426 RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI ai socialisti italiani. Io non dico che non si possa ottenere la libertà economica seguendo una via diversa da quella tenuta in Inghilterra, ma tocca a chi vuole lasciare la strada antica per la nuova di dimostrare che questa conduce sicuramente alla meta. Ora è di moda in Italia di gridare contro al « parlamentarismo ~ Io non lo voglio difendere e lo biasimo quanti altri mai; ma per l'appunto gli ultimi fatti in Italia sono favorevoli al Parlamento. Non fu la Camera che impose il Crispi al paese, poichè fu mandata via precisamente perché non lo voleva. Se la Camera non fosse stata allora sciolta, il Crispi sarebbe caduto e non avremmo avuto le disfatte africane. Ciò mi pare evidente. Inoltre badisi che in Italia, la maggior parte dei deputati sono eletti dai prefetti, onde se la Camera è cattiva ne ha colpa principalmente il potere esecutivo. Tra due candidati, il governo sceglie quello che ha schiena più pieghevole, quello che meglio è disposto a vendersi, e lo fa eleggere. Quale meraviglia, se una Camera composta in quel modo non è buona ? ' Proviamo ad avere elezioni libere, proviamo ad avere ministri i quali non diano retta alle « raccomandazioni » dei deputati, e poi vedremo se buona o cattiva sarà veramente l'opera del parlamento. Non credo che sarà mai ottima, ma infine non so vedere cosa si vuole sostituire di meglio, onde pel minore male conviene conservare quel reggimento parlamentare e cercare solo di migliorarlo. Non credo che la libertà economica si possa fa. cilmente disgiungere dalle altre liberta, e credo che in Italia, o le avremo tutte o non ne avremo nessuna. VILFREDO PARETO. LO STATUTO NON É PLEBISCITARIO, Il deputato T. Villa ha. detto testé, in Torino, su lo statuto piemontese queste parole : « Poteva la nazione dimenticare che a quel patto « lealmente mantenuto si erano associate tutte le « provincie italiane, cc,lla solenne emanazione dei « plebisciti ? » Così il Villa batte sul vecchio e comune errore che lo statuto sia plebiscitario. E non è: errore che dev'essere confutato. Una serena discussione intorno a quest'arduo tema giuridico e politico è di suprema importanza: ed io, nella misura delle mie forze, l'accennai, quando il deputato Brunialti pubblicò uno scritto su la Costituzione italiana e i plebisciti. Sicchè ora mi occorrerà ripetere, più o meno, le stesse cose, con le stésse parole. Ma è bene che questa discussione scientifica - se da certi dottori non si ha interesse a schivarla - si faccia alta e chiara nel paese : si faccia dalla stampa, dalla cattedra : si faccia ne' circoli, ne' comizi, nel parlamento. * * * Il senatore Lampertico dice che lo statuto ritrae le sue origini bensì da autorità di principe; ma come legge fondamentale perpetua ed irrevocabile. Così per lui lo statuto si distingue, essenzialmente, e dalla carta octroyée del 1814 e da quella che si é detta la carta bdclée del 1830. E il deputato Brunialti - classificando le costitu• zioni politiche in storiche, dommatiche o convenzionali, e ottriate - crede che la nostra costituzione, essenzialmente dommatica-, si sia venuta trasformando in costituzione storica. È, come si vede, la teorica del trasformismo applicata alla storia costituzionale d' Italia I S'intende bene che il trasformismo, nel senso sci1mtitlco della parola, non è il trasformismo politico a base di reazione, che segna un regresso nella vita nostra civile contemporanea : e al Lampertico e al Brunialti si può ripetere, col Dubois-Reymond, che il come é difficile - il come, per esempio, secondo il naturalista tedesco, da.li'insensibile germina il sensibile. Il Lampertico e il Brunialti dovrebbero dimostrare, evitando le contraddizioni, come la costituzione piemontese octroyée si sia trasformata in costituzione dogmatica italiana e questa in costituzione storica, * * * L'on. Brunialti, per confutare il Bertani, che nel Parlamento disse : - lo statuto non è plebiscitario - si domanda: « Lo statuto è ottriato, nel senso storico della « parola, o è plebiscitario? lmperocchè evidentemente « non può essere, a un tempo stesso, l'una cosa e « l'altra. Che cosa è la costituzione, alla quale pur « si riferiscono i plebisciti ? » Problemi delicatissimi e gravi, dice l'egregio pro• fessore di diritto costituzionale: intorno a' quali non tutti hanno idee precise. Sicuro l E dunque, precisiamole. Statuto ottriato e statuto plebiscitario sono contraddizione in termini: o dono di principe, octroi royal - o volontà di popolo, supremitas. Ma lo statuto vigente, eh' è lo statuto piemontese, è ottl'iato - perchè largito da Carlo Alberto nel 1848: dunque, appartiene alla terza e più numerosa specie di costituzioni, di cui parla lo stesso Brunialti, come la costituzione danese del 1665, le carte francesi del 1814 e 18;$0 e la maggior parte delle costituzioni italiane - costituzioni meccaniche, ottriate o donate ai popoli dai principi che tenevano su di essi prima del dono, impero assoluto. * * * Compito del Brunialti e del Lampe1 tico doveva essere questo: mostrare come la costituzione piemontese si sia metamorfosata in costituzione italiana - come, cioè, lo statuto ottriato sia divenuto plebiscitario. Bisognava, dunque, provare che lo statuto del 1848
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