Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 19 - 15 aprile 1897

RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.Li lume la supremazia parlamentare e sul trono H modello delle virtù nazionali, siano poi riusciti ad acconciarsi con dei Brunswick - una famiglia di leticoni, di crapuloni, di biscazzieri, di sciupadonne, di men• titori, di farabutti, di ladri, di pazzi di miserabili costly puppets - come li chiamava Bradlaugh. - capaci di qualsiasi vergogna, di qualsiasi infamia, di qualsiasi delitto. Da Giorgio I. a Guglielmo IV.., tu ti trovi continuamente e letteralmente affondato nel fango reale. Sono cento ventitre anni di sozzure, di ignominie, di vi_gliaccherie che ti fanno recere, ti incendiano il cervello e ti strappano caterve di improperii perfino contro questo popolo così grande sullo zoccolo granitico delle sue libertà costituzionali. Sentite se non ho ragione di abbandonarmi all'impreca.zione. Giorgio I. era un bestione che non sapeva neppure la lingua dei sudditi. Baga.sciere, s'ebbe una moglie adultera. Andò alla Corte inglese accompagnato da due prostitute tedesche divenute, in seguito, due peeresses, cioè la duchessa di Kendal e la contessa di Darlington. Fece seontare alla moglie i baci adulteri con trentadue anni di prigione e assassinò il suo amante nel palazzo di Heranhausen. Thacheray riassunse questo mostro reale dicendolo « rigido, egoista, libertino». Lord Chesterlìeld ce lo dipinse come un satiro che procombeva sulla prima donna grassa che gli capitava tra i piedi. Il sentore di grascia lo rendeva foioso. Nelle Memorie della Corte d'Inghilterra di J esse, é detto che Giorgio l « si circondava di odiose prostitute tedesche ». Green lo passò alla storia come « un usciere gentiluomo che cercava sempre denari per lui e per le sue favorite ;,. La sua ascensione volle dire il trionfo della casta protestante. Fu sotto il suo regno che i whig riuscirono ad abolire il Parlamento triennale pel settennale. Giorgio If, figlio del I, odiava il padre di un odio così profondo da non sapersi tt•attenere il risentimento neppure dinanzi il cadavere. Il suo primo atto dopo essere stato salutato sovrano con 101 colpi di cannone, fu di stracciare, in Consiglio, il testamento del genitore. Secondo il Green era nè più nè meno di un sergente istruttore. Lord Hervey scrisse che non si curava che delle femmine e dei soldati. Sua moglie, Carolina, era la donna più depravata del suo tempo. J.=>rocuravale amanti al marito. Lady Suffolck, una delle tante favorite, era dama di onore della regina. Fu Carolina che gli gettò nelle braccia Lady ,valpole, quando Giorgio non era che principe di Galles; come fu dessa che gli condusse nella stanza da letto la contessa di Walmoden. Sir Rober vValpole primo ministro del padt·e e del figlio, non era migliore di questa gentaglia reale. Egli era lieto che il re si valesse di sua moglie. Un giorno che Carolina si doleva con lui del carattere infernale del re, non seppe suggerirle che questo: Fategli conoscere Lady Tankerville ! Giorgio II era orribile. Piccolo, grosso, grasso, con un enorme ventre che gli inghiottiva parte delle gambe. Thackeray, lo mandò all'infamia come « un omaccio stupido con dei gusti plebei ». Padre e madre non potevano soffrire il primogenito. La madre sfogò i suoi rancori materni dicendo a lord Harvey: « Il mio figlio maggiore è il più grande asino, il più grande bugiardo, la più grande canaglia e la più grande bestia di questo mondo, dal quale vorrei che se ne fosse già andato ». Il re, secondo Thackel'ay, era villano, triviale, sensuale. Giorgio III, nipote del II, era un pozzo di nequizia. In pochi anni ridusse il Parlamento « a. un 'ombra ». Il suo sogno era di ave1•enelle Camere legislative il " partito del re » e dei ministri che non fossero che delle schiene. Con lui la Camera dei Comm,i aveva cessato di essere un corpo rappresentativo. I deputati venivano valutati secondo la loro influenza. Durante il suo regno, il Tesoro aveva lo sportello degli onorevoli venduti. In un giomo il cassiere distribuì loro, in tanti biglietti da cinquecento, venticinque mila sterline. Mezzo imbecille, aveva della revulsione per gli uomini di genio. Lungo i suoi sessant- 'anni di tl'ono non sbucano, dalla folla dei suoi consiglieri invertebrati, che due uomini eminenti: i Pitt, uno dei quali, il padre, era esecl'ato. Fox era la sua bestia nera. Non appena lesse il suo nome sulla lista. dei proposti a far parte del nuovo gabinettto, immerse la penna nell'inchiostro, gli passò sopra con un rigone e disse che avrebbe piuttosto abdicato che accettarlo come consigliere della corona. Era nemico implacabile di ogni riforma. Quando gli si diceva che la Camera non rappresentava il paese, perché delle grandi città come Manchester e Birmingham non avevano rappresentanti, andava su tutte le sue furie. L'elettorato era lui I lui che aveva l'impudenza di chiamarsi " un whig della rivoluzione I » Si può dire che la stampa non era nata. Nessuno veva ancora osato affermare il diritto di discutere gli affari pubblici. Questo onore è toccato a John vVilkies, deputato e direttore di quel North Briton che uscì coi commenti sul discorso 1•eale che aveva inaugurato l'apertura del parlamento. Secondo il re e gli amici del re, questo atto di coraggio che preparò la strada 1,forning Chronicle, al Morning Post, al Morning 1-Ierald e al Times, era della sedizione, « perché le sédute parlamentari dovevano rimanere segrete ». Tutti sanno il risultato di questa lotta tra il potere liberticida e il pnbblicista. Il re morì nel 1820 quando la stampa si era conquistato qualche campo proibito e stava per divenire una propalatrice indispensabile ai bisogni della nazione. Taccagno e ostinato, borioso e mattoide, fece perdere alla Gran Bretagna le colonie americane. Pitt il great commone,-, glielo aveva predetto il giorno in cui disse, in piena Camera, di essere « convinto che questo regno non ha diritto di imporre tasse alle colonie. L'America si dice è ostinata! è quasi in rivolta! Sono lieto o signore, che l'America resista I Se fossi americano come sono inglese, 'disse in un altra seduta, e la. truppa straniera sbarcasse sul suolo della mia patria, non deporrei mai le armi! - neve , never, never! Impazzì ufficialmente due volte. Ebbe un codazzo

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