RIVISTA POPOLAREDI POLI'I'ICALETTERE E SCIENZESOCIALI 4Ù3 coli occulti, che avevano impedito nel 1892 le trasformazioni inevitabili nell'ordinamento dell'esercito. Così non fu e si ebbe nel luglio 1896 la crisi e l'uscita dal ministero degli on. Ricotti, Colombo, Carmine, Gaetani e Perazzi. L'on. Di Rudinì venne meno ai suoi precedenti e preferì essere chiamate politico astuto anzichè inabile galantuomo. Egli mutò d'idee di punto in bianco - e glielo rimproveravano amaramente, esercitando un diritto ed un dovere, gli on. Colombo e Carmine - rimase Presidente del Consiglio e in una al suo ministro della Guerra Generale Pelloux presentò alla Camera dei Deputati il progetto di riordinamento dell'esPrcito èhe ancora è in discussione. Che cosa si sarà ottenuto di buono quando il progetto sarà divenuto legge dello stato? Nulla, assolutamente nulla. Per porre r·imedio al caos non bastarono le centinaia di milioni buttati nel baratro militare dal rrimo ministero Cri,pi - J 887-91 - e basterebbe r ra la decina di milioni, che vi destina il secondo ministero Di Rudi oi? Via! è troppo grande la sproporzione tra i mPzzi e il fine, che si vorre1be raggiungere perchè ci siano uomini avveduti e disinteres>ati, che possano crederlo e sperarlo. Del resto lo ste,so ministl'o della Guerra nella relazione che prende il disegno di legge confessa che i milioni in più e i pieni poteri, che domanda non condurranno ad una modificazione sensibile; l'organizzazione fondamentale dell'esercito rimarrei tale qual' è. Sono le precise parole del generale Pelloux, che vennero confer·mate, dal pii1 brillante difensore del progetto ministeriale: dall'on, colonnello Marazzi. Dunque? La legge sarà impotente a giovare all"esecito, togliendovi il caos; non servirà che a peggiorare le condizioni economiche della nazione. .... Nella Camera e nel paese il disegno di legge pre sentato dal secondo ministero Di Rudinì per riordinare l'esercito non ha trovato difensori che abbiano potuto adoperare buoni argomenti;nellaslampa sopratutto non si è riusciti, che a tentare di gettare una luce sinistra sul consenso che c'è tra gli uomini de parti opposte e non potendosi dimo_ strare che la riforma ~ia u1ile all'esercito ed al[l nazione si afferma ch'è gradita e giovevole alla m0narchia. Egli è così. ad ernmpio, che nel Don Chisciotte, l'abile penna riel sai·aceno ha tentato colpi1·e l'ono revole Colajanni mettendo in evidenza il fatto che il medesimo applaudiva fi·equenternenle ed arno1·osamente l'on. Colombo, mentre i colleghi di prwte moclemta gli stavano fraternamente intorno. Que3ta era una tr'as(orma:.ione bella e buona, secondo il parere del simpatico giornale romano. Il fatto in realtà indicava una t1·asformazione; ma chi si trasformava non era l'on. Colajanni, bensì si trasformavano gli uomini più onesti e più di carattere della destra, che riconoscevano la giustizia delle idee e del programma di tutta l'Estrem,a sinistra. I vari elementi che la compongono per fare cosa grata ai ministeriali dovevano forse protestare contro gli avversari, che, superando lo stolto bigottismo monarchico e preoccupandosi esclusivamente degli interessi nazionali davano loro ragione? Non dissimile da quello del Don Chisciotte, nella sostanza, è il linguaggio che tiene un altro giornale monarchico, il Don Mai·zio di Napoli. Questo in un articolo di fondo dal titolo: Repubblicani e trappisti afferma che sono logici i primi quali vogliono la prosperità economica della nazione e perciò respingono le maggiori spese militari, mentre tradiscono la mona1·chia i trappisti, cioè gli onorevoli Colombo e Carmine - e Meardi, e l'eloquente ultra-unitario Fortunato dore li mette? - che si associano ai repubblicani rinunziando alla megolomania ed alla gloria. Altri giornali monarchici altrove hanno espresso identici sentimenti ; ciò che mostra che la concordanza nel giudizio non è accidentale e che il fatto giudicato è ·molto importante. · Noi non ci permettiamo ulteriori commenti per molte 1·agioni e concludiamo osservando che i criteri del Regio Fisco in \Tapoli sono diversi e più larghi di quello di Roma· In Roma, infatti, il Don Mai·zio sarebbe stato sequestrato; e non a torto perchè dal!' insieme delle sue considerazioni sui trappisti e sui repitl,blicani un buon loico avrebbe potuto dedurre che l'esercito in Italia dev'essere destinato a difesa della monarchia e che la monarchia è la nemica delle economie nelle spese militari. No~ è questa una conclusione falsa e sediziosa? LA RIVISTA. PREMIOAGLI ABBONATI Stiamo preparando per gli abbonati della nostra Rivista una nuova edizione del SOCIALISMO di Napoleone Colajanni Opera esaurita da vari anni nella edizione Tropea (un volume di 400 pagine che costava L. 5). Del successo che oUenne quest'opera al suo apparire fanno fede le riviste di più disparata iÙdole dalla Nuova Antologia che lo chiamò « una critica dotta e ingegnosa di ciò che si è scritto intorno ai disparati argomenti della criminalità e del socialismo » alla Rivista cli Filosofia scientifica dove l'illustre, Sergi lo trova « seri tto con calma e serenità scientifica, pieno di verità e schiettezza» e « de,tinato a mettere sulla vera via l'applicazione della teoria darwiniana alla sociologia per quel che riguardi\ i fenomeni economici ».
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