418 RIVISTA POPOLAREDI POLITfCALETTEREE SCIENZESOCIALI Il sopra nominato scrittore tedesco (1) nel suo ar· ticolo si preoccupa molto delle cause, che han con• dotto il Biornstjerne al repubblicanesimo, e, con abbastanza leggerezza notando che tanto Sta hl, Nietzsche quanto Bjornson son figli di pastori, giunge ad affermare che « una volta penetrata in quelle cerchie « ristrette l'apostasia, cessa ogni rispetto, ogni con- « siderazione pel presente ordine sociale, e si mar• « eia all'aperta rivoluzione ». A parte la rivoluzione, che in questo caso era inutile, a parte il fatto ohe i caratteri dei tre scrit- . tori citati, e specialmente quello di Nietzsche (2), sono così profondamente diversi, da rendere...... curiosà fin'anco la citazione, parrebbe che l'amore pe1• la verità sia un monopolio dei figli dei pastori. Io non so nè voglio sapere, quanto la pacifica casetta del pastore di Kvkne abbia influito, nella conversione del Bjornson, ma credo di potere affermare che ogni onesto, ogni individuo che abbia un concetto esatto della evoluzione della società, non può non essere repubblicano, non può restare indifferente al primo appello. Dimentica il mona1•chico prussiano che anche lo Spencer - spero che il Procuratore del Re non lo prenda per uno scavezzacollo - ammette come indiscutibile la evoluzione delle istit.uzioni politiche, dal principio ereditario, cioè monarchico, a quello elettiYo o repubblicano? Qualcuno metterà innanzi i numeri, e cerche1•à - non vi riuscirà - confutarmi. l repubblicani non son molti. Benissimo ; le affermazioni pubbliche sono poche, e ohe importa? Avete mai visto uno di quei campi, enormi, seminati a grano? Scorreteli con l'occhio: tutto verde, nemmeno un papavero. Eppure siamo in Aprile. Ill•1sione: i fiori sono già nati; e sotto gli alti fili stanno nascosti, quasi temano di mostrarsi, quasi aspettino, che uno di loro p1•enda l'iniziati va, affronti pel primo l'aria .... Ed una mattina, ad un tratto, svegliandovi, trovate il campo pieno di rossi fiori, che mostrano, eretti e petulanti, la rossa testa. Così, accanto al cadavere del re, non sorge, come vuole qualcuno, rosso vestito, fiero come un giudice biblico, Bjornson, gridando: - Il tempo dei compromessi è finito. Rompiamola col passato. Chi disconosce la passione politica è un traditore del popolo e merita la morte (3), come colui che vuole uccidere un vivo soffocandolo col peso di un cadavere. - No ! con la morte del giovane principe il d1•amma non è finito : c' è ancora un Nachspiel. Tra le nubi si vede una figura che va da destra a sinistra: ad un tratto è circondata da schiere di uomini, un raggio di sole, illumina tutto, ed un canto risuona, dolce e contento, il cui testo è : lVahrheit, verità! (1/ Vedi articolo Zukunft. (2) Vedi A/so ,prach Zarathustra di F. Nietzscbe. (3) Le, ha detto i\lazzini: Chiunque tenta perpetuare una lstitutuzione colpita di morte, tenta cosa impossibile: la sua è azione galvanica, che può simulare per brevi istanti la vita non darla; soltanto ei prepara al paese reazioni violente e funeete, che lo accuseranno colpevole e per le quali ei non potrà dolersi che di sé stesso •. (l'agonia cli una i•tituzione). Non morte, dunque, non tristezza, ma apoteosi piena di vita, piena di sole ! La verità ! Sia essa la base d'ogni forma, d'ogni partito. Che cosa è se non una meschina illusione la libertà, la giustizia, senza d'essa? La verità in politica? - borbotte1•à qualche vec ... chio e cinico conservatore. Sicuro, se la politica dovrà abbracciare, equamente gli interessi di tutti gli associati, anzi solamente - e a questo mi pare debba limitarsi l'azione dello Stato - assicurare ad ognuno il libero svolgimento delle proprie facoltà, non potrà non esser vera, non potrà andai• disgiunta dalla verità. E la monarchia costituzionale non fa che render più gravi, più pericolose le condizioni presenti, già da per sè stesse insopportabili. Mi pare, tornando al dramma, che il Bjornson abbia considerato una sola faccia della medaglia. Egli, infatti, presuppone quella precisa funzione della monarchia costituzionale, che riduce il re a quel coso così ben cantato dal nostro Giusti. E, strano, questo è proprio 11 giudizio emesso dal popolo, in Italia specialmente, che, in certe occasioni - me lo son sentito spesso ripetere attorno e da persone non prive di intelligenza - ha desiderato un colpo di Stato. In tesi astratta, in teoria, il Biornstjern ha ragione, ed il suo re, in ultimo desta pietà, rende tri- . ste il lettore. Ma io credo che la bugia piuttosto consista in questo, che quel potere negato dalla costitur.ione, il re, in fin dei conti l'abbia, ne usi, ne abusi. E mentre, rispondendo al Fratti, il Colajanni s'augura (1) « che l'opera assidua ed amorevole di educazione e < di prepa1•azione faccia sì che a dato ora il tra- « monto se non assotutamente placido, quale lo de- « linea va bellamente Alberto Mario, sia meno vio- « lento, meno sanguinoso», il Biiil'Ilstjerne, chirurgo severo, non vuole aspettare che l'ultimo soffio di.vita vada via dal corpo, già in putrefazione. Egli vuole il silenzio, non quello del tramonto, silenzio di morte, ma quello dell'alba, silenzio di creazione. Così, Gran, l'amico del re, sfidato, non vuol battersi, gridando di non poter rinunziare alla vita, ora che ama, ora che si sente più che mai vivo. - Tanto meglio ! risponde Hink. Più alto sarà il grido, più profondo sarà il silenzio che seguirà ! - . Oh leggessero tutti, questo dramma! S' intengerebbe la funzione dell'arte, perché, senza dubbio, il periodo di preparazione cui accenna il deputato di Ca.- sti-ogiovanni, massimamente 1a!la letteratura deve esser rappresentato. Così stanno le cose. GIUSEPPE p ARATORE, (1) Hwi•ta cli politica, e scienze sociali. Settembre '96. La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4' grande.
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