RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 399 tità nei prodotti. Il Marx stesso, nel terzo e postumo volume del Capitale pubblicato dall'Engels or sono circa due anni, previene tale critica e cerca di evitarla in modo che perde irremisibilmente la dottrina socialista del valore. Orbene, che cosa dice il Professor Lo Savio? Che la critica !oriana non porta alla conseguenza d'infirmare la teorica socialista, chè anzi il Loria e il grandissimo scrittore tedesco differiscono tra di loro solo per il punto di vista dal quale considerano il fenomeno del valore in quanto che il Loria lo considera per quello che è nell'attuale sistema capitalistico ed il Marx per quello che sarebbe nel sistema di produzione collettivista. Jn verità, ci sembra indubitato invece che il Marx siasi sempre voluto riferire al sistema capitalistico presente. Egli fa la critica della produzione attuale rannodando la spiegazione dei fenomeni attuali del profitto, del salario, ecc. appunto alla teoria del valore, che non puo essere altro se non la teoria propria della vita economica analizzata e criticata. Per trovara accenni alla vita collettivista •preveduta dal Marx bisogna r:correre agli scritti minori di lui ed anche in questi non si rinviene che ben poc0. Sicchè la irreconciliabilità di quella teoria con la società capitalista non può essere in alcun modo evitata o attenuata. Sa.rebbe anche dubbio, del resto, che in una società collettivista il valore dovesse determina.rsi in base al solo lavoro. Non sappiamo comprendere infatti la ragione per cui le quantità diverse di capitale tecnico (non importa sia questo collettivo) impiegate in differenti rami di produzioni insieme, ad esempio, con quantità uguali di lavoro presente o vivo non dovret,bero importare per legittima conseguenza costi e quindi valori parimenti diversi nelle merci di q11ei singoli rami, costi e valori proporzionali e uIla quantità uguale di larnro dalle medesime contenuto e alle quote differenti di lavoro risparmiato e conglutinato nei singoli capitali tecnici. Altrimenti, i consumatori di me1•cinelle quali fosse maggiore la quantità di capitale tecnico impiegato verrebbero a consumare una parte maggiore del risparmio sociale, ad a.vere un ingiustificato vantaggio tiOpra i consumatori di merci alla cui produzione fosse occorsa quantità minore di quel capitale. Ma, come è ben naturale, questi piccoli ed accidentali dissensi nulla tolgono del!' ammirazione sincera che l'opera del Pro f. Lo Savio - opera di cui attendiamo con vivo desiderio la continuazione - ha saputo destare in noi. Il Lo Savio non si è proposto di scoprire nuovi orizzonti, non ha lanciato ampollose promesse, ha semplicemente voluto approfittue della sua lunga esperienza. didattica e dei suoi caLni e continuati studii per darci un'opera 11critta con ordine, con somma chiarezza e con one~to coraggio. E I invero nulla d'intricato e d 'inv.oluto si rinviene nelle 400 e più pagine di ess,a, tutte le teo1•1e si offrono alla mente coardinate, chiare e semplici, per quanto non manchino davvero i termini e le frasi così cari ai seguaci della scuola sociologica o naturalistica. L'onesto coraggio dell'Autore emerge dalla franchezza con cui egli professa p1•incipii che certo poco ·possono piacere ai privilegiati dell'età presente ed ai loro prezzolati difensori. Egli prevede ed inneggia al princip:o della solidarietà sociale da so1tituirsi all'atomismo egoistico attuale. Per quanto, i,,vero, possa tacciarsi di alquanto metafisico il principio di solidarietà affermata dall' A., il quale si accosta così a B. Malon, tuttavia apparisce sufficientemente chiaro ciò che seri ve l'Autore allorquando dichiara che il fine di diminuire l'ineguaglianza sociale sarà conseguito dal1'Economia moderna col mezzo di assicurare a dascun membro della società una parte della 1·icchezza tc,tale associando gli uomini e socializzando le cose. E questa, in verità, per quanto vo.;lia chiamarsi dottrina. solidarista, non è in sostanza se non dottrina socialista. Non ci rimane che di rallegrarci'con l'Autore della bella opera di cui ha saputo arricchire la nostra produzione scientifica, augurando alla stessa una fortuna pari all'onestà ed all,i. schiettezza degli intenti da cui è stata ispirata. PROF. FRANCESCO COLETTI. R MILDA CHIARANONTE: Elementi di pedagogia e delle sue scienze ausiliarie. Napoli. 'l'ip. Nuova Unione 1896. Pag. 260. La signorina Chiaramente è tra le più colte , scrittrici italiane, quantunque poco nota sino ad ora, perché ella Iontaua dalla letteratura amena, ha coltivato gli studii • scientifici. Il suo libro Elementi di pedagogia rivela nella mente della signorina Chiaromonte un sistema scientifico, del quale quest) suo volume sulla educazione è una chiara e compendiosa esplicazione. Ella addita la grande importanza della educazione come fattore del progresso sociale. Educare l'uomo spiritualmente significa però migliorarlo organicamente, siccbè un libro di pedagogia non deve ~ssere un volume di massime morali e di p:-eceUi astratti, ma innanzi tutto nn insieme di norme igieniche fondate sulla biologia, e prima dì essere un libro della maestra, deve essere il codice . della madre. Tale è il pensiero fondamentale della Chiaromonte, la quale nella prima parte del suo libro dà un compendio di anatonomia, fisiologia e psicologia per derivarne poi le norme della igiene, e nella seconda parte tratta della pedagogia pr<1priamente detia. La distinta scrittrice merita innanzi tutto lode per questa organica sistemazione del suo libro, la quale rivela una mente che ha disciplina e ordine scientifico. Io non approvo tutte le teorie particolari e le speciali trattazioni di biologia e pedagogiche di questo libro: vedo anche che la Chiaramonte non ancora ha avuto il modo di seguire le ultime ricerche e i lib~i più recenti su molte parti della sua trattazione; ma devo sinceramente additare alla lode e all'ammirazione degli studiosi questa distinta scrittrice, autodidascala, la quale da sè, senza insegnamento altrui, non solo ha coilivaLo gli studii scientifici ma ha indovioato in questi l'indirizzo positivo, sperimentale. Ella arriva a conclusioni propugnate dai più eminenti pedagogisti contemporanei, dei quali forse ella ignora le opere. Possano la conoscenza di queste e gli studii ulteriori
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