Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 19 - 15 aprile 1897

RIVISTA.POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI 373 « del suo volume, perchè sulle mille pagine eh' essa « contiene duecento al più meritano di essere lette « e conservate. Ciò prova che il libt•o non è seuza « pregi, ma questi sono sparsi in mezzo ad un am- « masso di affermazioni, di frasi vuote, di contrad- « dizioni, d' illogismi, che reca sorpresa che abbia « potuto scrivere tali pagine l'autore di alcune altre « pagine delle Menzogne convenzionali. » (Société Nouvelle, Decembre 1894). Siffatto giudizio mi fece una penosa impressione e lo ritenni a priori esagerato; ho dovuto confermarlo dopo avere studiato con attenzione la traduzione italiana ; e la studiai con attenzione perchè avrei voluto trovarmi in disaccordo col critico francese. Questa edizione italiana ha un pregio che non ha la francese: è preceduta da lettera e prefazione dell'autore e di Cesare Lombroso, nelle quali il maestro e il discepolo si scambiano delle osservazioni importanti, di cui bisogna tener conto. Cesare Lombroso giustamente rimprovera al Nordau di mostrarsi « più alienista degli alienisti; « e che gli basta trovare nevrotico, pazzesco un « autore per vedere che la sua opera stessa possa « essern demolita ». E l'esagerazione, infatti, co - stituisce il difetto principale dell'opera del Nordau; cli cui si ha un esempio tipicamente curioso nella importanza somma ch'egli accorda alla psichiatria, cui innalza un inno come chiusa dell'opera. Questa esagerazione desta ripugnanza Yiva nel lettore che non può l'assegnarsi ad annoYeral'e tra i degenerali puramente e semplicemente ,V alt- ,,-itman e Zola, Swinburne e Tolstoi, '\Vagner e Ruskin. E si vedrà in appresso qual' è la misura del ~ordau nel giudicare questi sommi artisti; intanto si rilevi che non conferisce alcun pregio al libro l'uso frequente di paragoni paradossali. Non si può dunque, che dare ragione al Lombroso nel deplorare l' esagerazione sistematica del Nordau; questi prende la rivincita contro il maestro quando giustamente gli ossena che non merita il rimprovero di essere nello stesso tempo un misoneista ed uno che non tiene in alcun conto l' atavismo: « se un opera è arcaica non è nuova; e « viceversa. Il maestro sopraffatto dai suoi nume- « rosissimi e grandiosi lavori non ha letto attentamente i'l libro ». E protesta con pari ragione contro l' accusa di prud~1·ie scagliatagli da Lombroso, percbò trova repugnanti la satiriasi, la ninfomonia, la sodomi~, il saffismo e le psicopatie sessuali. Più importante è il dibattito tra i due scrittori sulla quistione dei rapporti tra genio e follia. Il Norclau ch'è tanto dispostu a scambiare uno scrittore geniale per un semplice degenerato non accetta la fusione noti,;sima fatta dal Lombroso trii genio e follia; e la combatte - come del resto anche molti altri Lombrosiani - vittoriosamente. Dice il nostro A. : « Ogni forma di degenera- « zione è un anomalia, ma non ogni forma d'ano- « malia è una degenerazione. Il genio è certamente « un'anomalia; ma è un'anomalia evolutiva e pro- « gressiva. Rappresenta la vita e l'avvenire». La follia del genio autentico è un epifenomeno di esaurimento, non una conclusione a priori. Noi sappiamo « che molti atleti soffrono e muoiono di « ipertrofia e degenerazione adiposa del cuore: « questa è la malattia professionale dei campioni « dello sport e dei ginnasti. Epperò non mi si ri- « derebbe in faccia se io dicessi: « l'atletismo è una « malattia di cuore? » E più oltre: « La scienza non asserisce che ogni « genio sia un pazzo; vi sono geni sani riboccanti « di forze, la cui dote eccelsa consiste in ciò che « qualcuna delle loro facoltà intellettuali è svilup- « pata in modo straordinario senza che tutte le « altre siano al disotto della media; e tanto meno « naturalmente, ogni mentecatto non può essere « un genio; la maggior parte cli es~i sono per lo « pit'.1stupidi ed inetti, anche prescindendo dagli « idioti di diversi gradi; ma in cet•ti, anzi in molti « casi, il degenerato superiore cli Magnan possiede « - dal più al meno - un clono intellettuale svi « luppato, in modo particolare, però con pregiu- « dizio delle altre capacità che sono difettose in « tutto o in parte ». Nel libro che il Nordau ba voluto consacrare agli scrittori ed artisti clegenei-ati, accettando il metodo e i criteri genel'ali dell'illustre Prof. Lombroso - e seguendone, pur troppo gli errori e le esagerazioni - vi sono alcuni punti che si possono accettare incondizionatamente. Tali : la critica del concetto contenuto nella frase fin de siècle, di cui tanto si abusa; la difesa della scienza e dell'ideale; le vedute sul dominio della natura e sull' adattamento, sul compito della filosofia, sul progresso etc. E quasi sèmpre accettabili sono i giudizì sulle grandi categorie, dei suoi degenerati. Ciò che dice astrattamente sul misticismo, sui parnasì - di null'altro curanti che della forma, - sul pessimismo e sopra un certo Yerismo mi sembra ben detto. Sorge il bisogno della protesta quando scende ulle applicazioni dei principi generali ai singoli scrittori ed. artisti. Giova farne conoscere alcune per avere un concetto esatto delle esagerazioni e della violenza di linguaggio - poco scientifica - del Korclau. Per Nordau il Ruskin « è una delle intelligenze « più torbide e più fal.:;e, uno degli scrittori più « violenti. L'Inglese in generale poi si sentirit con- « quiso da, 11na scempiaggine purchè sia accomra-

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