Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 21 - 15 maggio 1897

402 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI alla gloria, nè all'altra più nobile e più proficua, cui lo vorrebbero destinato i democratici : la difesa della patria. Da Custoza ad Abba Carima non ci fu un momento solo in cui si potè sperare che l'esercito si circondasse di aureola gloriosa e !li mostrasse adatto alla difesa efficace e vittoriosa contro un nemico esterno. S'indagarono le cause di questo fallimento colossale della istituzione più costosa e più prediletta della nazione e se ne riconobbe enormemente difettosa l'organizzazione dai giudici più competenti e meno sospettabili di avversione verso l'esercito. Il Generale Primerano ex. capo dello Siato maggiore in Giugno 1896 disse in Senato che il suo ordinamento è tale che condotto ad una guerra europea ci avrebbe procurato un disastro superiore a quello di Abba Carima - ù·repa1·abile. L'odierno Ministro della guerra, generale Pelloux, alla sua volta, nelle relazioni dell'ultimo disegno di legge da lui presentato, confe~sa che il suddetto ordina mento si avvicina al caos. Tanta concordia di giudizi costringeva tutti alla ricerca delle cause che avevano pt·odotto effetti così disastrosi e di rimedi pronti ed efficaci. Aperta la discussione sulle prime non si tardò a riconoscere dalla immensa maggioranza, che causa principale del caos attuale, che condurrebbe alla disfatta i1·1·epa1Ytbile in una guerra europea, era la sproporzione tra la spesa allogata io bilancio per l'esercito e il mantenimento dei dodici corpi di at·- mata, che in un momento d'inspi gal.Jile follia si vollero Cl'eare per compiacenza di ministri, che si piegarono a misteriose influenze e forse in adempimento di obblighi internazionali dalla Nazione e dalla sua rappresentanza non contratti e non conosciuti. Questo non è il giudizio tendenzioso delle parte repubblicana o dei borghesi incompetenti. Cn mi litare ver;1mente illustre e coraggioso come il Generale Ricotti; un monarchico eminente che fu ed è Presidente del Consiglio dei ministri come l'onorevole Di 11udinì, lo divisero e lo manifestarono solennemente iu di verse occasioni nel Senato e nella Camera dei deputati. * * Riconosciuta la causa del male grave un dilemma presentossi inesorabile ai tecnici ed ai politici d'Italia: o consacrare una spesa maggiore all'esercito o ridurre le proporzioni e trasformarne radicalmente rorganizzazione. La spesa maggiore non trovò sostenitori altra volta neppure tra i megalomani. Infatti anche l'ultimo ministero Crispi amichè aumentare il bilancio della gueri-a e della marina, li diminuì sensibilmente. Quel che ne pensassero gli altri era facilmente prevedibile: volevano la riduzione dei corpi di armata o la trasformazione dell'ordina mento militare. I monarchici, per fini relativi alla politica interna, volevano la semplice riduzione da dodici ad otto corpi per ottenere un esercito piccolo ma forte per la sua compagine; i radicali, i repubblicani e i socialisti invece volevano e vogliono la trasformazione fondamentale sulla base dell'ordinamento territoriale della nazione armata, ad imitazione del sistema svizzero, che assicura ad . un tempo la massima economia e la massima forza difensiva contro lo straniero nemico. E questo sistema espose e tlifese più volte alla Camera e nei suoi scritti l'on. Colajanni; e riassunse nel suo discorso dell' 8 Maggio i motivi tecnici, economici e politici, che lo rendevano di gran lunga preferibile a qualunque altro. Le maggiori spese militari furono escluse ad unanimità perchè si riconobbe che le condizioni economiche del paese non le consentivano. Il giudizio reciso non si fondava soltanto guardando il bilancio dello stato, il cui pareggio instabile e malsicuro sotto l'on. Sonnino fu ottenuto mancando alla fede pubblica, colla riduzione degli interessi del debito della nazione; ma maggiormente accreditavasi e diveniva davvero induscutibile ponendo attenzione al bilancio ed all"economia della nazione. Ivi il deficit era spaventevole e lo dimostravano e lo dimostrano tuttavia le cifre inesorabili del debito pubblico e del debito ipotecario dei privati, dei delitti, dell'emigrazione, dei fallimenti, delle diminuzione dei consumi più necessari - pane, carne, sale, vino, petrolio, zucchero, caffè etc. (;) Questi dati erano e sono così chiari e convincenti, che nel constatarli per lo passato e nell'ultima discussione si trovarono in pieno accordo uomini, che militano nei più apposti partiti politici: Fortunato e Colombo, Carmine e Colajanni Meardi e Bissolati; cioè: gli uomini di destra e di sinistra, i monarchici e i repubblicani, i socialisti e i radicali. (2) Dato questo stato di cose si comprende che gli on. Di Rtidiaì e Colombo sul 1802 abbiano sostenuta vigorosamente la necessità della diminuizione delle spese militari e che abbiano preferito dimettersi, soggiogando alle solite influenze misteriose, anzichè lasciare immutato lo statii quo. Ritornati al potere nel 1896 dopo il disastro di Abba Ca_ rima, vi riportarono le loro antiche idee - cui dava significato più chiaro ed autorità maggiore la presenza del generale Ricotti nel ministero - e si supponern che f, ssero stati separai i gli osta- (I) I leltori in questo stesso numero sulla rubrica dello spe,·im,n talù,mo soeiale tr0Ye1·anno alcuni dati eloqucr.ti sui consumi. (2) Avremmo desiderato riportare alcuni brani di riviste monarchid10 autorevoli - Economista di Firenze, Eeonomista d'Jtalia di Roma, Idea libe,-ale di :-.Iilano ecc. - che sostengono le stesse idee esposte in Parlamento dai cennati deputati; ma ]o spazio ci difetta. Sa,·à per un'altra volta.

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