452 RIVISTA.POPOLAREDI POLITICA.LETTEREE SCIENZESOCIA.LI Unprogramma dipolitiacgararia. Un alto, insistente grido di dolore si leva da ogni parte delle campagne italiane. Strillano i miseri contadini, affamati, logori dagli stenti, dalle fatiche, dai malanni, sprovvisti di lavoro, che invano implorano nella lorJ patria e che vanno, raminghi, spesso rej etti, a cercare in lontane contrade. Strillano, e non meno altamente, i piccoli proprie- · tari, tormentati dal fisco con le sue cento braccia, vinti dalla concorrenza straniera., sopraccarichi di debiti, minacciati perennemente dalla subasta. Che meraviglia che il socialismo si estenda nelle campagne? Il fenomeno socialistico è una conseguenza della distruzione di quelle forme di piccola proprietà, nelle quali il lavoro e la proprietà· individuale sono realmente collegate, e dove il lavoratore è anche effettivo proprietario degli strumenti di produzione e del prodotto ottenuto. Questo è il rapporto economico meglio rispondente ai bisogni, agli istinti, ai desideri dell'uomo. La distribuzione di un numero di piccole proprietà fra i contadini forma una specie di difesa e di salvaguardia per i grandi proprietari ; e la piccola proprietà dei contadini può bene chiamarsi, come diceva il De Laveleye, il parafulmine che storna della società pericoli, che altrimenti potrebbero condurre a catastrofi violente. Orbene, questa classe di piccoli possidenti, che sarebbe necessario mantenere, rafforzare, moltiplicare, noi la lasciamo incoscientemente sparire; e sollecitiamo coi nostri atti il momento, in cui da una parte staranno alcuni pochi grossissimi proprietari e dall'altra tutto il resto degli uomini, ridotti alla assoluta indigenza. Quella sarà l'ora estrema dell'attuale società e del suo ordinamento economico. É dovere degli uomini di Governo impedire che ciò accada; e bisogna provvedere sollecitamente, se non si vuole essere colpiti sul terreno economico da grandi catastrofi. * * * Qual' è la causa, per la quale la piccola proprietà sparisce? Senza esitazione si può dire : principalmente il grave carico delle imposte. Se si considera il cumulo enorme di tasse (imposta e sovrimposta fondiaria e fabbricati, tassa fuoca.tico, tassa bestiame, contributi speciali, tasse sugli affari, dazi di consumo, doganali, monopoli, tassa di successione ecc. ecc.), da cui il piccolo proprietario, nella stessa misura, è vero, del grande proprietario ma quanto più dolorosamente, viene colpito, si comprende facilmente come esso non possa resistervi. Bastano uno o due anni di cattivo raccolto perchè esso non sia più al caso di tener~i al corrente coi pagamenti delle rate: da quel momento esso è condannato all'espropriazione. Ora io non mi perito a dire che è una suprema ingiustizia non esentare da imposta quello che è strettamente necessario alla vita. E come in altri paesi, più del nostro civili, il reddito, di qualunque genere, è esente da ogni grava.me fino a un limite che 1·appresenta, come si dice, il minimo di esistenza e che va da seicento fino a mille e più delle nostre lire;· come, anche fra noi, i redditi di ricchezza mobile provenienti da industria e commercio non sono colpiti fino a L. 533; - così dovrebbe stabilirsi per i redditi derivanti dalla coltivazione della terra, fino a quel limite che rappresenta il necessario all'esistenza. E siccome un'altra delle cause della sparizione della piccola proprietà è la tassa di successione, cosi dovrebbero esentarsi da quella tassa le piccole successioni in linea. diretta, fino appunto al limite rappresentato dal capitale corrispondente al reddito che si stabilisse comE>minimo di esistenza. Il danno che le finanze dello Stato e degli Enti locali risentirebbero da. questa riforma tributaria dovrebbe ripararsi con economie sui bilanci e con una leggera sovrimposizione, a forma progressiva., sullti grandi proprietà. * * * Un pericolo, contro il qualti deve lottare la piccola proprietà, è il soverchio sminuzzamento e l'assorbimento che di essa fanno i grandi prop1·ietari. A questi inconvenienti provvede il sistema, che comunemente si chiama Homestead, il quale giova molto alla conservazione dei piccoli possessi. Il principio della legislazione americana sull 'Jlomestead, che vige anche in alcuni paesi d'Europa, e che richiama l'antico sistema dei fedecommessi, dei maggioraschi ecc., in sostanza si compendia in questo: Il capo casa costituisce come beni di famiglia l'abitazione e suoi accessori necessari, nonchè una quantità di terra sufficiente all'alimentazione della famiglia stessa. Questi beni familiari non sono divisibili alla morte del capo di casa e si trasmettono ad uno degli eredi, che ha l'obbligo d'indennizzare gli altri della quota che ad essi spetterebbe sui beni di famiglia. Questi inoltre sono messi al sicuro dalle perdtcuzioni dei creditori, dalle espropriazioni, dalle vendite giudiziarie, come anche dalle disastrose speculazioni o dalla scioperataggine del capo di casa.· Non è il caso di entrare in minuti particolari del sistema, che bisognerebbe studiare, per armonizzare il principio ai nostri costumi ed alle nostre tradizioni. In America (Stati Uniti) l' Homestead i,uò costituirsi fino a raggiungere un valore di 20 mila e più lire. Si tratta, come si vede, di una eccezione al principio generale di diritto, per cui il patrimonio del debitore è la garanz;a comune dei suoi creditori; ma è un privilegio dettato da.Il' interesse generale della società, che riconosce l'obbligo di assicurare alla famiglia il minimo di esistenza. ll sistema della ros~ra lfgislazione, che ammette l'insequestrabilità degli stipendi degli impiegati, è fondato sullo stesso principio. E come gli antichi fedecommessi e maggioraschi avevano lo scopo, anch'esso importante in uno Stato, di conservare le grandi famiglie, così l' Homestead ha · l'ufficio santissimo di mantenere la piccola proprietà, assicurando alle famiglie dei coltivatori un benessere
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