450 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI gio Terzo invece avrebbe preferito perdere la testa come come Carlo 1° che dare un addio al governo personale. La sua volontà doveva essere la volontà della nazione, come il suo io doveva essere lo Stato. Giorgio Terzo fu così personale che in otto o dieci anni ridusse quel poco di governo rappresentativo che esisteva a un' ombra. Il suo odio contro la stampa era un odio ereditario, un odio che si sguinzagliava contro quel qualunque giornale che avesse osato avere un'idea che non fosse la sua• Quando andava in bestia assurgeva alle altitudini della collera indiavolata e diceva che si sarebbe servito dei giornali per strangolare i giornalisti. Non ci fu Direttore degno di questo nome, scrisse Grant, che non abbia scontata la grandezza della penna pubblica con della prigionia e delle multe. Con lui tutti i gabinetti ministeriali furono giornalicidi. Egli infondeva loro i suoi rancori. Bute, il suo primo ministro cortigiano, aveva del fiele pei giornali che non lo elevavano, come il Briton, allo zenit degli statisti. Grenville? Nessuno fu più scellerato di lui. Era un giornalofobo che imbavagliava,. con piacere. Il Macaulay, nel conte di Chatam, dice che il Grenville era più « prono alle misure tiranniche di Bute ~- Amava la tirannia camuffata di libertà costituzionale. Ravvolgeva i sofismi della legge nelle teorie repubblicane del 17° secolo, e riusciva un prepotentaccio volgare. Il Macaulay si dichiara propenso a credere che l'amministrazione peggiore che abbia governato l'Inghilterra dopo la rivoluzione cromwelliana, sia stata quella di Giorgio Grenville. I suoi atti pubblici possono essere posti sotto due testate: oltraggi alla libertà del popolo e oltraggi alla dignità della corona. Con lui al potere nessun giornale fu salvo. Non appena presidente dei ministri inviò degli ordini imperiosi e frenatori a più di duecento giornali. In un attimo si rivelò l' Erode della stampa. Egli procombeva su quelli che anelavano alla respirazione libera come una furia e inseguiva i loro redattori con un accanimento che suscita l'indignazione anche oggi che parliamo di lui a più di cento anni di distanza. Una delle tante vittime della sua truculenza fu il John Wilkes, il deputato di Aylesbury che gli storici ci descrissero come uno dei più profani, dei più licenziosi e dei più dissoluti. Tre delitti che, pei posteri, non pÒssono scalfire il carattere di un uomo che viveva in un ambiente caldo ancora di puritanismo. Perchè infine a che cosa si riducevano questi suoi delitti ? All'avere scritto dei versi pornografici pei suoi amici intimi, all'avere contratto dei debiti cogli strozzini e all'avere avuto dei motti ridevoli pel nuovo Testamento. Chi di noi non potrebbe essere appeso dai uemici della libertà di stampa alla stessa fune ? Il Wilkes è conoscmto dai topi di libreria. Ma è sconosciuto alla massa che vive del calamaio di redazione. La sua faccia era così orribile che i caricatucisti più crudeli non avrebbero potuto denigrarlo. Era un buongustaio della letteratura, divorava dei libri, aveva modi gentili, sapeva difendere i suoi scritti colla spada ed era, nella conversazione, eloquente. Taluni, per disprezzo, lo chiamavano un demagogo. Dove non esiste libertà si è sempre demagogo per qualcuno. Prima di diventare il direttore del North Briton aveva scritto degli artiroli parlamentari in un giornale mensile. Il North Briton iniziò l'esistenza in un momento fortunato. Vale a dire in un momento in cui le idee politiche che pochi anni prima erano sogni di alcuni cre- -duti mentècatti o ribaldi, pullulavano nel cervello della maggioranza. Burke aveva già dichiarato di non essere uno di coloro che credono il popolo sempre nel torto. « In tutte le questioni tra il popolo e i governanti ha quasi sempre ragione il popolo. Il popolo non ha alcuno interesse nel disordine». Così è facile capire l' impressione profonda che producevano gli articoli del Wilkes nel North Briton. Egli diceva cose sentite dalla folla che nessuno ardiva confessare o scrivere. I primi 44 numeri andarono a ruba. Stomacavano la Corte, incendiavano il torysmo degli uomini del Parlamento e meravigliavano i sudditi. Ma Bute invece di piombare loro sopra e sopprimerli, li faceva aggredire dal suo organo ufficiale il Briton. AI 45° Grenville era al posto di Bute. Grenvilleera tory, ma guai a chi non lo credeva whig. I whigs e i tories di quel tempo erano tutti, più o meno, monarcofili fino al fanatismo. Gli uni o gli altri, al potere, erano pupazzi del sovrano. Giorgio terzo esecrava la stampa ? Grenville era al potere. Il North Briton sentiva i tempi? Addosso al North Briton. In questo numero il Wilkes aveva lasciato correre la penna fino al delitto reale. Egli aveva avuto l'audacia di criticare il discorso della corona che aveva inaugurata la legislatura del 1762, e il coraggio - per quei tempi, s' intende - di aggiungere che il re d'Inghilterra era semplicemente il primo magistrato investito del potere esecutivo, responsabile delle sue funzioni reali e della scelta dei ministri come qualunque suddito incaricato di un servizio pubblico. Le idee svolte nell'articolo che accusava il re di propalare dal trono il falso, gli erano state, almeno così si supponeva, comunicate, chiacchierando sulla copia del discorso reale, da Pitt, padre. Ma sia come si sia esse affermavano giornalisticamente, la superiorità del giornale nella Corte e sul Par-
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