444 RIVISTA POPOLA.REDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIA.LI legge infausta del l · Marzo 1886 i suoi sostenitori con rara ipocrisia insistettero sul suo carattere economico ed esaltarono i vantaggi del caiasto probatorio e dissero che la probatorietà doveva essere il fine precipuo della grande impresa, cui legò il suo nome il Minghetti. La probatorietà, però, gli esecutori della legge con insigne malafede la lasciarono in disparte e smessi gl' infingimenti oggi confessarono qual' è)'obbiettivo vero della legge: la perequazione dell' imposta fondiaria. · Trattandosi di perequare si suppone che la giustizia debba presiedere all'operazione. E infatti i sostenitori del nuovo catasto videro sinora coronati dal successo i loro sforzi perchè li moralizzarono, li resero simpatici e interessanti in alcùne regioni d'Italia perchè li proclamarono intesi a correggere la iniquità, violatrice dello Statuto, nella distribuzione della imposta fondiaria. Esiste davvero questa iniqua e anti-statutaria sperequazione mercè la quale gli uni pagano di più e gli altri pagano meno di quanto dovrebbero ? È stata affermata con insistenza meravigliosa e la sperequazione la si è asserita regionale con rara: abilità per suscitare maggiore interesse in quelle contrade che si sono additate come sacrificate. Si è anzi riusciti a far credere che il mezzogiorno e la ·Sicilia non pagano - o quasi - imposta fondiaria, la quale grava solo sul settentrione; e si comprende perciò come - falsata od eccitata l'opinione pubblica di- coteste regioni, che si pretendono danneggiate e rovinate - sia divenuta sinceramente popolare la causa della perequazione. Cotesto è un pregiudizio, è una falsità, contro cui ripetutamente han protestato molti cittadini delle stesse ragioni nelle quali piìt insistentemente si domanda la perequazione. Essi, e principalmente mente l'avv. Davide Sacerdoti, hanno dimostrato erronea tale credenza provando che provincie le quali pagano al disopra e al disotto della media ve ne sono nel sententrione e nel mezzogiorno. Napoli e Caserta, ad esempio, appariscono tra le più gravate dall'imposta fondiaria. Perchè il pregiudizio attecchisca, però, é necessario che abbia qualche parvenza di verità; e la si é trovata nel paragone complessivo sull'imposta pagata in ragione di superficie; ma il metodo per procedere al paragone non regge perchè è ovvio che un ettare di terra sterile non può pagare quanto uno di terra fertile. Infatti una marcita lombarda, un orto dei dintorni di Napol;, una vallata del circondario di Nola della estensione di pochi ettari danno quanto un feudo della Basilicata o della Sicilia di molte centinaia di ettari. Della equità della imposta, quindi, non può giudicarsi dalla estensione della terra su cui grava; ma da quanto la terra stessa rende. L'on. Colombo, da persona accorta, comprese che la perequazione desunta dal rapporto tra la impo sia e la superficie non avern alcuna base e si dette a ricerca più opportuna; paragonò il reddito della terra in Toscana, nelle provincie di Milano, di Napoli e di Caserta per conchiuderne che Napoli, Caserta e Milano dovrl'hbero pagare a un dipresso la metà del iributo toscano mentre in realtà Napoli e Caserta paga}lo più e Milano poco meno dell'intera Toscana (Riforma Sociale. Vol V. Fascicolo 3). Il metodo seguito dall'ex ministro del tesoro, poscia, venne adottato dall'on. Di Broglio che fu relatore dell'ultima legge, che si riferisce alla continuazione del nuovo catasto : legge ad esclusivo benefizio - confessato - delle provincie, che hanno chiesto l'accelera.mento. che costituisce l'iniquità più stridente che si abbia potuto commettere in Italia. Bisogna ammirare l'abilità dell'on. Colombo·,che pose i confronti in guisa da escludere il carattere regionale della ricerca associando Milano a due provincie del mezzogiorno. Richiesto da me, l'ex ministro del tesoro, pel quale nutro sincera e grande stima, cortesemente rispose che gli elementi pel calcolo li aveva desunti dall'Annuario di Statistica, che riporta i valori medi dei prodotti delle singole regioni. Ma questo calcolo è incompleto: vi manca il prodotto del bestiame, che per la Lombardia e per Milauo ha uua importanza veramente eccezionale. Quale fiducia meritano i prospetti dell'on. Di Bro· glio si rileverà, poi da questi dati : vi manca almeno uu miliardo di produzione, che appartiene in prevalenza - per açcidente, veh ! - alle regioni settentrionali; vi mancano le uova, vi manca il pollame, vi manca il legname. La produzione dei soli bozzoli è calcolata almeno di cento milioni al disotto della realtà; è valutaia 102 milio~i, mentre la seta greggia esportata oscilla tra i 250 e i 300 milioni. Nè si creda che questo maggior valore dimenticato possa rappresentare la parte del lavoro, perchè il costo della filatura non é gran cosa. Comunque verrebbe largamente compensato dalla seta lavorata e consumata all'interno. Di più è erroneo il metodo di assumere il prezzo unitario fissato nella tariffa doganale per le singole regioni, perchè i peezzi dei proJotti agricoli variano assai sui diversi mercati italiani in ragione della qualità, dell'abbondanza o della scarsezza del raccolto, della facilità delle comunicazioni ecc. Quest'ultima circostanza è tale, ad esempio, che mentre nella provincia di Catania del vino eccel lente si vendeva appena a L. 10 l'ettolitro, in Roma
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==