414 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI IL MOMENTO ARTISTICO. (Alla mostra internazionale di Venezia). Gli sguardi di tutti gli intelligenti d'Italia e d' Eu· ropa, sono oggi rivolti alla Esposizione Interna.zio. nale d'arte, inaugurata sulla fine del mese di Aprile a Venezia. Gli artisti vedono in essa un luminoso campo alle loro affel'mazioni, ed alle loro gare; gli amatori, il solo ambiente dove è ormai possibile di vedere rac. colte in larga messe, e con varietà di tendenze tutte le manifestazioni estetiche del tempo nostro. Le prime visite al Salon Veneziano, suscitano infatti il più schietto entusiasmo per l'ottimo resultato che la città di Venezia, auspice il Municipio, è riuscita ad ottenere. Fra tutte le esposizioni Italiane fino ad ora indette è fra le tante internazionali che a Berlino, a a Monaco ed a Parigi si aprono periodicamente questa sta per occupare il primo posto. È l'omaggio che tutti gli artisti del mondo rendono a questa citta incantata, dove provarono emozioni squisite, dove rinvigorirono le loro qualità, dove sognarono ideali e trionfi più eletti e grandiosi, questo ch'essi porgono ora inviando le loro opere. Altrove essi avrebbero presentato creazioni fastose o manierate, vivaci o convenzionali, per appagare i gusto volgare della massa, per seguire la moda o per non cozzare troppo rudemente contro il misoneismo del mecenate che compra e quadri e statue; qui, sembra che abbiano astratto completamente dal pubblico per l'ivelarsi quali essi sono, per emularsi fra artisti, per ottenere la palma da un pubblico che in una città così estetica non può essere che fine ed intelligente. Perciò se in altre esposizioni anche rinomate si può ammirare lungo e paziente lavoro o gradevole ed interessante produzione, valore pecuniario d'opere, qui non si scorgono che tentativi, studi, alfermazioni, trionfi artistici. E poichè disgraziatamente non sempre il gusto degli ac1uirenti è così eletto da unif~rmarsi ai criteri più avanzati dell'arte, ne nasce di conseguenza che a Venezia si potrà soddisfare il desiderio degli spiriti geniali, quello di presentarsi sinceramente qual' essi sono, memre nelle altre Esposizioni, essi potranno rimanere vincolati a quei cdteri, finchè il gusto delle classi superiori che comprano e quello del111,folla che osserva e applaude non saranno giunti al loro livello. * * * Jt dunque a Venezia che può oggi osservar.si lo stato dell'arte contemporanea. Nè manca il materiale per un largo studio giacché da tutti i paesi dove la linea il colore e la torma hanno trovato chi ne rendesse in modo grade· vole l' e/Tetto, sono giunti a Venezia i prodotti mi. gliori. Dell'Estremo oriente, noi abbiamo sott'occhio i curiosi saggi di un'arte, progredita certamente assai, perchè è fine il gusto, paziente l'opera, e lunga la tradizione di tentativi; ma certamente incompleti perchè la tecnica, colla quale anime di veri artisti trasfondono le loro sensazioni, è veramente puerile. Dall'America, stessa, il paese dove pareva che col1' irnportazione della civiltà, col rapido sviluppo del movimento industriale e capitalistico, non fosse stata possibile la educazione alle concezioni geniali, ed alle geniali manifestazioni, viene ora a Venezia una messe ragguardevole di opere, che sentono, è vero, dell' influenza di scuole varie a seconda del paese ove gli artisti vennero a raffinare le 'loro attitudini, ma porta nel fondo vigorosa l' impronta della razza giovine, robusta, nuova all'arte, e perciò meno schiava di tutti quei deplorevoli convenzionalismi che le accademie hanno fatto imperare nel vecchio mondo. La Scozia, dove oggi fioriscono temperamenti di artisti fortissimi, essi pul'e giovani all'arte e perciò schivi dai bagagli del passato, esordisce a Venezia in modo mirabile, e così la Russia., la Danimarca, la Norvegia, per finire coll'Olanda, la Francia e l'ltalia, le quali al contatto di questi giovani, hanno sentito il bisogno di rigenerarsi, e o vi si ispirano, o cer ca.no di rievocare coi tentativi le passate glorie delle loro antiche e famose scuole. In questi brevi accenni si può dire delineata la situazione. In alcuni paesi l'arte è giovine, e rende in tutte le sue espressioni, un movimento spontaneo di genialità vera, è non il resultato di uno studio scola• stico, ma l'intuizione spontanea, la percezione chiara della realtà o delle sensazioni che da essa sprigio- ·nansi, In altri è vecchia e tende a rinnovarsi abbandonando le maniere che avean finito col pervertire il senso schietto del vero, e procurando di ritrovare quella libertà di spirito che sola permette la concezione e la elaborazione dell'opera in un intelletto di artista. * * * Ed ecco che, per queste due tendenze, si vedono abbandonati quasi completamente quei soggetti che formarono la delizia dei nostri padri; quadri storici, bozzetti di genere, episodi biblici e moti vi insuggestivi di panorami o di architetture. Perchè il quadro storico dovendo riprodurre personaggi e ambienti non veduti nè sentiti riusciva necessariamente freddo; e il quadretto di genere era un bamboleggiamento, capace di far sorridere a fior di labbra ma non pensare; e l'episodio biblico sceverato da quel senso di fede o di idealità che alcuni dei moderni sentono ed esprimono mirabilmente, era una cosa banale, degna solo delle riproduzioni oleografiche per la campagna; e il panorama o le architetture, non esprimendo che dei complessi di linee o di dettagli, rotevano assai meglio venir trattati dalla fotografia o dalle arti incisorie più umili. Ma da questi generi di pittura scomparsi o sulla via di scomparire, ne sono generati di nuovi. Il quadro storico, ha ceduto il posto a quello drammatico, dove non più la leggenda o la tradizione si riproduce, ma le cose vedute, sentite, vissute, e i tipi ed i caratteri e i costumi del nostro tempo. E al quadretto di zenere ha tenuto dietro quello
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==