella legge del cuore di Gesù Cristo; ma chi potrebbe dire che quell'operaio sfinito per la stanchezza, raccapricciante nella crudezza della sua miseria, dovesse per Achille d'Orsi riassumere la sciagurata sorte del proletariato; e che L'e1·ede, quel bambino ch'è in così potente contrasto col genitore morto, dovesse tutte sintetizzare le angosciose peripezie dei senza terra e dei senza tetto ? I due valorosi artisti non si erano prefissi certamente di combatte.e una battaglia contro la Borghesia: forse il titolo, più si nto .natico del soggetto erd. nato a opera finita; ma il pensioro che avev.~ guidato l' elaborazione dell'opera era stato di pietà, di sgomento; e perchè intimamente sentito, aveva potuto ussere potentemente tradotto nel lavoro. * * * V'ha pi11ttosto un elemento che contribuisce a volgere l'arte alla osservazione ed alla percezione dei problemi sociali ed è l'ambiente. Gli . artisti vivono nella società, ne sentono le passioni ed i bisogni, vivono della vita materiale e spirituale della collettività, e come hanno svolta la concezione estetica del Paganesimo, quella spirituale del Cristianesimo, e quella panteistica del Rinascimento, devono oggi sentire che un nuovo movimento si accentua. Perciò delle piccole e delle grandi linee della quistione sociale a poco a poco impadronendosi, verranno a modificare il loro spÌl'ito sino a rendere spontaneamente, per un impulso del rinnovato loro spirito, ciò che fino ad 01·a sarebbe stato forzato e artificioso. Il problema si concreta adunque in due proposizioni: È l'artista che deve per principio volgere la propria opera alla intellezione ed alla discussione degli episodi socialisti? Oppure é il progredire e l'estendersi di questa nuova concezione della vita, che può da1·e all'arte un contenuto ed uu [fine schiettamente socialista ? La soluzione non la potremmo trovare nei ragionamenti, ma nei fatti: e di questi fatti v' ha larga messe all'Esposizione internazionale di Venezia. Vediamoli. * * * I quadri ohe tentino di riassumere una tesi socialista sono pochi: uno è l'immensa tela di Rochegrosse • Angoscia umana » un quadro che sollevò vivi dibattiti al Salon parigino. Rappresenta un gruppo di larve luminose attraversanti un cielo grigio, sono le umane aspirazioni, di ricchezza, di amore, di felicità, di gloria ; in una montagnola, che si erge nel mezzo del quadro, si arrampicano gli uomini per raggiungerle ; sono tipi di tutte le olassi, di tutte le condizioni sociali, dal banchiere all'operaio, dal pezzente all'aristocratico, dalla gran dama alla cocotte, dal · merciaio al poeta, e tutti si contendono con uguale accanimento il passo. V'ha chi nella contesa è travolto, e chi riesce ad elevarsi montando sul cor110 dei caduti ; nessuno raggiunge il suo fine. Dietro alla montagnola, con una serie infinita di lapidi e di croci, si stende il cimitero; il cimitero dove precipitano, appena giunti alla vetta, tutti questi esseri sospinti dalla folla montante. Tale macabra concezione che attesta un ce1•vello poderoso, manca di quella super10rità di trattazione, che avrebbe potuto imporla anche al guasto dei nolenti. Quella montagna di corpi che lottano è una cosa voluta, artificiale; mentre il contrasto dei tipi, e quella fine comune al cimitero è disci•etamente banale. Dal lato tecnico poi si può dire che non 1·isponde a quella completezza che è sempre necessaria nell'opera d'arte.
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