388 RIVISTA POPOLAREDI POLITICA.LETTERE E SCIENZESOCIA.LI nè sanno tollerare la disonestà nelle sue svariate manifestazioni. Tutto ciò ha un riscontro così eh iaro ed esatto nei fatti, che non riesce poi tanto difficile il convincerne quei maldicenti quanto buontemponi di accusatori ; e poichè su questo terreno le loro accuse sono insostenibili, sdrucciolano sempre su di un altro con accuse di altro genere. - Perchè - dicono - i socialisti ricchi non impiantano nuove indush'ie, perchè non aprono stabilimenti, perchè insomma non forniscono agli operai quel lavoro di cui da tutti si lamenta la mancanza? - Così dicendo costoro non si avvedono di offrirci la prova palmare della loro ignoranza sn tali questioni; essi mostrano di sconoscere che i grandi rivolgimenti - come l'industrialismo - si verificano per cause indefettibili superiori alla volontà umana; mostrano di non sapere che l'industrialismo non si produce - come i fiori di stufa - artificialmente e che nell'attuale periodo storico è sfruttatore del lavoro umano, nè può vivere ed esistere altrimenti ; essi non sospettano neanco che l' immaginarsi l' industrialismo favorevole agli operai è come immaginarsi il lupo amico degli agnelli. E poi per l' industrialismo - come per le altre cose - ci mole un'attitudine speciale e noù tutti i ricchi socialisti - che ci possono fare? - hanno il bernoccolo industriale. Perchè, inoltre, una industria vada bene - certo non si fa nulla per andar male - senza compromettere l'agiatezza del proprietario, è giocoforza che si assoggetti alle leggi economiche del tempo e del luogo, cioè d_eve andare di conserva colle altre industrie e cogli altri industriali se non vuole restare schiacciata dalla concorrenza non solo ma dalla vendetta della borghesia industriale che avendo piede nei pubblici poteri, di questi si serve per strozzare il rivale con ogni sortà d"imposte e di angherie. Ogni ricco socialista, infine, deve anzi rifuggire da ogni impresa industriale per non dare il triste spettacolo - ·che il volgo non sa spiegarsi - di sfruttare gli operai come tutti gli altri industriali, per evitare il fallimento. Tutto ciò forse riusciri1 chiaro abbastan1.a a chi non conosce o non riconosce il materialismo storico o determinismo economico - come lo chiama E. Ferri - e di cui pure colle loro accuse sono incoscientemente gli adoratori più dommatici: ma riuscirà chiaro anche troppo il fatto incontestato cd incontestabile che i socialisti si trovano tanto fra i riccl1i quanto tra i poveri, come gli avversa1'i del socialismo si trovano tanto fra i poveri quanto fra i 1·icchi. li l'atto che ogni pa1·tito, rivoluzionario o reazionario, è sempre composto di ricchi e di poveri, è la prova più esauriente della verità del nostro as unto, cioè, che il denaro non influisca che poco o punto sulle idee, o meglio che gli uomini moderni sono assillati nella lotta della vita in uguale misura dai bisogni dello stomaco e da quelli dello spirito, effetti anche questi dei primi, ma che diventano causa alla lor volta. L'uomo non forma la propria coscienza colle proprie mani, per dire così; ma questa, prodotto dell'ambiente fisico e morale, obbedisce a spinte organiche latenti ed ignote. Una tendenza innata, corretta da una data educazione, lo spingono a professare un'idea piuttostochè un'altra, a militare in un partito anzichè in un altro, senza che la ricchezza o la miseria possano schierare tutti i ricchi da un lato e tutti i proletari dell'altro. La storia ci offre esempi ad esuberanza di uomini che per fare l'interesse generale vanno contro l'interesse proprio, cioè che si lasciano guidare pii1 dall'altruismo che dall'egoismo, sacrificando i cosidetti beni di fortuna ed anche la vita. Prima, senza distinzione di classi, si moriva per la religione o per la patria; ora i socialisti danno l'esempio di lottare e sacrificarsi per !"umanità. Il fine è diverso, ma il fenomeno è lo stesso. La verità e la giustizia sanno fare di questi miracoli; col loro fascino dispongono gli animi ad atti di eroismo e di sacrificio così sublimi che il volgo, alto e basso, che Yive per sè solo, non può nè capire nè apprezzare. G. Bo:--Aornso. ETICA NATURALE La scienza che dà la norma di una condotta morale, che contribuisce alla formazione del cai·attere e dei sentimenti, che si olTre come guida sicura dell'uomo, in qualsiasi contingenza della vita, che pone innanzi a lui degl'ideali, come fari illuminanti le vie incerte e mal sicure, che definisce la sua libertà, i suoi diritti e i suoi doveri nella vita individuale e collettiva., non vi ha chi non veda come sia imporportante, specialmente pei giovani, ai quali ricordi come la vita nobilmente si consacri ali' educazione dell'intelletto e alla rettitudine della condotta. Ma poca efficacia avrebbero gl'ideali nella formazione del carattere, se essi rimanessero pura visione, se non li vedessimo uscire dall'astrazione e incamarsi e scaldare il cuore e la monte anche di pochi ; a nulla precetti e dottrine ::ipproderebbero, se non ci fosse· alcuno che ad essi s'inspirasse ed informasse costantemente le sue azioni. Tutti conoscono come qualità preziosa sia nell'uomo il carattere che sicuramente ne dirige la condotta senza cedere o piegare davanti certe esigenze che possano far dcviaro dalla via buona ed onesta; e anche tutti ben sanno come segno sconfortante di decadenza sia in una nazione l'assenza di
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