364 RIVISTA.POPOLAREDI POLITIOAL. ETTEREE SCIENZESOCIA.LI sfatto immediatamente perchè Cavallotti ·crede utile alla causa della democrazia seguire una via più prudente, e che gli sembra più sicura pel consegoimento delle alte idealità, della. prima; ma è certo che il sospetto di coloro che vedevano nel Deputato di Corteolona un volgare imitatore di Fortis oramai sa.rebbe ingiurioso. Può darsi che Ca.vallotti non rendendosi esatto conto delle condizioni della monarchia italiana s'illuda ancora di potere imporre al Re un ministero in cui entri a bandiera spiegata l'Estrema sinistra, qual' essa e, senza. trasformazioni; ma chi come lui nella Sala Rossa ha solennemente dichiarato che l'Estrema deve rimanere quale fu ognora, un organismo politico intessuto con filamenti repubblica.ni e comprende che gli è preclusa la strada per dare decorosamente, come lndividuo isolato, la scalata al potere. La Rivista ha sostenute che ciò non fu mai nelle intenzioni di Cavallotti e se ne rallegra e gli manda saluti affettuosi ed auguri di vederlo uscire tl'ionfante da qualche altra battaglia più radicale e oiù risolutiva che non sia stata. questa ultimi elettorale. La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scienze sociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4' grande. SpedireVagliao Cartolina-Vaglia aff'on. Dr. Napoleone Colajannl Roma. PER UN ARTICOLO CESTINATO Dura.nte la lotta elettorale, anzi qnand J questa era agli sgoccioli, scrissi un articolo sul contegno dei soriialisti e sui giudizi storti o falsi emessi dalla loro stampa contro la repubblica e contro i repubblicani e lo inviai alla direzione della rivista, che nel numero precedente lo annunziò. Confesso cne il ruio articolo si risentiva ddl'ira e dell'amarezza, che in esse avevano suscitate le corbellerie e le esagerazioni dei socialisti; ma all'indomani dei ballottaggi mi sono sentito disarmato dallo splendido spettacolo, che essi avevano dato votando dappertutto disciplinati pei repubblicani e facendone trionfa.re parecchi. Perciò, anche consigliatovi da comuni carissimi amici, ho pregato la direzione della rivista di cestinarlo. Ciò feci anche nella speranz; che nell'avvenire i socialisti smettessero dalla intransigenza sinora mostrata e procedessero concordi coi repubblicani sino a tar,to che potl'anno battere la medesima strada. ll programma mir.imo forse lo realizzeranno in un giorno? e nel programma repubblicano non c'è forse alme· no tani.o qnanto nel primo? Ci sarà tempo a bisticciarsi ed a combattere. Oh I ce ne sarà ..... Intanto questo voglio notare. Il Turati alla vigilia delle elezioni scrisse che i repubblicani « scambiano «: illusi, con luce d'aurora i guizzi e i barbagli vani «: del loro tramonto. > Ebbene gl' illusi alla Camera sono venuti precisamente in numero doppio dei socialisti (1). Se l'aritmetica non è uua opm1one, socia· listi e monarchia con un altro paio di elezioni mi sapranno dire se i guizzi e i barbagli degli illusi non sono invece luce meridiana. IL SOCIALISTOIDE Aproposdietol" Coudrs'Économie pol tiq,,ue di Vilfredo Pareto. Non v' ha lettore dell'opera del Pa.reto che non riceva l'impressione di aver che fare con una opera di primissimo ordine, per la originalità dei pensieri, per la larghezza delle vedute, per la cultura affatto singolare dell'autore : cultura che abbraccia la filologia e la storia, come pure la matematica, la fisica e la storia naturale, sempre egregiamente messa in opera, là dove occorreva, e nel modo più efficace. Nessuno ha letto quell'opera senza che ne riceva la impressione, che essa, ad un tempo, elimina canti naia di opere precedenti e sarà la falsa riga, o il testo fondamentale, su cui, per un ventennio forse, se ne fabbricheranno altrettante. Ma, colpisce molti un senso di disordine. Come vada ripartita la materia in un trattato di Economia, tutti sanno, dai tempi di J. B. Say a questa parte: prima s' ha da parlare di produzione di ricchezza ; quando si sa come viene prodotta, è tempo di vederla circolare, e poi distribuirsi ; finalmente,.... eh, finalmente ha da finire, cioè, da essere consumata I Questo è ordine logico, questo è ordine naturale. Così siamo andati avanti da J. B. Say a Stuart Mill. Che dico? A Stuart Mill ? Dio buono, siamo nel 1897, e debbo fermarmi ·al grand·e traité théorique et pratique, in 4 volumi, del Leroy Beaulieu I Ora, il Pareto, dicono, o pensano, perchè qualche volta hanno paura di dire, il Pareto ha un po' l'a1•ia d'un uomo il quale, volendo disegnare una figura, incominci a disegnare l'occhio, e poi ne faccia un orecchio, e seguitando a questo modo, saltando un po' qua un po' là, tutta la faccia. - Tutta? Davvero? Col vostro disordine, Signor mio, non :ci si arriva. Volete vederne i frutti? Se pigliamo l'indice dell'opera del Leroy-Beaulieu e ricerchiamo la voce « Salarié », ce la troviamo; se, invece apriamo l' indice dell'opera del Pareto, la ricerca rimane infruttuosa: l'indice non contiene nemmeno la lettera S J E guardate un po' che razza di ordine sia il seguente I Eccovi due volumi, l'uno di 430 pagine, l'altro di 426 in tutto 856 ; queste 856 pagine formano due parti. Voi direste: metà e metà I - Nossignore I - Allora direste : un terzo e due terzi I Insomma, una cosa simmetrica I - Nossignore, nemmeno I E ora ve lo dico (1) Ecco i nomi dei DepuLalirepubblicani: Barzilai, Beduschi, BosdAri,Bovio, Budassi, Cclii, Colajanni, Credaro, De Andreis, De CrisLofori, Fratti, Gaetani di Lauren1,ana, Garavetti, GalLorno,Jmbriani, Luzzatto R., Mazza, l\'lirabelli, Panzini, Pantano, Raccuini, Rampoldi, Ravagli, Socci. Taroni, Vendemini, Zabeo. A questi, che hanno fatto esplicita adesione al gruppo repubblicano si devono aggiungere le doppie elezioni di Bosdari e d'lmbriani. Probabilmente se !'on. Pinna si fosse trovato in Roma sarebbe stato con Garavetti a rappresentare nel partito repubblicano la fiera provincia d1 Sassari.
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