Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 20 - 30 aprile 1897

398 RIVISTA. POPOLA.REDI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI RECENSIONI. N. Lo SAVIO.La Economia Sociale con riguardo ai dati della Sociologia contemporanea. Vol. 1. - 'l'orino, Clausen, 1896. Sono dolente che le esigenze speciali di questa Rivista ci impediscano di prendere minutamente in esame l'opera del Prof. N. Lo Savio, insegnante di Economia Politica nella R. Università di Macerata. Basterà un rapido cenno perchè il lettore si perauada che la presente• è una pubblicazione tale da meritare larga considerazione da parte degli studiosi di scienze economico-sociali. Precedono le nozioni generali, in cui si determina l'oggetto dell' E. S., l'ufficio, il metodo e la costituzione progressiva della stessa. Da notarsi la largheiza dei concetti dell' A., che, ispirandosi in gran parte allo Schaeffie, al De Greef ed allo Spencer, mette in luce, meglio di quanto altri scrittori facciano, i rapporti del fenomeno economico propriamente detto con gli altri fenomeni della società, dai quali il primo non può scindersi nè isolarsi. Chiaro e semplice il Cap. sul metodo, ispirato a molta temper,1,nza fra le varie s~uole, peccanti bene spesso di unilateralità. Forse alquanto prolissa per rispetto all'economia dei.:· l' opera, ma non completo per rispetto alla vastità dell'argomento, appa1•isce il Cap. sulla costituzione pro. gressiva della Scienza Economica. I concetti generali del\' A. vengono abbastanza chia• riti dalla seguente definizione che egli dà dell' E. S., considerata come < la scienza che studia la società umana, riguardo al modo come si esplica e come deve esplicarsi la sua attività funzionale diretta al conseguimento del benessere integrale della vita collettiva, mediante la ricchezza ». È evidente in tale definizione l'influenza dei principii e del metodo seguiti dal\' A., che certo allarga alquanto i limiti e gli scopi di cui l'E. P. si ritiene ordinariamente capace. Osserviamo poi che codesta influenza riscontrasi ancor.i. quando l' A. discute sulla preminenza dei fenomeni economici sui fenomeni sociali. Egli dice che l' E. S. è a base della Sociologia alla stessa guisa che la nutrizione è a base dei fenomeni biologici, negando però la preminenza dei fenomeni economici fra quelli generali del mondo sociale. Non diversamente ricordiamo di aver letto in un articolo del De Johannis in un vecchio numero della Rivista scientifica del Morselli. Noi però, come seguaci temperati ma convinti, della teoria materialistica della storia (la teoria che sola potrà districare la Sociologia dalli giuochetti d'analogie ecc. con la biologia e la fisiologia) crediamo che r E. Politica abbia preminenza sulle manifestazioni tutte d1Jlla vita sociale nel senso che i fenomeni della produzione, determinati dalla pressione dei bisogni colletti vi sullè sussistenze, ed i fenomeni, connessi strettamente con i primi, della distribuzione, diano origine e carattere alle manifestazioni morali, politiche, sociali che dalla Sociologia sono contemplate. Il nostro A. entra poi nella parte speciale. Dapprima egli considera il fenomeno. economico per rigua1•do al soggetto, l' uomo, e poscia per riguardo al\' oggetto, la ricchezza. Così, viene a dividerJ la trattazione del lavoro da quello della produzione. Per quanto codesta distribuzione di materia corrisponda ad un concetto superiorci, alcuno potrebbe osservare che la teoria del lavoro troverebbe il su) posto sistematicamente allorquando si espongono gli elementi della produzione. L' altl'd. osservazione pure che potrebbe muoversi al Lo Savio sarebbe questa, che, svolgendo a lungo, come egli fa, la teoria del lavoro, si vengono a premettere nozioni le quali per lo più sogliono essere esposte nella teorica della distribuzione della ricchezza, svolgendo la quale egli poi verrebbe a trovar di nella necessità di ripetizioni, richiami, specificazioni. Riguardo al contenuto della Parte Prima (teoria del lavoro) si ammirano temperanza nelle dottrine accolte, facilità nell'esposizione delle singole questioni, nesso e coordinazione fra le singole questioni stesse. Nella Parte seconda l'A. considera dapprima la produzione e poscia lo scambio e la circolazione. Gli stessi pregi preaedentemente osservati rifulgono in questa nuova parte. É evidente e bene riuscito lo studio dell'A. di trattare tutte le questioni principali che si riferivano ai varii argomenti, esponendo diligentemente gli opposti pareri degli scrittori e concludendo con sanità e lucidezza di giudizio. Notiamo come molto pregevole il Cap. VII sull'ordinamento generale della produzione, nel quale si tiené conto con molta schiettezza delle critiche che alla produzione capitalistica muovono i suoi critici, so<lialìsti e non socialisti. Merita pure speciale attenzione l'esame delle teorie del valore, poichè in materia tanto astrusa il Lo Savio riesce a mettere in luce il nocciolo delle varie teorie ed a condurre la trattazione in modo che la teoria predominante presso gli imparziali (la teoria del costo con le relative eccezioni) si presenta nella sua giustezza e verità. Val poi la pena di notare che l'A., pure qui diretto dall'indirizzo generale della scuola sociologica, accoglie un concetto della ricchezza cui molti economisti dovrebbero rigettare, in quanto per lui la ricchezza consisterabbe nell'insieme degli oggetti capace di soddisfare ai bisogni umani. È risaputo che la maggior parte degli economisti dànno alla ricchezza caratteri tali che il suo concetto ne rimane molto più delimitato. Dove però non possiamo assolutameIJte convenire con l'egregio Professore - ed egli ci consentirà questo dissenso - è nella difesa parziale che egli tenta della teoria del valore di C. Marx. È nota la critica radicale mossa dal Loria a tale teoria. Noi stessi ne abbiamo discusso in quattro o cinque articoli nella Critica Sociale del Turati accendendo una polemica nella quale non ci furono risparmiate ingiurie da parte dei marxisti intransigenti. Secondo il Lor;a, se fosse vero, come vuole il Marx, che il valore delle merci si misura in base al solo lavoro, il capitale tecnico il quale é impiegato in proporzioni diver3e nelle varie industrie non avrebbe proporzionale compenso in ciascuna industria e quindi il profitto conterebbe saggi differenti a seconda che il capitale tecnico entra in maggiore o minore quan-

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