Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 20 - 30 aprile 1897

38i RIVISTA POPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI serio e Lega serYirono a biechi fini della reazione sotto Crispi, così l'Acciarito servirà ai fini non migliori della reazione sotto di Rudinì. E più che una colpa sarà un altro errore dell'attuale ministero. ~l c!§rocuratored l <!je. Non avremmo mai creduto che un Procuratore generale come il Comm.Forni, che ha delle buone qualità, avesse potuto ordinare il sequestro del N. 19 dela Rivista per un articolo innocentissimo. 'Egli avrà presa l'abitudine dei sequestri arbitrari in Sicilia, durante lo Stato di assedio, e la vorrà continuare in Roma per fare cosa gradita all'onorevole Costa, ministro di grazia e giustizia, che si rese celebre da Procuratore generale per le sue persecuzioni contro la libera stampa. Sarebbe inutile la nostra protesta. Ci limitiamo soltanto a sfidare il sig. Procuratore generale a farci subito il processo, prima che Yenga l'amnistia del 2 Giugno, che riesce comoda solamente a chi ha tutto da temere dalla pubblica discussione, cioè al magistrato che sequestra per libidine di arbitrio. Da parte nostra lo possiamo assicurare che l'on. Colajanni - direttore responsabile - pregherà vivamente i suoi colleghi della Camera dei Deputati ad accordare immediatamente l'autorizza zione a procedere contro di lui, non appena verrà chiesta. LA RIVISTA Lademocrazia radicalen lParlamento. Nel convegno del 6 aprile, indetto dag:i an,ici Vendemini, 'l'arvni e De Andreis, la mia parola, fu dinanzi alla situazione grave del paese e do' partiti ropolari d'Italia, determinata dal desiderio di rimuovere, se possibile, un dissidio tra' migliori - che, finora, nel paese e ne' partiti popolari, hanno combattuto le battaglio della libertà e della. moralità. ll dissidio, secondo me, è nefasto al progre3so dei partiti popolari e alle sorti del paese, che dal processo evolutivo di questi partiti attende la s tlute sua. Mii, come ora., la democrazia radicale entra nel Parlamento forte di numero, di dottrina, di ftlde, di carattere, di ingegno. E che cosa è la democrazia radicale ? Per me, la comune classificazione dei partili popolari è politicamente e scientificamente erronea. Il partilo radicale, se tende a mutar la forma politic1 dello Stato, è partito republicanc; se ten le tende a mutare l'ordinamento economico, è partito soci i lista.. Ma il socialism '.l non deve cristallizzarsi nel collettivismo. Quebto, nel parer mio, è, o dovr•ebbe essere, il gra.ndo sigmficato del partito radicale - cui non è, perciò, sottratto nessuno dei prublemi politici e sociali contemporanei. * Ma. è, o può essere, questo il significato e l'azione del partito radica.le nell'assemblea legislativa ? Di certo, no: se un partito volesse proclamare nel Parlamento la repubblica. o il collettivismo, farebbe ridere i pollai italici. Ma può, invece, un partito radicale, con un'azione illuminata e costante, minai·e da' fondamenti, dalle radid la cost:tuzione politica dello S ;a.to, per derivarne i cor->llari logici e necessari anche nell'orbita vasta della legislazione sociale. Un 'azione simigliante nel Parla.mento può questo p.1rtito esercitarla - rivendicando, serenamente e coraggiosamente, a.Ila nazione quella parte della sovranità, che le fu confiscata., qnando, a' primordi del risorgimento suo, elesse il capo e la forma politica dello Stato. In che consiste questa rivendicazione ? Quest'alta e suprema rivendicazione consiste nel r;conoscimento legista.ti vo, pieno e sincero del diritto della scheda a tutti - in un paese, che col suffragio di tutti è surto a dignità di nazione nel consorzio degli Stati civili - e nel! 'esame largo e profondo di una Carta costituzionale octroyèe, che non è plebiscitaria: anzi è in contraddizione co' plebisciti, i quali sono il fondamento storico e giuridico dell'Italia. moderna. .. * * Perchè non dovrebbe, dunque, essere questa la base comune di un partito radica.le nell' assemblea. legislativa, la bandiera. - intorno a cui bene possono stringersi tutti i partiti popolari ? Su tale ba.se si possono combattere, nel Parlamento - senza sterili ed accademiche proclamazioni di principii astratti - tutte le battaglie della libertà, politica, civile, giuridica, morale, sociale: il che risulta evidente dall'analisi attenta e comparata di non poche dispo~izioni, contenute nello statuto albertino, con le al1re costituzioni europee più progredite. Muterebbero d'incanto i lineamenti e gli orizzonti della politica estera ed interna, con una profonda rivoluzione nel campo del diritto pubbiico, se si assestasse un buon colpo di piccone a quelle disposizioni shtutarie, che effigiano in halia il jus regium,e tradiscono i diritti immanenti ed inalienabili della sovranità popolare. • * * La democrazia radicale deve ritemprarsi al concetto nativo del diritto costituente - ripigliando la grande tradizione di Giuseppe Mazzini. Nel '71 il sommo italiano vedeva nell'abdicazione di tale principio la cagione suprema delle condi.z-ioni morali che lamentiamo e che minacciano d( ,pegnere in culla la nuova vita. E l'Estrema Sinistra. - se non vuo!e spezzare il Ilio del suo passato migliore - può scrivere ancora, nella storia patia menta.re d'Italia, pagine memorande, come quelle, cui nel '63 e nel!' 82 accennò un valentuomo, che fo capo suo venerato, t>d è oggi, sovente, errJnea.mente invocato - Agostino Bertani. N~l '63, ei rammentò al ministro Pauzzi il radicale concetto proclamato dal popolo lombardo vincitore alle barricate nella rivoluzione nel '48, e i gloriosi precedenti del Parla.mento subalpino - quando Vincenzo Gioberti, capo del Ministero democratico, ab-

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