Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 20 - 30 aprile 1897

392 RIVISTA. POPOLA.REDI POLITIOA.LETTERE E SCIENZ.KSOCIALI aspelti di fascino ella abbia inteso rendere: ma conviene che il lettore sappia fin d'ora. che, fra i varii fascinato1·i e affascinati di qnesto romanzo, figurino pure un vecchio umanitario e un giovine deputato socialista, che forse avrebbero la mis~ione di provare la incontestabile superiorità dell'umanitarismo romantico antisocialista sul socialismo...... sportivo! In Santamaum campeggia la sostanza p1•otopll!-smatica, direi, del tassato sociale umano: l'azione anta.gonistica. fra egoismo e altruismo. L'A tenderebbe a descriverci una forma speciale di tale contrasto, 1•appresentandoci la lotta fra l'interesse familiare, francamente egoista nei cointeressati, e l'alti•uismo del più schietto tipo sociale; e vorrebbe forse dimostrare la rovina morale e fisica di una famiglia di degenerati 11u~I conseguenza diretta dell'altruismo del suo capo_ Non solamente, dunque, il socialL,mo-idea, ma pur quello stesso che si direbbe esistenziale alimenta.no variamente il contenuto dei due romanzi. Se entrano in Fascino come episodio, in Santamaura, invece, costituiscono lo sfondo, anzi (lo voglia l'A. o no) l'intima essenza della stessa materia drammatica. Come serietà di elaborazione e di contenuto, il libro della signora Ferruggia non è neppur lontanamente paragonabile a qu<'llo dei signor Corradini: non lo è nemmeno nel suo aspetto letterarh, (orse anche pel modo particolare a ciascun autore di rendere ..... in partibus infidelium il diverso modello intimamente carezzato, Il signor Corradini - dalle grandi pretenzioni letterarie e psicologiche - s'att-3ggia a D'Annunziano: per quanto visibili non men che 1idevoli siano gli sforzi ch'ei fa per nascondere In. onnipresenza del maestro, è bene la fi;ura corpo1•ea del dèmonico abruzzese che - a t1•adirlo - s'affaccia qua e là dalle pagine di Santamaura. La signora Ferruggia pone in bella mo ,tra, se mai, lo sforr.o indnstre d'imitar la Serao, pur non 1·iusaendo che a un Serao ..... ismo scialbo ed esanime, al più di punteggiatura, <', dirò, di topografia d,,scrittiva, nel senso di opportunità e condotta topica e tipica di descrizione. Basterebbero forse queste semplici constatazioni preliminari per affidarci che nè all'uno nè all'altro dei due scrittori potesse mai venire in mente di assorgere a una qualsiasi concetti va e generosa affermazione in un ordine superiore di idealità e finalità sociali. Pure, abbondano entrambi di S<!ntimentalità, se bene di differente scaturigine e natura. Cias~un dei due possiede una scala propria di emotività, una propria recettività encefalica, un appar icchio lacrimale sui generis, il che non vorrebbe rlir meno, del genere più comune: perocchè le lagrime di bnona e dolce anima muliebre, pure inondanti l'umaniLar:smo arcadico della signora l<'erruggia, non diff,,riscano appunto da quell' ingenua, universale, eterna secrezione che è lusso irrefrenabile di ogni cuor tenero; e l'ineffabil pianto che immolla le pagine dogliose di Santamaura non sia, infine, che quel meJt:simo onde trae il fior suo triste (lotus doh r.i.nte !) Id produzione romanzesca moderni,sima-caratteri8tica, cioè emotiva del poliedrico « patologismo :» esteta. L'emozionale drammatico di Santamaura poggia, è vero, su alcuni dati patologici non insostenibili; ma (fatto notevole e costante, del 1•esto, nel funzionamento della tecnica esteta) ne divaga oltre ogni sana misura, assorb to in gran parte, direi, da una. autofagia iointerrotta, per cui l'emozione - al,'infuo1•i del dramma e delle cose - si alimenta di sè stessa.: mentre poi - per codesto medesimo artificio tendenzioso quanto primitivo - pervieue a11cbe aJ assumere immagine apprezzabile quella sensuale proie. zione, propria all'urta degli esteti, che cos;ituisce la. personali•à convenzionale, fittizia dello scrittore. Tutt.,1. la malinconia di pianto che può ca:iire in anima umana è impiegata dal signor Corradini, con evidente eiagerazione di artificio, ·nella elaborazione di un pathos 0;1primente che sf,,rza lo sana significazione 1.1biettiva d ,Ile. cose e le s<>pPrchia, s'insinua nella forma, s'impone dallo stile, pervade la materia del tessuto ve, baie che ne rimane morbosamente iperbolizzato, snaturato, senza che voi po~siate trovarne bast,ivole giastificazione neg-li stessi dati gene• tici o concomitanti dell'ordito drammatico. Pur->, cotesto processo t.li smar1Ziante sopraffozione non rie;ce nell'opera d.-1 :,ignor Corradiui a darvi l'animus d, I.o scrittore, 4uel soflii() che è la forza dPl libro d'arte. Gli è che in Santamuui·a il « patologismo :,; è tropi,o evidentemente voluto, e - dallo stesso punto di vista esteta - manchevol ·, inoltre, per il dir'ettoso concorso di altri necessu·i elementi. Vi produce, perciò, q uell' effetto m• desimo di dol)pia montatura che si 1,rova assistendo ad uno di quei drammi patetizzanti, dove all'opera dello scritto1·e si collima semi rJ l' ipe1bolica virtuosit:i del!' attore. Leggendo, infatti, Santamaura vi par di sent'1·e, oltre la voce fatta rauca del sugg".ritore, anche le grida incomposte dell'attore; vi par d'essere angosciato da un continuo ululare in doppio, dell'A. e delle sferzate, dislocate cose, che vi dà noia e vi ristucca: di guisa che il dramma, contrariamente all'intento dell'autore, non s'impossessa di voi, ma vi sfugge e si abietb. Così è che, dove il meccanismo emozionale nel libro della s;gnora Ferruggia (giacchè ho qui riunito i due scrittori, bisogna pure che non la dimentichi) nella sua primitiYità, a]'pare ed è sincero, tale non lo direi nella estetizzante artificiosità di Santamaura. E poniamo, a far breve, che i nostri due autori siano pervenuti - letterariamente - al romanzo: quello che più interessa vedere è se e come abbia ciascun di loro imbroccata la proprin. tesi. Il contenuto in cui può spaziare il suggestivo enunciato di Fascino - per poco che uno vi riflttta - è vastissimo non solo, ma tale che cresce in profondita a misura ste,sa ché si estende. Non par che la signora Ferruggia abbia peneh'ata la cai)acità della tesi, poiché voi ve la trovate dinanzi immiserita ~Itre che nella povera esecuzione, dirò così, stereowmica dei suoi r;tagli, anche nelle sue linee prospettiche e negli sf.rndi. Pura aYendoae intravedute alcune figur.iz;oni (r'ra cu;, men yolgarmentc intuita quella rif.,rente;;i n. Qab fole d'E:;i) I.i La poi rese senza alcun pregio e intensi'à d' ..rte e senza valore di os,ervn.zione. ~on co~ì male, ma male le stesso, se pure con indis;utibile superiorità di mez:i:i letterari, ha

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