Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 21 - 15 maggio 1897

RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 415 di ambiente, il piccolo studio, il dettaglio, che ha almeno la forma e la tecnica seria che si addicono all'arte. E la pittura sacra, ha ritrovato dei rinnovatori negli spiritualisti, i quali in luogo di darci l'esterno ci traducono l'intimo dei tipi loro; e quali le concepiscono in quell'arcano mondo dei si.mboli, possono rendere l'idea e la sensazione - pel' chi vi crede anche la suggestione - di tanti episodi impastati di fantastico e di reale. Al panorama, all'architettura, finalmente è succeduto il paesaggio, fresco, vivo, genuino, non più composto di tanti dettagli o fabbricato a bella posta nello studio dell'artista, ma studiato sul vero; e le belle fronde e gli abituri e i palagi rivivono in questi lavori, perché non sono più fatti solo per appagare lo sguardo, ma rendono tutte le sensazioni che l'ambiente fece provare all'artista che dipinse, ed esprimono l'esultanza festosa del sole nella campagna fiorita, o la malinconia delle ore vèspertin e, o lo squallore dd verno rigido o l'afa incombente dell'agosto. Il ritratto, divenuto una insensibile immagine ebbe esso pure la sua evoluzione e ritrasse insieme alla linea ed al colore gli atteggiamenti caratteristici della fisonomia, ne rivelò_i pensieri, ne rese insieme coll'esteriore anche l'anima, pel'chè senza di ciò ne somiglianza nè carattere sarebbero stati completi. E questo succedeva anche nella scultura dove più recente era il rinnovamento inspirantesi al classicismo. Ma i nnovi tempi e i nuovi bisogni, il confronto stesso, il quale prova va l'inferiorità di colol'o che eseguiscono il non reale al cospetto di coloro che si inspirano alla natura, fece abbandonare la degenerazione cuì il classicismc era pervenuto e riandare al vero che fu sorgente all'arte classica eome lo è a quella contemporanea la più realistica. Ma appunto perchè di un indirizzo eccellente si era fatto una deplorevole maniera; e l'espressivo classicismo del Canova era degenel'ato in un banale, freddo e artificioso giuochetto di superfici levigate e di linee leggiadre, e accanto a questa, come reazione non aveva allignato che la scultura di genere, graziosa, simpatica e qualche volta inspirantesi alla realtà, ma non educatrice e robusta; la tendenza nuova reagendo volle solo preoccuparsi dell'anima e dell'espressione, tradurre i sentimenti e le passioni; perchè nel modo più o meno felice con cui essi sono esplicati sta la vita di una creazione a1tistica e la sua sagione di essere. .. * * Questo movimento rivoluzionario dell'arte non poteva essere espresso colla tecnica del passato, restare cioè un lavo1•0 di superficio di toni di colore, una copia da modelli od una composizione di fantasia ; doveva trovare la sua tecnica, la quale permettesse all'artista di imprimere sulla materia immediatamente l'emozione subita, e di profittare di tutti quei mezzi, che possono giovare alla efficacia della riproduzione. Ora alla mostra di Venezia, cercherebbesi a fatica un'opera non moderna. La pennellata larga, sintetica, robusta si sostituisce all'aacurato e raffinato impasto di colori. Non c'è più disciplina nel modo di colorire, un'armonia di rapporti e di toni può essere espressa con i colori più lontani dal vero, perchè la distanza, il giuoco delle luci, la supel'ficie scabrosa possono confe1•ire all'opera una vitalità ohe l'impasto paziente non riusciva a dare. Di qui il divisionismo, o complementarismo e il luminismo, sistemi che se non saranno durevoli potranno però avvial'e a dei rcsultati buoni la tecnica pittorica, e se non saranno sempre e dovunque necessari, potranno riuscire utili in un dato momento all'artista. Cel'to la nota generale di questa esposizione, e quindi di tutta l'Arte contemporanea, poiché nei suoi campioni più insigni vi é l'appresentata tutta, è precisamente la ricerca del disegno e quella della luce. Quanto al disegno, la linea ingenua di un' impressione fresca e viva, quale sentono e traducono egregiamente le giovani scuole settentrionali e che ha tutta la poesia schietta d'una intuizione d'artista, i meridionali l'avevano nell'aureo quattl'ocento, Carpaccio, Botticelli, Gianbellini, Benozzo, Pier della Francesca l'avean resa; ed è a loro che si son rivolti per ritemprarsi i moderni, indotti a ciò dal trionfo che il Preraffaelismo aveva ottenuto fra gli intelligenti di tutti i paesi. Ma quella linea così semplice, a corredo della quale non si mettono in opera se non tinte unite e sintt>- tiche è qualche volta antipatica; difficilmente raggiunge la morbidezza degli antichi saggi, ed è perciò che se essa potrà giovare ad infondere la cura del disegno nell'arte figurati va, non giungerà certamente ad imporsi. La riproduzione del vero, in tutte le sue sfumature, con tutte le sensazioni che fa provare ·a chi lo contempla, ha poi avviato ad uno speciale sforzo prl' ottenere luminosità ed efficacia di tinte. Spesso il quadro faceva astrazione da quelle modificazioni che i raggi solari apportano ai colori; modificazioni che hanno la loro spiegazione negli studi chimici e fisici. La pittura moderna, sorta in un periodo nel quale la scienza porta il suo contributo dappertutto, ha fatto tesoro di tali osservazioni e ha cercato con ogni mezzo di ottenere i resultati del vero. La tecnica dei puntini, cui ho accennato ne è una prova, ma v' hanno anche molti sistemi i quali si basano sulla sovrapposizione delle tinte, o sulla esecuzione con toni leggeri, o sull'uso di molti e vivacissimi colori, che difficilmente si potrebbero confrontare alla realtà delle cose, ma. nel rapporto giusto cogli altri del quadro, 'ne rendono momenti caratteristici. E la pennellata stessa, che si era usi a rifinire, a presentare in una superficie levigata senza repentini e recisi stacchi, tantochè era difficile distinguere dove un tocco di pennello avesse principio e dove finisse, è mutata completamente. Oggi è il tocco largo vigoroso, reciso, cui la distanza fornisce la fusione cogli

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