Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 23 - 15 giugno 1897

RIVISTA. POPOLA.REDI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 451 lamento e risolvevano un punto costituzionale che racchiudeva i germi della futura grandezza del .giornalismo inglese. Il Grenville, il quale nella storia dei pionieri della penna non ha riscontro, per efferatezza, se non pénsando a Roger l' Estrange - un giornalista rinnegato - ordinò al suo complice di gabinetto - lord Sandwich - di spiccarne i mandati e di mandarli tutti alla Torre. Stampatore e editore, non appena dichiarati in arresto, confessarono che il delinquente del North Briton era il deputato John Wilkes. Il mandato d'arresto contro il Wilkes ribadì la convinzione che in Inghilterra le libertà costituzionali sono la salvaguardia del cittadino. Nessuno, per quanto in alto, pu6 violarle impunemente. Il mandato d'arresto non aveva che una lacuna: gli mancava il nome di chi si doveva arrestare. John Wilkes che volle vederlo si mise a sganasciare dalle risa. Ma voi vi burlata di me ! Questo qui è un mandato generale. Con esso voi potete arrestare tutta la nazione. Voi vedete che è ridicolo un mandato in bianco. Ma porchè non siete andato invece ad arrestare il lord del tesoro - Grenville - o qualche segretario di stato o lord Bute, magari, o lord Cork, che sta qui, a una porta di distanza dalla mia? Il messo del re gli rispose che egli « era obbligato ad arrestare il signor Wilkes i>. Jn Italia, un fatto come questo, passerebbe inosservato anche nel 1897. Sarebbe molto se riuscisse a commuovere qualche cronista spedato che ha l'abitudine di seppellire i processi di stampa con una frase che ripetuta è diventata stantìa e lascia il pubblico più tranquillo di prima. « Ecco come si rispetta in Italia la libertà di stampa! ,. Ma in Inghilterra ! In Inghilterra l'arresto del Wilkes fu uno dei più grandi avvenimenti del regno di Giorgio terzo. Il suo nome era divenuto sinonimo di libertà nazionale. Non si diceva viva Wilkes ! senza aggiungere: viva la libertà! o viva la libertà di stampa! Si parlava di lui nei caffè, sui mercati nelle public-houses, negli ambulatori del Palazzo di Giustizia e del Parlamento, a Corte e dovunque erano due o tre uomini assieme. Il suo nome era sulla bocca di tutti. Il principe ereditario di Giorgio terzo, quando usciva dal gabinetto del padre senza quello che voleva, sgolava anche lui, per farlo marcire dalla rabbia, il grido popolare di viva Wilkes e viva la libertà di stampa! La Camera dei Comuni che non era composta di leoni e che condannava il numero 45 del North Briton a essere arso, pubblicamente, in Cheapside, dal carnefice, votò, li per lì, un ordine del giorno, che dichiarava l'arresto di Wilkes « illegale » Nessuno di loro simpatizzava col « giornalista libertino». Ma tutti erano idolatri della libertà personale che è la chiave di volta dell' immensa fabbrica inglese. E la giustizia ? Tirannelli dei nostri tribunali e arfasatti in toga che sottraete gli accusati, come il gerente della Battaglia quotidiana, ai loro giudici naturali - i giurati - andate a nascondervi. Voialtri avete nulla di comune col giudice inglese. John Wilkes, uscito sei ore dopo dalla Torre querelava subito il ministro degli interni, autore del mandato in bianco, e ricorreva al giudice per violazione di domicilio. Il giudice capo Pratt emise una sentenza in armonia colle istituzioni che rimase famosa anche perchè mise fine ai mandati d'arresto irregolari e arbitrari. « Entrare nella casa di una persona in virtù di un mandato in bianco per procurarsi dei documenti incriminati, disse Pratt, · è peggio che della inquisizione spagnuola, , una legge sotto la quale nessun inglese potrebbe vivere un'ora. É un audace attacco pubblico sulla libertà del suddito ed una violazione del capitolo 29° della Magna Carta, il quale è assolutamente cootrario al potere arbitrario ». E i giurati? Accordarono al querelante mille sterline di danni. Vale a direi che col loro verdetto biasimarono il ministro dell'interno - lord Sandwich - e lo condannarono a pagare venticinque mila lire a John Wilson. Tuttavia non lo si lasciò quieto. Il povero direttore del North Briton venne espulso dalla Camera come un poeta porco. Ma gli elettori di Middlesex e della City che non vedevano in lui che il difensore delle libertà conculcate, lo rielessero assai più volte che il Brandlaugh che voleva entrare alla Camera dei Comuni come ateo.E avrebbero continuato a rimandarlo alla Camera se il Wilkes non fosse stato obbligato a salvarsi al di là della Ma nica, per sottrasi ai suoi nemici implacabili che volevano ad ogni costo vederlo sul banco della giustizia come pornografo e derisore della religione. Non ricordo gli anni del suo esilio. So che è morto trambasciato, vecchio, a 70 anni, nel dicembre del 1792. Pochi giornalisti hanno avuto una vita agitata come la sua. Come pochi hanno avuto la fortuna di appendere alla parete di redazione un nome così glorioso. Pei suoi tempi può essere stato uno scrittore poco virtuoso. Ma pei nostri John Wilkes, direttore del North Briton, è e resterà un giornalista grande, indimenticabile. Egli ha lottato e vinto per la libertà dei suoi concittadini e per la grandezza della sua profes - sione. p AOLO V ALERA.

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