372 ll1V1STA POPOLARE DI POLl'IIOA. LETTEhE E SCIENZE SOOIALI giuramento di vegliare sulle libertà costituzionali e di promuovere il benessere dei sudditi, perché tra lui... Ma sentite che cosa disse l « Non sono d'accordo con coloro che considerano la cerimonia della inco • ronazione indispensabile. Perchè il contratto tra il principe e il popolo era già stato, nella mia mente, stipulato. Nessuno della casa di Annover può dimenticare a quali condizioni egli sia sul trono ». • Finita la fiammata, incominciarono i fischi. Gugliel- ~o si era dichiarato contrario alla grande riforma dei whigs. Venne fischiato in carrozza. e a piedi sovente preso a. sassate. . Giorgio IV, il fratello, aveva. la fissazione di voler convincere Wellington ch'egli era stato alla testa di un reggimento a Watel'loo. Guglielmo invece era vittima di subitanee esplosioni di insolenze. A lord Gofford che stava. accomiatandosi come governatore del Canadà, disse senza paura: « Ba.date a quello che fate. Perchè, per Giove! io non permetterò mai che si perdano le possessioni della corona, come non"permetterò mai che il Ca.nadà abbia. un Consiglio elettivo I Badate, my lord, a quello che fate. I ministri d'oggi non sono il mio gabinetto. Dite loro che faranno bene a ricordarselo ! Pe1•chè, pe1· Giove I io li farò mettere in ista.to d'accusa I Io credo che voi siate un gentiluomo; non ho paura. di voi. Ma badate a. quello che fate I» I ministri consigliarono il neo governatore a non dar retta alle parole del ro. Quando lord Glenelg gli sottopose le istruzioni pe1• lo stesso governatore, il re usci con queste parole: « No, my lord, non voglio questa parola.. Cancellate conciliazione l cancellate liberale! Voi non potete meravigliarvi che io faccia queste osservazioni col ministro di un gabinetto che mi è stato imposto. » Poco dopo fece domandare al visconte Melbourne - il primo ministro - se lord Glenelg se l'era avuto a ma.le pel modo rude o brusco con cui l'aveva ricevuto, e aggiungeva che ora approvava le istruzioni tali e quali senza. il cambiamento di una parola I Una volta il t·e era col pre3idente dell'Accademia Reale a visitare l'esposizione annuale. Questo, gli disse il presidont e additandogli una tela, è l'ammiraglio Na.pier. « Ma-: ledetto il capitano rapier I e maledetto anch o voi signore I Se la regina non fosse presente vi caccerei giù dalla scala a calci I » Le stravaganze e i segni di una semi-pazzia o di una pazzia completa di Guglielmo sono infiniti. Il giudice supremo lord Denma.n, venne trattenuto altrove e non potè presentarsi, col rapporto, al . re· che alcuni minuti dopo. Denman gli fece, s' inten de, un mondo di scuse. Il re pur fingendo di accetta1·le, si tolse la matita dal taschino e si mise a scrivere e a domandargli, corna l'oste a Renzo Tramaglino, nome, cognome, età, condi zinne, e abita.zio - ne. Finita la lettura del r,,pporto lo invitò a Windso r con queste parole : « Spero, my lord, che non m i farete i rnpiccare I » Non so più in quale periodo Guglielmo si mise in testa che per la sicurezza del regno era necessario risuscitare la truppa locale e rinvigorire cosi la. moribonda milizia. Egli sostenne la sua tesi, mentre presiedeva il consiglio dei ministri. « My lords, disse loro, io sono vecchio, più vecchio di tutte le signorie vostre. Perciò io ne so più di tutti voi. Mi spavento, my lords, solo a pensare quali sarebbero le conseguenze se la Russia ci attacca.sse impreparati l Io non consentirò ma.i alla distruzione di questa. forza. Chiunque sia.no i ministri, alla prossima. sessione io esigerò che la milizia. sia riorganizzata come si deve. Io dico questo non soltanto davanti ai miei consiglieri confidenziali, ma anche davanti ad altri, perché io voglio che si sappia come la penso. » Sir F. C. Hobhouse, che era presente come presidente del ministero dell'In,lia, scrisse nel suo diario: « Ci guardammo in faccia l'un l'altro. Melbourne era livido. Credetti che stesse per dar fuori. » È inutile dfre che in allora la Russia non era punto in ba.Ilo, come é inutile dire che il re ne ebbe degli altri di questi ritorni. Un giorno che nessuno pensava a una guerra collo Czar il re scrisse al presidente dei ministri scongiurandolo di domandare al Parlamento un aumento di tre mila marinai per schiacciare < le intenzioni agg1·essive della Russia I » Come grande ammiraglio - cioè quando non era ancora sul trono - ' ne fece tante, battendo i pugni sul tavolo, che W ellington dovette dargli, indiretta.mente, dell'asino e costringerlo a. dare le dimissioni. I ministri non se lo fecero dire due volte arcili eti di accettarle e la. marina tirò il fiato come quando si libera da un cretino al quale, per ragione di posizione sociale, non si è ma.i potuto dirgli sulla faccia: bestia! bestione l Nel 1836, a pochi mesi dalla fine della sua esistenza., saputo che il duca di Bedford aveva dato del denaro a 0' Connell per la sua Associazione Cattolica, ordinò imrnantinenti che il suo busto, nella galleria di Windsor, venisse scaraventato nella fornace della calcina. La sua momlità non fu superiore a quella. degli altri Brunswick. Kol 1818, dopo aver bagordato e consumato più di una donna, sposò Carolina, principessa. diS axe-i\Ieiningen. La povera Dorotea Jourda.n, sua moglie legittima., dalla quale aveva avuto dieci figli, conosciuti sotto il cognome di Fitzclarence, sgonnella.va sul macadam di Parigi, come più tardi Gervaise ciabattava in cerca di uomini. Il conte di Munster, governatore del Ca.stello di Windaor, colonnello dell'esercito, aiutante di campo del re, luogotenente della torre e p•rnsionato di stato, era uno dei dieci figli della JourJan. p AOLO VALERA DEGEI ERAZIO E. o, Appena venne alla luce la prima edizione francese di Degenera:::ione di Max Nordau in unarivista di Bruxelles, di cui non si può non rimpiangere abbastanza la recente scomparsa, ne lessi una critica severa, che si chiudeva con ·queste parole: « L'opera di Max Nordau non vale in proporzione (I) ~lax Nordau: 1Je9tne,·azione. Traduzione italiana 2. Edizione Torino, Fratelli Ilocca. L. IO. •
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