384 RIVISTA.POPOLA.RE DI POLITICA.LETTERE E SCIENZESOCIA.LI PRIMO MAGGIO. Quand on démonsti·e c'ést avec des fusils ! Così il Cipriani commentava, al Congresso di Parigi del 1889, il voto che istituiva una grande dimostrazione internazionale pacifica dei lavoratori, da ripetere ogni anno il primo di maggio. La dimostrazione si ripete da sette anni ; ed è andata di mano in mano perdendo quel carattere minaccioso o rivoltoso che parve avere nei primi tempi, o a dir meglio, che le attribuivano i paurosi delle classi proprietarie, e i governanti sempre in agguato dei fusils di Cipriani. - E questa paura ha fatto qualche primo maggio sanguinoso come Carmaux e Santa Croce in Gerusalemme ; ha fatto qualche primo maggio comico come quando la cavalleria di Nicotera fu fatta manovrare per tutte le piazze d'Italia alla ricerca del dimostrante da caricare ; e poi i primi maggio crispini festeggiati alla chetichella per « biglietti d' invito ». Quelle paure sono ormai passate. Il popolo i_laliano ha accolto lietamente questa festa, ed essa tro va celebratori anche eterodossi; poichè siamo larghissimi, noi italiani, in questa materia. In alcuni luoghi, essa assunse fin da principio un carattere di vera festa nuova, come di una nuova e più vera annunciazione, e chi vide tal festa, in quei primi anni, nelle campagne dell'Emilia non la può scordare, come per un altro aspetto non sono dimenticabili le grandi dimostrazioni nei paesi' industriali del Belgio. Ma quella poesia ch'era fatta di freschezza si perde presto; ora il primo maggio è diventato una festa normale che non desta grandi paure da una parte nè, dall'altra, grandi entusiasmi. In ogni paese i partiti, celebrandola, le attribuiscono un signi ficato, diremo così, di attualità politica; si valgono di quel giorno per agitare la questione del momento: il primo maggio a significato unico mondiale, s' è andato spezzando in tanti significati locali, com' era naturale che avvenisse; e in un paese si preparano le elezioni, e in un altro si organizza la resistenza dello sciopero, e in un terzo si buttano i primi semi di propaganda perchè maggio li fecondi, e via via. Ma l'unità della festa rimane. Quest' anno par meno significante e richiama meno l'attEmzione, questo primo maggio, anche perche coglie il proletariato in un mrmento di quasi incertezza. Gli avvenimenti di Oriente hanno trovato i partiti socialisti d'Europa non concordi nel preHdere posizione. i va dal filellenismo ad oltranza di quello italiano alla quasi turcofìliadi quello tedesco. Alcune delle ragioni di cotesto vario atteggiarsi sono evidenti ; di altre l'esame pur interessante, sopratutto per noi, ci porterebbe ora troppo in lungo e fuori di tema. Qui nota ramo soltanto qualche causa cieli' apparente minor coesione del proletariato in questo primo maggio. Ma in realtà si rinnova anche quest'anno, in quanto è delle riven· dicazioni proletarie, ii fatto e lo spettacolo della solidarietà. internazionale, ed è cieco cl'occhi e di mente chi di quello spettacolo non vede la bellezza e di quel fatto non intende la portata. IDEE E DENARO. Non è un fenomeno nuovo quello che qui vogliamo rilevare e confutare, anzi è vecchio abbastanza e, malgrado quanto se n'è detto replicatamente, a quanto pare poco ha perduto della sua resistenza. Ciò è doloroso, ma è così, e non c'è che fare; le questioni controverse non si sciolgono mai d'un tratto; è necessità tornarci sopra sempre; bisogna insistere quante volte si può per riuscire a far breccia nell'inerzia dei pregiudizi dominanti. La sapienza latina a questo proposito ci ha lasciato un grande ammaestramento: repetita y"uvant. Il fenomeno è questo, che molti si permettono di trinciare gmdizi sopra cose e fatti che, non solo non sono di loro competenza, ma che non hanno osservati nè da vicino nè da lontano, che non hanno studiati nè poco nè molto e che spesso conoscono appena di nome, quando non li abbiano intesi per la prima volta. Comunemente si osserva che una persona competente, la quale ha avuto agio di guardare da tutti i lati una questione • e di approfondirla, non va così presto al giudizio come chi di quella questione è profano; si può dire anzi che quanto più si è profani, tanto più facilmente si giudica, tanto più leggermente si sentenzia, quantunque poi, a far mostra di serietà, si vada ripetendo da tutti che il vero ed il falso non si separano mai d'un colpo e con un taglio netto. Di questi tempi è il socialismo che fa le spese a tutti i fannulloni sputasentenze che, assorti nel loro ramo cli studi - se studiano, - isolati n~lle loro professioni - se hanno una professione, - trincerati sempre nella loro presunzione, inseparabile dall'ignoranza, si fanno leciti sentenziare a destra ed a manca sopra dottrine e questioni che non hanno potuto o saputo studiare, per nes· sun verso e delle quali perciò sono incompetenti. Così un avvocato, che non è andato mai al di là dei codici ; un medico, che non s' e allontanato mai dal fare J"icette; un ingegnere, che s'è occupato solo cli progetti costruttivi; un professore, che ha passato il suo tempo a ricordare regole di grammatica ed appunti di letteratura, così un veterenario, un notaio, un farmacista, un prete, un ufficialetto dell'esercito, persino un delegato di
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