Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 22 - 30 maggio 1897

424 RIVISTA.POPOLA.REDI POLITIOAL. ETTEREE SCIENZESOCIA.LI praffatto. Antonio Fratti corre in Grecia silente, come affannoso di non giungere in tempo. Non mormora, non chiede: si unisce ai primi combattenti, si affretta al posto del pericolo - e tra i primi consegue la morte. Sacra falange, eletti della morte, il sangue da voi versato per la redenzione di un nobile popolo, è gloria ed onore d'Italia. Voi dE1pl rincipio di nazionalità affermatori - voi lottatori per le solidalità fra popoli - voi combattenti per il Diritto e la Giustizia - voi che la libertà umana santificaste con l'espressione più alta - il sacrifizio ! hIBRIANI PoERIO, Traversammo insieme più di un quarto di secolo in una comunione di affetti, d'ideali, di battaglie, di lotte. Non vi è una carta, un libro eh' io rimova nella mia stanza che non mi parli di quelle memorie. Eppure questa sovrabbondanza di affetti e di ricordi che nel commemorarti al cospetto del popolo mi hanno fatto rispecchiare nell'impeto della parola la commozione prorompente dell'animo, mi fa nodo al cuore e al cervello quando prendo la penna nella solitudine del mio studio, e ho più voglia di piangere che di scrivere. Forse dirò di te un giorno - ora nol posso - non mi fido - o Fratti, fratello mio, quando a conforto delle crescenti delusioni verrò a cercare sul tuo tumolo, nei ricordi del passato, il coraggio e la forza di proseguire nelle battaglie combattute insieme per la stessa fede. Oggi di questi ricordi, in questa rivista che si collega a tanta parte del tuo spirito eletto e del tuo inesauribile apostolato, mi basterà rievocarne un solo. Quando Guglielmo Oberdan, votato al sacrificio, consegnò a te, suo compagno di studio, il testamento sacro alla gioventù d'_Italia - di cui volle deliberatamente ritemprare l'animo e l'intelletto a prezzo del proprio sangue - divinava egli forse che di quel deposito eri tu, fra tutti, il più degno - tu che lo avresti un giorno riconsacrato sui campi ellenici col sacrificio supremo della tua vita, rav - vivanda alla tua volta le depresse energie dell'anima nazionale ? Dinanzi agli occhi miei le vostre due teste bionde si fondono in una sola. visione, illuminata dalla luce purissima che si irradia dal vostro duplice sacrificio e che ravvolge nello stesso fascio luminoso il culto della patria e quello della fraternità umana. EDOARDO PANTANO. L'on. Colajanni, cui pervenne la notizia della morte di A. Fratti in Napoli, commosso e commovendo, lo commemorò nella scuola d'igiene di Santa Patrizia al principio della sua lezione di demografia per i medici laureati. Ricord6 le doti singolari intellettuali e morali dell'eroico caduto di Domoko. Disse che anche nel tempio della scienza si doveva commemorare un uomo che ha onorato il nome d'Italia nella santa causa della libertà ellenica e che col suo sangue dimostrò che qui, nel nostro paese, non sono spente le alte e nobili e grandi idealità. L'on. Colajanni concluse ricordando che a· compenso del triste spettacolo che presenta l' Italia ufficiale si hanno questi esempi di abnegazione e di eroismo di alcuni suoi figli e che il fatto conforta e fa sperare ancora nella energia del paese. Quindi fu spedito il seguente telegramma al Municipio di Forlì : « Inconsolabile per infaustissima nuova. Conobbi, ·stimai, amai eroico Fratti come amico, collega, compagno lotta ogni campo. Medici assistenti numerosi corso demografia questa Università, associandosi lutto , ineffabile dolore Forlì i-everenti mandano saluto alla patria di chi riaffermò valore italiano. Colajanni. FINANZAE PARTITIPOLITICI. (Monarchia ..... e Monarchia). Col primo titolo l'egregio Ing. F. Nicola pubblica un articolo ove vi sono molte cose buone e nelle quali interamente consentiamo. Ma ci pare invece che sia grave errore il concetto ·che egli ha del partito repubblicano, scrivendo: « Non teniamo conto del campo repubblicano perchè anziehè campo di partito nel vero senso della parola, esso non è che luogo di accolta di pochi illusi, i quali anteponendo il nome alla cosa e non ricordando che la prosperità economica delle nazioni è figlia delle buone leggi 8\ delle buone amministrazioni ·e ritenendo quindi in buona fede che la felicità dei po-- poli è fatta quando chi li dirige è un capo elettivo anzichè ereditario, e quando le monete so.io coniate col beretto frigio anzichè colla corona reale, insistono perchè avanti tutto e sopra tutto si cambi il titolo di Re e di monarchia in quello di presidente e di repubblica». L'egregio autore non ha forse avvertito che quelle parole si possono volgere contro ai monarchici come contro ai repubblicani; poichè in sostanza vengono a concludere che la forma di governo preme poco, e che pel benessere del popolo non ha maggiore efficacia di quella che avrebbe il sostituire un impronta ad un altra sulle monete.

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