Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 22 - 30 maggio 1897

430 RIVISTA.POPOLA.REDI POLITICA.LRTTERE E SCIENZE SOCIA.LI governativo e nel libero scambio dei prodotti agricoli - per trasformarli in una forza sociale cosciente, la quale, inalveata in uno di quei movimenti pacifici, lenti se vogliamo, ma potenti e inesorabili come forze naturali, i quali sono la caratteristica dei popoli di razza anglo-sassone, riesca, impadronendosi del potere, a porre l'Italia in quelle condizioni che le permetta.no, giusta il vaticinio di Mazzini, di svolgere la potenza di vita economica, commerciale, navigatrice che le dorme in seno (1). . A questo partito repubblicano, giovane e pieno di vita, perché non architettato ·a tavolino, ma erompente dalle condizioni naturali del nostro paese, i socialisti non potrebbero senza venh- meno a sè stessi, ne·gare tutto il loro appoggio, per la ragione che esso lavorerebbe, con azione assidua e fervida, per affrettare l'avvento di quelle condizioni che renderanno nncessaria la soluzione socialista. GIUSEPPE D'ANGELO. IL PENSIERO LETTERARIO DI GIUSEPPE MAZZINI. « I grandi uomini come le grandi scene della natura vo· gliono essere veduti dall'alto». G. MAzz1N1. Op.vol. 1V, pag.170. In una lettera del 14 novembre '42 alla Margiotti (2) il grande agitatore genovese scriveva: « non son lette1•ato che in via secondaria, e per servire al fine », e in altra occasione più esplicitamente dichiara.va che la letteratura fu per lui « mezzo, no fine > (3). Pure, molt'anni più tardi, egli pc,teva dettare queste parole, che suonano insieme nobile compiacenza e mesto rimpianto : « Tutte le mie prime aspirazioni furono letterarie, e il primo modesto nome che ottenni mi venne da lavori di letteratura. E la voluttà dello scrivere solitario mi affascina tuttavia di tanto, che quando, in tal raro momento, m'accade di sognare di potere ancora aver un'ombra di vita individua.le sulla terra, io chiedo a Dio di concedermi, fatta Nazione l'Italia., due anni di vita romita, si ch'io potessi, prima di riposare le stanche ossa presso alla sepoltura materna, scrivere alcuni miei pensieri sulla Religione e un volume di storia popolare d'Italia; e m'è dolore il sapere eh' io non li avrò> (4). E più tardi ancora, scrivendo ad un'amica gentile (5), le confessa che sarebbe pronto a dare la metà della vita che anco1· gli rimane, per scrive1•e due lib1·i: uno sulla rivoluzione del 1789, l'altro sulle questioni religiose e contro il materialismo. (i) MAZZINI- Scritti editi e inediti, voi. vrn, pag. 85. (2) Nuova Antologia, i dic. i884. (3) Opere, voi. II. p. H. (4) Ivi, IX, 304: La situazione (anrio 1857). (5) Lettres à D. Stern, i864-i872. Coulomniers, typ, Moussin, i873, p. i54. Per le altre lettere di lui si cita il volume: Duecento lettere inedite di G.MAZZINI,ecc, Torino, i887. Ma anche senza queste sue confidenze, la vita intera di Giuseppe Mazzini - il più grande antimateria.lista de' nostri giorni, come un suo discepolo ebbe a chiamal'lo (5) - è là a dimostral'e come forte e profonda fosse in lui quella serena e alta idealità, che è prima e necessaria condizione all'opera efficace del letterato e del poeta. Contro il materiali-' smo che .: ha invaso, isterilendole, letteratura, storia, filosofia e poliiica > (Op. III, 205), egli sostenne una guerra acerrima. e non interrotta., denunziandolo come « peste d'Italia » (IX, 242) e « d'ogni dottrina letteraria » (II, 229), e smascherandolo anche quando lo scorgeva. ammantarsi del nome e delle parvenze dell'analisi, per fare delle discipline letterarie « pedanteria, anatomia d'eruditi, miseria di retori e di grammatici » (II, 065). E vigorosamente protesta alt1•ove, per l'onore della patria sua, contro l'asserzione che esso sia dottrina italiana. (III, 206); gli Italiani egli proclama per indole propria idealisti (VIII, 108), di quell'idealismo che è « tendenza. altamente predicata dai combattenti per l'universale emancipazione, per quanto v' ha di più caro e nobile per l'uomo> (III, 85), •. come la opposta dottrina è « filosofia di popoli schiavi, o che stanno per diventar tali ». « Il Materialismo - possano i giovani ascoltarmi, perchè in verità l'avvenire italiano è riposto nella. questione alla qua.le io non posso qui che accennare - perpetuò il nostro servaggio, attossicandoci l'animo d'egoismo e di codardia; all'idea che la vita è missione e dovere, sostituì... l'idea che la vita è la. ricerca della felicità; e <lacchè ogni nobil ·modo di felicità intellettuale e morale è rapito a chi non ha Patria o l' ha. schiava, tradusse in ultimo anche quella. idea di felicità in piacere o felicità d'un giorno, d'un ora, procacciata dall'oro o dal soddisfacimento di misere e traditrici passioni sensuali » (IV, 13) (l ). Non era dunque affettazione la sua, quando, dal carcere di Gaeta, per vincere lo stato di torpore intellettuale che s'era impadronito di lui, [scriveva ad un amico che gli mandasse la storia della lettera.tura inglese del Taine, la cui lettura, aggiungeva, trattandosi d'autore materialista, l'avrebbe, se non altro irritato, o quando compiangeva i miseri profani che solo comprendono « la schifosa favella dei sensi.. .. e passeggiano freddi impassibili per l'unive1•so come per un cimitero, perché han fatto il verno nel core, e la Natura ha scritto sulla fronte a ciascuno d.essi: non amerai l > (II 102). Egli sì amò la natura, nelle sue manifestazioni più modeste e gentili, come nelle grandiose e solenni: egli, che nella prigionia di Savona, dove ideò il disegno della Giovine ltaìia, si compiaceva de' vezzi d'un lucherino « capace d'affetto» (I.36), e che più tardi, in quella più amara di Gaeta, si conforta va. al canto d'un passero solitario che non poteva vedere, e a letto spegneva. la candela per meglio goder lo spettacolo della luna riflessa. nell'onda sottoposte, e s'addormentava poi sognando (1) Lo STANFELDnel volume: A G. i}fazzini, inaugurandosi i"lmonumento a Genova, Genova i882. (2) Si può anche vedere: II, 393; IV, 77; XVI, 2i segg. XVll, 32 segg.; XVIII i35 segg.

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