Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 19 - 15 aprile 1897

366 RIVISTA POPOLAREDI POLITICA.LETTERE E SCIENZESOCIALI è così. Sono d'accordo i due primi e sono d'ac'1ordo i due secondi nel trattare il problema economico. Tra di loro si differenziano in questo, che se supponiamo una serie di punti in un piano, p. e., i punti a, b, c, d, e, f, che si attirano secondo una certa legge, il Pareto e il Valras li suppongono tutti quanti liberi e stabiliscono le condizioni dell'equilibrio che determinano tutte le distanze tra di loro, là dove i due scrittori inglesi semplificano il problema, considerando come data e fissa la posizione di certi punti, poniamo, di a, b, c, e determinano soltanto la posizione dei rimanenti, d, e, f. Il Pareto e il Vv alras trattano dunque un problema ancora più g,merale di quello dell'Edgeworth e del Marshall. L'equilibrio economico è un fatto. Questo fatto è deter.ninato da certe condizioni. Esprimendo queste condizioni si viene a determinare il fenomeno economico. Quali siano queste condizioni è il merito grande del Walras di aver indicato per primo e nel modo più generale. Come ognuno vede, il sistema del Pareto mette in rilievo la stretta e mutua interdipendenza tra varie quantità economiche, la produzione dei beni di consumo, il risparmio, la trasformazione di capitali vecchi e la produzione di capitali nuovi, e che non vi abbia uno stato di equilibrio se non se le ragioni di scambib e il tasso d•'interesse siano tali, che le domande e le offerte di cià.acuna specie di quantità economiche si uguaglino. La trattazione della materia occorre quindi che abbandoni la via antica e diventi questa: prima conviene fornire la teoria dell'equilibrio economico su di un mercato in cui le quantità di ogni bene economico sono date; poi converrà mostrare come le ragioni di scambio formatesi su questo mercato reagiscono sulla domanda e offerta di fattori di fabbricazione, ossia dei servizi produttori, e come le quantità in cui questi vengono prodotti determina a sua volta un nuovo equilibrio sul mercato. (§ 105). Nel concetto fondamentale che informa l'opera del Pareto non sta la sua originalità; questo concetto concetto fondamentale in forma rudimentale e imp.erfetta è di molti e di nessuno, come non è di Newton, o di Leibniz, il concetto fondamentale del calcolo dif• ferenziale. Questi ebbero precursori nel Cavalieri, e forse anche nell'Archimede, e gli economisti che diedero la forma attuale alla teoria dell'equilibrio li ebbero nel Dupuit, nel Gossen, nel Ferrara e altri. Non si tratta di un vero del tutto nuovo, ma bensì di aver completato delle verità parziali, se di queste a rigore ve ne possono essure. Il Pareto ha preso dal ,valras l'idea dell'equilibrio generale e vi ha aggiunta quella delle approssimazioni successive. Ma, la grande novità dell'opera del Pareto sta in tre categorie, o gruppi, di proprietà. In primo luogo, questo trattato é il primo che io mi sappia, che di.mostri induttivamente ogni pròposi· zione economica. La singolarità sua sta e nella compiutez:rn di queste dimostrazioni induttive, se una ad una le esaminiamo, e nell'essere p1·oprie di ciascuna tesi economica. Ricordo, che allorchè il Pareto mi parlava, o mi scriveva, di questa sua opera, feci quanto era in me per dissuaderlo da questa via che egli batteva. I miei argomenti erano sostanzialmente questi: le argomentazioni induttive non sono possibili per tutte le proposizioni economiche e là dove sono possibili sono già state date dai Roscher, dai Tooke e Newmarch, dai Th. Rogers e dai ClementJuglar: le argomentazioni induttive sono superflue in moltiJ casi, perchè trattasi di proposizioni così ovvie che basta rispondere a chi le contesta, come lo stesso Pareto rispc se ad un tale che gli diceva di non credere alle leggi economiche: « mi sa indicare una trattoria in cui potrei pranzare gratis? » Alle mie argomentazioni il Pareto rispondeva con le cartelle della sua opera, e, a misura che venivano, mi persuadevo, che le dimostrazioni induttive dei suoi predecessori ci guadagnavano a essere rifatte, là dove ne esistevano, e che esse si potevano anche estendere là dove non le avevano tentate. E così è venuta fuori un'opera, finora affatto unica, per la scelta e la quantità dei fatti ('he suffragano le dottrine economiche, fatti accuratamente vagliati e che abbracciano, dal mondo greco-latino in poi, tutto il campo delia storia, fino al documento statistico più recente. Ho avuto qualche volta l'impressione, che la piccola ma densa opera del Roscher « sulle Colonie e la politica coloniale :. fosse la madre di un grosso volume sulla « Colonisation chez les peuples modernes ». Ebbene, non mi meraviglie1•ei se l'opera del Pareto fosse pure feconda quanto una gatta. Havvi là un pozzo di S. Patrizio per tanti egregi tconomisti: essi res!Jingeranno l'opera del Pareto, col pretesto che sia roba da matematici - e le matematiche non ci si vedono che in qualche nota - ma, poi, giù i vecchi nelle vasche inesauribili dtli fatti,! E le gatt 0 , lo si sa, fanno figli con qualunque gatto, di qualsiasi colore, comunque fatto, ovunque .... purchè s:a buio e possa succedere l'accoppiamento. Volete ad es., parlare delle associazioni operaie, volete discutere di quelle libere e di quelle regolamentate, volete sapere come le cose stessero iu Grt'c:a, a Roma, dalla repubblica al basso imper,,, nel medioevo, in Inghilterra, in Franc·a, V< ltite sapere cosa ne sia ora di q11<sto ar 6 omento in varii paes: che hanno regimi tipici?, ebbene, non av, tò che da mtttere la mano nel sacco non v~stro, voglio dire, scartabellare nel capitolo sulla « proJuzione ». Sono 126 pagine e c' è questo e quanto altro desiderate. Vi interessano i « Trusts », i sinda~ati commerciali? Volete sapere _quando e come riescono e quando e eome fanno fiasco ? Volete sa pere cosa ci sia da fare, o cosa si sia fatto, contro di essi con e senza successo ? Volete dei fatti? Volt'te sapere come storia e statistica possono contribuire alla dilucidazione dei problemi che presentano? Meglio assai del volume edito dallo Schmoller sull'argomento vi servirà il Pareto, nel capitolo sul Commercio ; dico che meglio vi servirà perchè non vi diluisce poca sostanza in molte parole. Volete la stor:a della moneta? ,olete quella dell' interesse? volete quella delle banche? Allora bisogna lasciare il secondo volume, nel quale trovansi gli ar·

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