Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 19 - 15 aprile 1897

374 :RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI « gnata da tabelle statistiche (p. 90). » I preraf- /'aellisti inglesi sarebbero per lo meno degni di manicomio, non si salva in certo modo che vVilliam :Morris. E pare che non lo conosca bene (p. 112). Sui simbolisti riporta dettagli innumerevoli : rappresentano nell' arte e nelle alte classi sociali ciò che sono i vagabondi e le prostitute nelle infériori. (p. 117); sono ridicoli mostricciattoli ecc.... (p. i 59). Le devoir present del Desjardin è il vangelo degli imbecilli e degli idioti. (p. 121). La morale di Tolstoi è insensata; il suo odio alla scienza non derivando da disonestà è bambinesco. (p. 'l 79). Wagner è il più grande degenerato ; l'azione esercitata dal wagnerismo sul mercato dei pazzi disonora la Germania; ,?\Tagner divenne celebre in età avanzata, quando il mondo fu maturo per lui e per il manicomio. (p. 189 e 224). Si può immaginare come vengano trattati e Verlaine e Maeterlink e lbsen e Nitzsche e Zola. 11 sistema nervoso di Zola è ammalato ; ha predilezione morbosa per le cose triviali ; è uno psicopatico sessuale; è un pessimista disonesto ..... (p. 508 a MO). Meglio trattato di tutti è il Peladan di cui conchiude: « Nella parte cosciente la funzione del « cervello di Peladan è ricca e bella. Nei suoi ro- « manzi vi sono pagine che appartengono alle più « belle che mai siano state scritte da penne con- · « temporanee. Il suo ideale morale è alto e nobile. « Combatte con un odio accanito, tutto ciò che è « abbietto, triviale - l'egoismo, la falsità, l'avidità « dei godimenti, ed i suoi personaggi sono in tutto « e per tutto, anime pure, distinte, il suo pensiero « si occupa solo degli interessi più degni dell'urna- « nità, ma altresì di quelli preponderatamente ar- « tistici. È a deplorarsi altamente che il suo straor- « dinario talento sia reso affatto sterile dal predo- « minio d' idee morbosamente mistiche. « (p. 244 e 246). In mezzo a tante stramberie, che talora rasentano la calunnia non si creda però che manchi il buono. Ed è buono, in generale, tutto ciò che il Nordau scrive sulla preparazione dell'ambiente e su vari: coefficienti, che hanno contribuito a produrre il successo del Toltoismo, del \Vagnerismo, del1' ibsenismo e del verismo zoliano, che ·a torto, però, qualific~ come plagio della storia giudiziaria della famiglia di Ker<1ngalvenuta fuori molti anni dopo che lo Zola aveva iniziato 11 ciclo romantico dei Rougon-Maquart. Lasciamo da parte tutti i dettagli falsi o esagerati sui singoli scrittori, che sottopone a minuziosa critica, ed esaminiamo il concetto scientifico che ha ispirato il Nordau nello scrivere la sua voluminosa opera. Degme1·azione ! • Ecco una delle parole di cui tanto si usa e si abusa da qualche tempo in qua senza che se ne conosca, dai più, il significato preciso. Nè la colpa è tutta di coloro che l' adoperano, perchè in realtà, tra gli scienziati sono notevoli le divergenze sul modo d'intenderla; per passarle in rassegna tali divergenze occorrerebbe non un breve articolo ma un libro. Quanto siano grandi le divergenze si può rilevarlo da questo semplice dato: uno scrittore olandese, con copia di argomentazioni sostiene che l' uomo degenerato non è il delinquente ma l'uomo onesto (i). Le difficoltà fondamentali nello stabilire il significato della parola degenerazione sono riconosciute dallo stesso Nordau; il quale non esita a dire che « fra la malattia e la salute non esiste una diffe- « renza di ente, bensì di quantità ». (p. 560). Si deve aggiungere eh' è ancora più difficile stabilire la differenza tra i caratteri anatomici e psicologici dell'uomo normale e quelli dell'uomo anormale, come ha dimostrato il Colaianni. Se Nordau conviene che non si può stabilire la distinzione tra la salute e la malattia nel campo biologico, come si potrà con rigorosità scientifica nel campo delle manifestazioni artistiche e letterarie distinguere i degenerati dai sani ? Con quale diritto si scegliera un dato metro per misurare siffatte manifestazioni? Il problema è tanto arduo e le soluzioni date dal Lombroso e dalla sua scuola, alla quale si è ascritto il Nordau, sono tanto cervellotiche che quando si è venuti alla discussione su detti caratteri si è riusciti a ritrovarli con pari frequenza per lo meno tanto nei sani, quanto nei degenerati. Qui non si possono riportare i numerosi dettagli somministrati da Colajanni contro Lombroso ; ma vale la pena riprodurre le osservazioni della Société 1Vouvelle sull'argomento: « Nordau essendo lombrosiano stabilisce i segni dogmatici della degenerazione e in prima linea, col professore torinese, segnala l'asimmetria del viso e del cranio, ma non c' è scienziato che non sappia che tutti gli esseri umani sono asimmetrici. Secondo Nordau nel degenerato si constata un dubbio continuo sui fenomeni, una ricerca delle cause di questi fenomeni, una incapacità di adattarsi a date condizioni, una _rivolta contro degli stati di cose e delle maniere di vedere che gli riescono importuni ne conchiude che molti anarchici e molti rivoluzionari sono degenerati. Se le premesse fossero vere, tutti gli anarchici, tutti i rivoluzionari e con loro tutti gli scienziati, tutti gl' inventori, tutti i filosofi e moralisti, che si danno alla ricerca delle cause dei fenomeni e si rivoltano contro un dato (1) D. N. Colajanni: La Sociolo9ia Criminale. Voi. I. parag. 60 pag. 422 e scg.

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